Azzerato debito di mezzo milione di euro di un artigiano

Di questi giorni la notizia della sentenza del Tribunale di Prato, che ha visto la cancellazione di un debito di mezzo milione di euro a carico di un artigiano nei confronti di una banca. L’imprenditore aveva sottoscritto una fideiussione a favore di una società del quale era socio di minoranza, che poi era fallita. Per arginare l’attacco dei creditori, fra cui la banca presso la quale era stata prestata la garanzia, era ricorso al procedimento di sovraindebitamento, avvalendosi della legge del 27.01.2012, n. 3, cosiddetta “salva suicidi”.

La legge all’art. 6 stabilisce che il debitore puo’ giungere ad un accordo con i creditori nell’ambito della procedura di composizione della crisi, se vi è un perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte ed il patrimonio liquidabile, che determina la rilevante difficoltà di pagare il dovuto.

Il piano tuttavia deve essere meritevole ovvero deve essere dimostrata la buona fede del debitore, che in questo caso, come si legge nel dispositivo, è derivato dal fatto che “l’indebitamento non è riconducibile a negligenza del debitore, ma piuttosto alla sua volontà di sostenere la società, impiegandosi in prima persona al fine di garantire l’accesso della stessa al credito bancario”. Il Tribunale aggiunge poi, sempre per motivare l’azzeramento, “che non è è stata riscontrata l’esistenza di atti in frode” e pertanto i crediti non soddisfatti “debbono essere dichiarati inesigibili”.

La legge anti suicidi risulta ampliata da un intervento legislativo successivo, che è entrato in vigore in questi giorni, il cd. Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, la cui finalità è di andare incontro a coloro che si trovano in una situazione di difficoltà economica.