Responsabilità

Lucro cessante

bilanciaIn caso di lesione della integrità psico-fisica della persona, il diritto al risarcimento del danno patrimoniale da lucro cessante non può farsi discendere in modo automatico dall’accertamento della invalidità permanente, poiché esso sussiste solo se tale invalidità abbia prodotto una riduzione della capacità lavorativa specifica. A tal fine, il danneggiato è tenuto a dimostrare, anche tramite presunzioni, di svolgere, al momento dell’infortunio, una attività produttiva di reddito e di non aver mantenuto, dopo di esso, una capacità generica di attendere ad altri lavori confacenti alle sue attitudini personali.

Danni

libroLa facoltà per il giudice di liquidare in via equitativa il danno esige due presupposti: in primo luogo, che sia concretamente accertata l’ontologica esistenza d’un danno risarcibile, prova il cui onere ricade sul danneggiato, e che non può essere assolto semplicemente dimostrando che l’illecito ha soppresso una cosa determinata, se non si dimostri altresì che questa fosse suscettibile di sfruttamento economico; in secondo luogo, il ricorso alla liquidazione equitativa esige che il giudice di merito abbia previamente accertato che l’impossibilità (o l’estrema difficoltà) d’una stima esatta del danno dipenda da fattori oggettivi, e non già dalla negligenza della parte danneggiata nell’allegare e dimostrare gli elementi dai quali desumere l’entità del danno. (Cassazione civile sez. VI, 22/02/2017, n. 4534)

Lavoro subordinato

Non integra giusta causa o giustificato motivo soggettivo di licenziamento la condotta del lavoratore che denunci all’autorità giudiziaria o all’autorità amministrativa competente fatti di reato o illeciti amministrativi commessi dal datore di lavoro, a meno che non risulti il carattere calunnioso della denuncia o la consapevolezza della insussistenza dell’illecito, e sempre che il lavoratore si sia astenuto da iniziative volte a dare pubblicità a quanto portato a conoscenza delle autorità competenti. (Cassazione civile sez. lav., 16/02/2017, n. 4125)

Avvocato

bilanciaIn materia di responsabilità professionale dell’avvocato, in caso di incertezza giurisprudenziale in ordine al computo del termine di prescrizione del diritto del cliente al risarcimento del danno, il mancato compimento di atti interruttivi, da parte del legale, con riferimento al termine prescrizionale più breve (ancorché in concreto non operante, in forza di un successivo intervento chiarificatore delle Sezioni Unite della Corte regolatrice), implica violazione dell’obbligo di diligenza richiesto dall’art. 1176, comma 2, c.c. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto esente da critiche la sentenza impugnata che aveva ravvisato negligenza dell’avvocato nel non aver compiuto atti interruttivi, con scansione temporale infrabiennale, del diritto al risarcimento del danno prodotto dalla circolazione di veicoli, ancorché integrante illecito penale ma con relativo giudizio non promosso per difetto di querela, in quanto, al tempo di espletamento del mandato, la questione di interpretazione dell’art. 2947 c.c. era ancora assai controversa, essendosi poi susseguite ben tre pronunce delle Sezioni Unite). (Cassazione civile sez. III, 14/02/2017, n. 3765)

Locazione di cose

Il risarcimento del danno a favore del conduttore non è connesso ad un criterio di responsabilità oggettiva, con presunzione assoluta di colpa; pertanto, si deve escludere ogni qual volta sia accertata l’esistenza di un impedimento non imputabile a dolo o colpa del locatore (nella specie, la morte del locatore aveva determinato l’impossibilità di realizzare il programma preannunciato con la disdetta). (Cassazione civile sez. VI, 14/02/2017, n. 3824)

Locazione di cose

libroNel caso in cui il conduttore domandi la risoluzione del contratto per inadempimento della locatrice per l’esistenza di un vizio che diminuisce in modo apprezzabile l’idoneità del bene all’uso pattuito, questi deve provare l’esistenza del vizio, mentre spetta alla locatrice, per andare esente da responsabilità, dimostrare che i vizi erano conosciuti o facilmente conoscibili dal conduttore ovvero provare la propria incolpevole ignoranza al momento della consegna del bene. (Cassazione civile sez. III, 10/02/2017, n. 3548)

Responsabilità civile

In presenza di fatto illecito di cui siano coautori più persone, ove uno dei condebitori solidali agisca in regresso nei confronti degli altri, l’onere di provare le circostanze idonee a superare la presunzione del pari concorso di colpa, prevista per il caso di dubbio dall’art. 2055, comma 3, c.c, grava, rispettivamente, sull’attore che pretenda il rimborso di una somma superiore alla metà, o sul convenuto che contesti una richiesta pari alla metà, opponendo ad essa la propria totale assenza di colpa, ovvero il grado inferiore di questa. (Cassazione civile sez. VI, 10/02/2017, n. 3626)

Giurisdizione civile

bilanciaIn tema di lavoro pubblico cd. contrattualizzato, ai sensi della norma transitoria contenuta nell’art. 69, comma 7, del d.lgs. n. 165 del 2001, ove il lavoratore istante riferisca le proprie pretese ad un periodo in parte anteriore ed in parte successivo al 30 giugno 1998, la regola del frazionamento della competenza giurisdizionale tra giudice amministrativo in sede esclusiva e giudice ordinario, in relazione ai due periodi interessati, trova temperamento in caso di illecito permanente, sicché, qualora la lesione del diritto del lavoratore abbia origine da un comportamento illecito permanente del datore di lavoro, il discrimine temporale di giurisdizione va individuato con riferimento al momento della cessazione della permanenza; ne consegue che va dichiarata la giurisdizione del giudice amministrativo allorché tale cessazione sia anteriore al 30 giugno 1998, e ciò indipendentemente dal momento di percepibilità e riconoscibilità dell’illecito da parte del danneggiato, rilevante ai diversi fini del decorso del termine di prescrizione nei casi di illecito istantaneo ad effetti permanenti. (Cassazione civile sez. un., 10/02/2017, n. 3560)

Danni

La pretesa risarcitoria relativa al danno da ritardo va ricondotta allo schema generale dell’art. 2043 c.c., con conseguente applicazione rigorosa del principio dell’onere della prova in capo al danneggiato circa la sussistenza di tutti i presupposti oggettivi e soggettivi dell’illecito, con l’avvertenza che, nell’azione di responsabilità per danni, il principio dispositivo, sancito in generale dall’art. 2697 comma 1, c.c., opera con pienezza e non è temperato dal metodo acquisitivo proprio dell’azione di annullamento (3). (Consiglio di Stato sez. IV, 09/02/2017, n. 563)

Responsabilità civile

E’ in colpa la pubblica amministrazione la quale né provveda alla manutenzione o messa in sicurezza delle aree, anche di proprietà privata, latistanti le vie pubbliche, quando da esse possa derivare pericolo per gli utenti della strada, né provveda ad inibirne l’uso generalizzato. Ne consegue che, nel caso di danni causati da difettosa manutenzione d’una strada, la natura privata di questa non è di per sé sufficiente ad escludere la responsabilità dell’amministrazione comunale, se per la destinazione dell’area o perle sue condizioni oggettive, l’amministrazione era tenuta alla sua manutenzione. (Cassazione civile sez. VI, 07/02/2017, n. 3216)

Assicurazione

La procedura di indennizzo diretto prevista dall’art. 149 del codice delle assicurazioni private (decreto legislativo 7 settembre 2005 n. 209) è ammissibile anche in caso di collisione che abbia riguardato più di due veicoli, con esclusione della sola ipotesi in cui, oltre al veicolo dell’istante e a quello nei cui confronti questi rivolge le proprie pretese, siano coinvolti ulteriori veicoli responsabili del danno. (Cassazione civile sez. III, 07/02/2017, n. 3146)

Comunione e condominio

La responsabilità derivante da danni da infiltrazioni negli appartamenti sottostanti è ripartita tra i condomini che ne hanno uso esclusivo e di tutti gli altri, nella misura rispettiva di un terzo e due terzi, a norma dell’art. 1126 c.c.. La situazione differisce nei casi in cui il danno sia imputabile esclusivamente al titolare del diritto di uso della terrazza sovrastante l’appartamento infiltrato. (Cassazione civile sez. II, 07/02/2017, n. 3239)

Responsabilità civile

Anche nella fattispecie di cui all’art. 2051 c.c. resta a carico del danneggiato l’onere della prova della sussistenza del nesso di causalità tra la cosa e l’evento dannoso (esclusa, nella specie, la responsabilità dell’Ente per la caduta causata da una buca sull’asfalto). (Cassazione civile sez. VI, 03/02/2017, n. 3039)

Responsabilità civile

bilanciaL’adozione di un sistema generale di allarme ed il mandato di vigilanza ad una ditta specializzata, costituiscono presidi adeguati a garantire l’inviolabilità dei locali di una banca anche nelle ore notturne. L’elusione di tale sistema costituisce, pertanto, un evento imprevedibile ed al di fuori della sfera di controllo della banca medesima, che non può dirsi dunque responsabile per le conseguenze lesive di eventuali episodi di furto tempestivamente segnalati (respinta la domanda risarcitoria di una società, avente ad oggetto la somma portata da un assegno circolare emesso dalla banca convenuta, atteso che l’istituto di credito aveva provato la provenienza furtiva del titolo, precisando di non averlo mai emesso). (Cassazione civile sez. I, 03/02/2017, n. 2952)

Sicurezza pubblica

L’accertamento in sede penale dell’attività economica svolta presso un esercizio svolta ha una propria autonomia, con accesso diretto al fatto e alla responsabilità personale di ciascuno, sicchè in quella sede si può sempre accertare, senza alcuna vincolo derivante dalla rappresentazione effettuata nel procedimento amministrativo, chi effettivamente aveva la responsabilità della gestione e chi si è reso responsabile in proprio o in concorso della violazione del provvedimento dell’Autorità amministrativa. (T.A.R. Pescara sez. I, 31/01/2017, n. 54)

Sicurezza pubblica

L’art. 100, t.u. 18 giugno 1931, n. 773 – nel prevedere la possibilità per il Questore di sospendere la licenza di un esercizio nel quale si sono verificati disordini o gravi tumulti o, ancora, che è ritrovo abituale di persone pregiudicate o pericolose – non svolge funzione sanzionatoria, ma di prevenzione generale, quindi cautelare con riferimento a fatti che possono nuocere alla pubblica e privata incolumità; di conseguenza detto provvedimento resta valido ed efficace anche a prescindere dalla personale responsabilità del titolare del locale entro cui avviene la somministrazione o dell’esercente detta specifica attività. (T.A.R. Pescara sez. I, 31/01/2017, n. 54)

Sanzioni amministrative

libroIn tema di cessione di azienda in favore di una banca, l’art. 58 del d.lgs. n. 385 del 1993, prevedendo il trasferimento delle passività al cessionario, in forza della sola cessione e del decorso del termine di tre mesi dalla pubblicità notizia di essa (secondo quanto previsto dal comma 2 dello stesso art. 58), e non la semplice aggiunta della responsabilità di quest’ultimo a quella del cedente, deroga alla norma di cui all’art. 2560 c.c., sulla quale prevale in virtù del principio di specialità; ne consegue che, in caso di cessione di azienda bancaria, alla cessionaria si trasferisce anche l’obbligazione sanzionatoria solidale già sorta per effetto dell’illecito compiuto dai soggetti ad essa appartenenti. (Cassazione civile sez. II, 31/01/2017, n. 2523)

Fallimento

Il curatore fallimentare ha legittimazione attiva unitaria, in sede penale come in sede civile, all’esercizio di qualsiasi azione di responsabilità sia ammessa contro gli amministratori di qualsiasi società, anche per i fatti di bancarotta preferenziale commessi mediante pagamenti eseguiti in violazione del pari concorso dei creditori. (Cassazione civile sez. un.,  23/01/2017, n. 1641)

Prefetto

libroL’ interdittiva prefettizia antimafia costituisce una misura preventiva volta a colpire l’azione della criminalità organizzata, impedendole di avere rapporti contrattuali con la Pubblica amministrazione; trattandosi di una misura a carattere preventivo, l’ interdittiva prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che, nell’esercizio di attività imprenditoriali, hanno rapporti con la Pubblica amministrazione e si fonda sugli accertamenti compiuti dai diversi organi di polizia valutati, per la loro rilevanza, dal Prefetto territorialmente competente; tale valutazione costituisce espressione di ampia discrezionalità, che può essere assoggettata al sindacato del giudice amministrativo sotto il profilo della sua logicità in relazione alla rilevanza dei fatti accertati; essendo il potere esercitato, espressione della logica di anticipazione della soglia di difesa sociale, finalizzato ad assicurare una tutela avanzata nel campo del contrasto alle attività della criminalità organizzata, la misura interdittiva non deve necessariamente collegarsi ad accertamenti in sede penale di carattere definitivo e certi sull’esistenza della contiguità dell’impresa con organizzazione malavitosa e, quindi, del condizionamento in atto dell’attività di impresa, ma può essere sorretta da elementi sintomatici e indiziari da cui emergano sufficienti elementi del pericolo che possa verificarsi il tentativo di ingerenza nell’attività imprenditoriale della criminalità organizzata. (Consiglio di Stato sez. III, 20/01/2017, n. 256)

Giurisdizione civile

bilanciaQualora un ente pubblico promuova una causa risarcitoria complessa nei confronti di alcuni istituti di credito – alcuni dei quali con sede all’estero – avente ad oggetto, in via principale, l’illecito extracontrattuale consistente nell’aver tenuto, nella fase anteriore alla stipulazione di uno strumento finanziario derivato, condotte illecite tali da arrecare grave pregiudizio all’ente stesso, sussiste la giurisdizione del giudice italiano, ove l’evento dannoso si sia verificato in Italia, ai sensi dell’art. 5, n. 3), del Regolamento CE 22 dicembre 2000 n. 44/2001, perché la regola del “locus commissi delicti” trova applicazione anche in materia di responsabilità precontrattuale. (Cassazione civile sez. un., 19/01/2017, n. 1311)

Responsabilità civile

In tema di sinistro causato da animali, in assenza della prova del nesso causale tra il comportamento degli animali nella custodia del convenuto e la perdita del controllo dell’autovettura dell’attrice, non può essere riconosciuta la responsabilità del custode degli animali. (Cassazione civile sez. VI, 19/01/2017, n. 1368)

Danni

libroIn tema di project financing, anche una volta dichiarata di pubblico interesse una proposta di realizzazione di lavori pubblici ed individuato, quindi, il promotore privato, la Pubblica amministrazione non è tenuta a dare corso alla procedura di gara per l’affidamento della relativa concessione posto che: a) tale scelta costituisce una tipica e prevalente manifestazione di discrezionalità amministrativa nella quale sono implicate ampie valutazioni in ordine all’effettiva esistenza di un interesse pubblico alla realizzazione dell’opera, tali da non potere essere rese coercibili nell’ambito del giudizio di legittimità che si svolge in sede giurisdizionale amministrativa; b) la posizione di vantaggio acquisita per effetto della dichiarazione di pubblico interesse si esplica solo all’interno della gara, una volta che la decisione di affidare la concessione sia stata assunta; quanto alla reclamata responsabilità civile, ne consegue che anche dopo la dichiarazione di pubblico interesse dell’opera non si è costituito un distinto, speciale ed autonomo rapporto precontrattuale, interessato dalla responsabilità precontrattuale, a che l’amministrazione dia poi comunque corso alla procedura di finanza di progetto; la valutazione amministrativa della perdurante attualità dell’interesse pubblico alla realizzazione dell’opera continua a essere immanente. (Consiglio di Stato sez. V, 18/01/2017, n. 207)

Responsabilità civile

Nell’ambito della responsabilità per cose in custodia, il caso fortuito va individuato nella condotta imprudente dello stesso danneggiato (esclusa, nella specie, la responsabilità del custode per i danni occorsi ad un uomo inciampato su un gradino di una scala ben illuminata e dotata di corrimano). (Cassazione civile sez. VI, 18/01/2017, n. 1231)

Pubblica amministrazione

bilanciaIl privato, danneggiato da un provvedimento illegittimo della Pubblica amministrazione, non deve svolgere un particolare impegno per dimostrare la colpa della stessa, potendo egli limitarsi ad allegare l’illegittimità dell’atto e per il resto farsi applicazione, al fine della prova dell’elemento soggettivo, delle regole di comune esperienza e della presunzione semplice di cui agli artt. 2727 e 2729 Cod. civ., con la conseguenza a tal punto che spetta all’Amministrazione dimostrare, se del caso, che si è verificato un errore scusabile, il quale è configurabile in caso di contrasti giurisprudenziali sull’interpretazione di una norma, di formulazione incerta di norme da poco entrate in vigore, di rilevante complessità del fatto, d’influenza determinante di comportamenti di altri soggetti o di illegittimità derivante da una successiva dichiarazione d’incostituzionalità della norma applicata. (Consiglio di Stato sez. IV, 18/01/2017, n. 190)

Proprietà

libroIn materia di immissioni, il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive è, senz’altro, illecito, in quanto, se le emissioni acustiche superano la soglia di accettabilità prevista dalla normativa speciale a tutela di interessi della collettività, così pregiudicando la quiete pubblica, a maggior ragione esse, ove si risolvano in immissioni nell’ambito della proprietà del vicino, – ancor più esposto degli altri, in ragione della contiguità dei fondi, ai loro effetti dannosi – devono, per ciò solo, considerarsi intollerabili, ex art. 844 c.c. e, pertanto, illecite anche sotto il profilo civilistico. (Cassazione civile sez. VI, 18/01/2017, n. 1069)

Imposta Valore Aggiunto (I.V.A)

La modifica, ad opera del d.lg. 158/2015, della soglia di punibilità prevista per il reato di omesso versamento Iva di cui all’art. 10-ter d.lg. 74/2000 comporta un’ipotesi di abolitio criminis parziale, rilevante ai sensi dell’art. 2, comma 2, c.p.; pertanto, nel caso in cui l’illecito contestato risulti inferiore nel quantum alla nuova soglia di punibilità, l’imputato dovrà essere assolto con la formula piena “perché il fatto non sussiste”, essendo venuto meno un elemento costitutivo del reato. (Tribunale Spoleto, 17/01/2017, n. 11)

Danni

Il diritto di credito al risarcimento del danno non può sopravvivere in modo parziale ed autonomo rispetto a quello accertato nel primo giudizio promosso dal creditore e, dunque, il giudizio successivamente proposto dovrà definirsi con dichiarazione di improponibilità della domanda per carenza assoluta di un’autonoma situazione giuridica sostanziale tutelabile, tale non potendo ravvisarsi la tutela di un diritto nell’abuso del processo che realizza un illecito. (Cassazione civile sez. III, 17/01/2017, n. 929)

Procedimento Civile

bilanciaIn tema di risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito costituente reato, il danneggiato che abbia chiesto il risarcimento dei danni alla persona con l’atto di costituzione di parte civile nel giudizio penale ed abbia contestualmente introdotto un autonomo giudizio civile per il risarcimento dei danni alle cose, non viola il principio di infrazionabilità della domanda qualora, a seguito della definizione del giudizio penale con sentenza di patteggiamento, introduca una nuova domanda innanzi al giudice civile per i medesimi danni già richiesti in sede penale, stante il carattere necessitato della riproposizione dell’azione risarcitoria, giacché imposto dalla disposizione dell’art. 444, comma 2, c.p.p.. (Cassazione civile sez. III, 17/01/2017, n. 929)

Procedimento Civile

libroLa proposizione di separate azioni risarcitorie per danni diversi nascenti dallo stesso fatto illecito, avvenuta anteriormente all’arresto delle Sezioni Unite che ha affermato il principio dell’infrazionabilità della domanda giudiziale per crediti derivanti da un unico rapporto, si sottrae all’applicazione del “prospective overruling”, secondo cui restano salvi gli effetti degli atti processuali compiuti dalla parte che abbia fatto incolpevole affidamento sulla stabilità di una previgente interpretazione giurisprudenziale, atteso che quella decisione non ha comportato il mutamento dell’interpretazione di una regola del processo che preveda una preclusione o una decadenza, ma ha sancito l’improponibilità delle domande successive alla prima in ragione del difetto di una situazione giuridica sostanziale tutelabile, per contrasto con il principio costituzionale del giusto processo, che non consente di accordare protezione ad una pretesa caratterizzata dall’uso strumentale del diritto di azione. (Cassazione civile sez. III, 17/01/2017, n. 929)

Responsabilità civile

libroIl risarcimento del danno a carico della Pubblica amministrazione non è conseguenza automatica e costante dell’annullamento giurisdizionale dell’atto amministrativo, posto che si richiede invece a questo fine la verifica positiva, oltre che della lesione della situazione soggettiva di interesse tutelata dall’ordinamento, della sussistenza della colpa in capo all’Amministrazione e del nesso causale tra provvedimento illegittimo e danno sofferto; deve dunque essere accertata nell’ambito unicamente la sussistenza dell’elemento soggettivo, del nesso causale oltre che, se del caso, dei danni allegati e provati dal ricorrente; l’illegittimità del provvedimento è però un elemento dal quale deriva una presunzione di colpa in capo alla Pubblica amministrazione e l’onere probatorio gravante sul richiedente può ritenersi assolto con l’indicazione dell’illegittimità del provvedimento, potendo riconoscersi in capo all’Amministrazione l’onere di provare l’assenza di colpa attraverso l’errore scusabile derivante da contrasti giurisprudenziali sull’interpretazione della norma o dalla complessità dei fatti, ovvero ancora dal comportamento delle parti del procedimento. (T.A.R. Perugia sez. I, 17/01/2017, n. 94)

Inquinamenti

bilanciaAi sensi dell’art. 192, d.lg. 3 aprile 2006, n. 152 non è configurabile, a carico del proprietario o di coloro che a qualunque titolo abbiano la disponibilità dell’area interessata dall’abbandono dei rifiuti, una responsabilità oggettiva o per fatto altrui, in solido con l’autore materiale dell’abbandono, occorrendo che la violazione sia a questi imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dagli organi ed enti preposti al controllo, con conseguente esclusione della natura di obbligazione propter rem dell’obbligo di ripristino del fondo a carico del titolare di un diritto di godimento sul bene. (T.A.R. Torino sez. I, 17/01/2017, n. 96)

Pubblica amministrazione

In sede di gara pubblica la dissociazione dell’impresa dal comportamento illecito del suo ex direttore tecnico deve essere sempre preesistente alla data di partecipazione alla stessa gara perché ha per oggetto uno o più reati che sono stati effettivamente dichiarati dai soggetti nominati dal concorrente con funzioni di responsabilità e rappresentatività e che sarebbero, di per sé, impeditivi alla partecipazione alla procedura in assenza di dissociazione. (Consiglio di Stato sez. V, 12/01/2017, n. 54)

Trasporto

libroNel contratto di trasporto di persone, il viaggiatore danneggiato ha l’onere di provare, oltre all’esistenza e all’entità del danno, il nesso esistente fra il trasporto e l’evento dannoso, mentre incombe al vettore, al fine di liberarsi della presunzione di responsabilità posta a suo carico dall’art. 1681, primo comma c.c., la prova che l’evento dannoso era imprevedibile e non evitabile usando l’ordinaria diligenza, ferma restando la possibilità che l’eventuale condotta colposa del danneggiato assuma rilievo ai sensi della previsione dell’art. 1227 c.c. (nella specie, relativa ai danni occorsi ad una donna, rimasta schiacciata dalla porte di u convoglio della metropolitana, il fatto che la donna non si fosse attenuta alle segnalazioni acustiche e al dovere di non interporre ostacoli alla chiusura nulla toglieva al fatto che – in presenza di dispositivi antischiacciamento – le portiere non si sarebbero dovute chiudere e che il macchinista non avrebbe dovuto far ripartire il treno prima di avere verificato la completa chiusura delle porte di tutti i convogli). (Cassazione civile sez. III, 10/01/2017, n. 249)

Danni

bilanciaIn caso di morte di una casalinga verificatasi in conseguenza dell’altrui fatto dannoso, i congiunti conviventi hanno diritto al risarcimento del danno, quantificabile in via equitativa, subito per la perdita delle prestazioni attinenti alla cura ed all’assistenza da essa presumibilmente fornite, essendo queste prestazioni, benché non produttive di reddito, valutabili economicamente, ciò anche nell’ipotesi in cui la stessa fosse solita avvalersi di collaboratori domestici, perché comunque i suoi compiti risultano di maggiore ampiezza, intensità e responsabilità rispetto a quelli espletati da un prestatore d’opera dipendente. (Cassazione civile sez. III, 10/01/2017, n. 238)

Lavoro subordinato

libroIn tema di responsabilità dell’imprenditore ex art. 2087 c.c.., qualora sia accertato che il danno è stato causato dalla nocività dell’attività lavorativa per esposizione all’amianto, è onere del datore di lavoro provare di avere adottato, pur in difetto di una specifica disposizione preventiva, le misure generiche di prudenza necessarie alla tutela della salute dal rischio espositivo secondo le conoscenze del tempo di insorgenza della malattia, escludendo l’esposizione della sostanza pericolosa, anche se ciò imponga la modifica dell’attività dei lavoratori, assumendo in caso contrario a proprio carico il rischio di eventuali tecnopatie. (Cassazione civile sez. lav., 10/01/2017, n. 291)

Responsabilità civile

L’esistenza di uno scalino fra carreggiata e ciglio erboso, occultato dalla folta vegetazione, costituisce pericolo occulto, non specificatamente segnalato, rispetto al quale si estendono gli obblighi di manutenzione della pubblica amministrazione. (Cassazione civile sez. III, 10/01/2017, n. 260)

Armi e materie esplodenti

bilanciaIl possesso, da parte di un cittadino, di un’arma non rientra nello statuto ordinario dei diritti della personalità appartenenti al singolo e non costituisce un fatto ordinario, ma eccezionale, in quanto deroga al generale divieto di portare e detenere armi sancito dall’art. 699 c.p. e ribadito dall’art. 4, l. 18 aprile 1975, n. 110; ne deriva la legittimità della revoca del porto d’armi disposta dal Questore nei confronti di soggetto che, con incomprensibile indifferenza e negligenza, aveva permesso ad estranei di introdursi di notte in casa sua procedendo a furti diversi, fra i quali quello dell’arma da fuoco, solo depositata in un armadio con intollerabile indifferenza dimostrata per la sua tutela. (T.A.R. Torino sez. I, 09/01/2017, n. 34)

Responsabilità civile

libroSotto il profilo degli obblighi nascenti a carico del gestore di un impianto sportivo dal contratto di noleggio dei campi e della messa a disposizione delle connesse strutture e servizi, cioè dal punto di vista della responsabilità contrattuale, il titolare dell’impianto assume l’impegno di garantire la buona manutenzione dei campi da gioco e delle relative strutture, in modo da prevenire situazioni di pericolo, predisponendo le opportune protezioni e segnalazioni. A siffatti incombenti non può tuttavia darsi un’estensione tale da far ricadere sul gestore la responsabilità della non appropriata condotta degli utenti, tutte le volte in cui da questa sia derivato un danno a terzi.. (Tribunale Grosseto, 09/01/2017, n. 11)

Sport

L’impugnazione di sanzioni disciplinari, irrogate a causa di comportamenti contrari al regolamento sportivo dell’U.N.I.R.E., attiene alla giurisdizione del giudice amministrativo, trattandosi di atti adottati da soggetto di diritto pubblico nell’esercizio di una potestà pubblica, idonei a produrre modificazioni delle posizioni soggettive del settore di competenza, affievolendo tali posizioni in quelle di interesse legittimo. (T.A.R. Ancona sez. I, 05/01/2017, n. 16)

Responsabilità civile

In tema di responsabilità professionale, rileva ai fini della negligenza colpevole del professionista la condotta del medesimo che investito dell’incarico di curare gli interessi degli eredi e di consentire loro la separazione dei rispettivi patrimoni da quello del “de cuius” non provvedeva a depositare nei termini le istanze necessarie per l’effettuazione dell’inventario provocando la conseguente accettazione incondizionata dell’eredità. (Tribunale Arezzo, 05/01/2017, n. 9)

Circolazione stradale

bilanciaIl passaggio in giudicato della sentenza, che, riconoscendo la pari responsabilità dei conducenti di due veicoli coinvolti in un incidente stradale, abbia accolto la domanda di risarcimento proposta dal terzo danneggiato nei confronti di uno solo di detti conducenti, condannando questo, in forza della previsione di solidarietà di cui al comma 1 dell’art. 2055 c.c., a risarcire per l’intero il danno subito dal terzo, comporta che l’ azione della società assicuratrice del danneggiante condannato all’integrale risarcimento, volta a conseguire in via di regresso la metà di quanto erogato al danneggiato ai sensi della sentenza stessa, soggiace non alla prescrizione biennale prevista dal secondo comma dell’art. 2947 c.c.. ma alla prescrizione decennale ai sensi dell’art. 2953 dello stesso codice. Il generico riferimento di detta norma al diritto per il quale sia stabilito un termine di prescrizione breve, come oggetto della conversione di tale termine in quello ordinario decennale, da detta norma disposto a seguito dell’intervento di sentenza di condanna passata in giudicato, consente di ritenere che la conversione scaturente da un giudicato di condanna formatosi nei confronti di un coobbligato solidale operi anche nei riguardi degli altri coobbligati solidali rimasti estranei al giudizio. (Tribunale Grosseto, 04/01/2017, n. 5)

Comuni e Province

In caso di fornitura al Comune non deliberata risponde in proprio chi ha consentito l’esecuzione del contratto, non l’Ente. (Cassazione civile sez. I, 04/01/2017, n. 80)

Inquinamenti

L’obbligo di bonifica dei siti inquinati grava sull’effettivo responsabile dell’inquinamento, che le competenti Autorità amministrative devono ricercare, mentre la mera qualifica di proprietario o detentore del terreno inquinato non implica di per sé l’obbligo di effettuazione della bonifica, con la conseguenza che esso può essere posto a suo carico solo se responsabile o corresponsabile dell’illecito abbandono. Inoltre, in tema di inquinamento, il potere del curatore di disporre dei beni fallimentari, non comporta necessariamente il dovere di adottare particolari condotte attive finalizzate alla tutela sanitaria degli immobili destinati alla bonifica da fattori inquinanti, perciò la curatela fallimentare non subentra negli obblighi più strettamente correlati alla responsabilità dell’imprenditore fallito, a meno che non vi sia una prosecuzione dell’attività, con conseguente esclusione del carattere fallimentare dalla legittimazione passiva dell’ordine di bonifica. (T.A.R. Milano sez. III, 29/12/2016, n. 2482)

Responsabilità civile

libroLa fattispecie del danno da ritardo va pienamente ricondotta allo schema generale dell’art. 2043 c.c., con conseguente applicazione rigorosa del principio dell’onere della prova in capo al danneggiato circa la sussistenza di tutti i presupposti oggettivi e soggettivi dell’illecito, con l’avvertenza inoltre che, nell’azione di responsabilità per danni, il principio dispositivo, sancito in generale dall’art. 2697 comma 1, c.c., opera con pienezza e non è temperato dal metodo acquisitivo proprio dell’azione di annullamento. (Consiglio di Stato sez. IV, 28/12/2016, n. 5497)

Sicurezza Pubblica

Ai sensi dell’art. 4 penultimo comma, d.lg. 25 luglio 1998, n. 286 la presentazione da parte di extracomunitario di documentazione falsa o contraffatta o di false attestazioni, a sostegno della domanda di visto, comporta automaticamente, oltre alle relative responsabilità penali, l’inammissibilità della domanda. (Consiglio di Stato sez. III, 28/12/2016, n. 5517)

Istruzione pubblica

Il diritto all’istruzione del minore ha rango di diritto fondamentale e inviolabile della persona ai sensi degli articoli 2 e 34 Cost. e merita tutela particolare nel caso di minori affetti da disabilità, con un impegno particolare a carico dello Stato ai sensi dell’art. 38, commi 3 e 4, Cost. e sulla base degli obblighi internazionali assunti in virtù della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006, ratificata con l. 3 marzo 2009, n. 18. La particolare natura dell’interesse leso quale diritto inviolabile della persona costituzionalmente garantito, la cui lesione non è suscettibile di valutazione economica diretta, comporta sul piano probatorio che l’accertamento delle conseguenze dannose può essere compiuto per il tramite di presunzioni, ricavando secondo criteri di normalità l’incidenza pregiudizievole dell’illecito sul valore leso alla luce di una valutazione delle circostanze del caso concreto, senza la necessità di ricorrere a una consulenza tecnica d’ufficio. (Consiglio di Stato sez. VI, 27/12/2016, n. 5466)

Obbligazioni e contratti

bilanciaNon è configurabile una responsabilità precontrattuale in capo all’oblato in caso di mancata accettazione di una proposta contrattuale poziore nel tempo ed economicamente più vantaggiosa rispetto a quella diversa preferita, non gravando sul destinatario di plurime proposte contrattuali alcun obbligo di accettare quella ricevuta temporalmente per prima, ovvero di accettare l’offerta economicamente migliore, sicchè il medesimo è libero, in difetto di obblighi eventualmente insorgenti da una precorsa trattativa, di accettare la proposta ravvisata preferibile in base a considerazioni anche prescindenti da valutazioni di carattere meramente economico. (Cassazione civile sez. III, 27/12/2016, n. 27017)

Impiegati dello stato

Per il pubblico dipendente, presupposto indispensabile per poter fruire del rimborso delle spese legali è che il giudizio a cui è stato sottoposto si sia concluso con una decisione che esclude la sua responsabilità. (T.A.R. Ancona sez. I, 22/12/2016, n. 742)

Giurisdizione civile

libroIn linea di principio esulano dalla giurisdizione amministrativa le controversie relative a provvedimenti assunti dalle Aziende sanitarie per il conferimento, ad un dirigente medico, dell’incarico di direzione di una struttura complessa, in ragione del suo evidente carattere fiduciario; tuttavia, per individuare la giurisdizione, occorre avere riguardo al concreto atteggiarsi della procedura di conferimento, con la conseguenza che, ove sia stata adottata una scelta di carattere fiduciario, affidata alla discrezionalità ed alla responsabilità del Direttore generale, resta ferma l’attribuzione al giudice ordinario della giurisdizione nella relativa controversia; viceversa, qualora l’attività preparatoria si sia tradotta in una valutazione di titoli, con attribuzione di punteggi e formazione di una graduatoria o, comunque, in un’effettiva comparazione del merito, è ravvisabile la caratterizzazione tipica della procedura selettiva, sia sul piano procedimentale che su quello della valutazione dei candidati, con la conseguenza che sussiste la giurisdizione residua del giudice amministrativo prevista dall’art. 63, d.lg. 30 marzo 2001, n. 165. (T.A.R. Ancona sez. I, 22/12/2016, n. 739)

Notaio e archivi notarili

In tema di responsabilità disciplinare del notaio, costituisce comportamento illecito, rilevante ex art. 147, lett. a), della l. n. 89 del 1913, la condotta del notaio che presta fideiussioni bancarie di elevato importo a favore di società, esponendosi così a pretese creditorie analoghe a quelle rivolte ad un imprenditore e creando, in tal modo, legami di natura negoziale – commerciale con gli stessi soggetti rispetto ai quali è poi chiamato a rendere prestazioni notarili. (Cassazione civile sez. II, 20/12/2016, n. 26369)

Giurisdizione civile

bilanciaL’art. 63, comma 4, del d.lgs. n. 165 del 2001, si interpreta, alla stregua dei principi enucleati, ex art. 97 Cost., dal giudice delle leggi, nel senso che per “procedure concorsuali di assunzione”, ascritte al diritto pubblico ed all’attività autoritativa dell’amministrazione, si intendono non soltanto quelle preordinate alla costituzione “ex novo” dei rapporti di lavoro (come le procedure aperte a candidati esterni, ancorché vi partecipino soggetti già dipendenti pubblici), ma anche i procedimenti concorsuali interni, destinati, cioè, a consentire l’inquadramento dei dipendenti in aree funzionali o categorie più elevate, con novazione oggettiva dei rapporti di lavoro. Le progressioni, invece, all’interno di ciascuna area professionale o categoria, sia con acquisizione di posizioni più elevate meramente retributive, sia con il conferimento di qualifiche (livello funzionale connotato da un complesso di mansioni e di responsabilità) superiori (art. 52, comma 1 del d.lgs. n. 165 del 2001), sono affidate a procedure poste in essere dall’amministrazione con la capacità ed i poteri del datore di lavoro privato (art. 5, comma 2 dello stesso d.lgs.). (Cassazione civile sez. un., 20/12/2016, n. 26270)

Assicurazione

libroNel sistema dell’indennizzo diretto del cd. nuovo Codice delle assicurazioni private, nell’ipotesi di sinistro con danni alle sole cose, occorre distinguere, nell’ambito dell’art. 145 del d.lgs. n. 209 del 2005, il termine dilatorio di 60 giorni, esso solo rilevante come condizione di proponibilità dell’azione di risarcimento esperibile dal danneggiato nei confronti dell’assicuratore, da quello di 30 giorni, decorrente dalla lettera di messa in mora del danneggiato, entro il quale l’assicuratore è tenuto a formulare l’offerta di risarcimento allo stesso, in quanto la previa formulazione di detta offerta è unicamente funzionale ad evitare l’esercizio di azioni giudiziarie, specie se di natura bagattellare. (Cassazione civile sez. III, 19/12/2016, n. 26098)

Imposte in genere

bilanciaIn tema di solidarietà tributaria, l’amministratore o legale rappresentante di società di capitali non è solidalmente responsabile per il pagamento di soprattasse o pene pecuniarie irrogate alla società per violazioni, ad essa direttamente imputabili, di norme relative all’accertamento delle imposte sui redditi contenute nel d.P.R. n. 600 del 1973, applicandosi il principio di solidarietà sancito dall’art. 98, comma 6, del d.P.R n. 602 del 1973, vigente “ratione temporis”, alle sole sanzioni civili previste dal titolo III di quest’ultimo decreto. (Cassazione civile sez. trib., 16/12/2016, n. 26042)

Competenza Civile

libroLa competenza delle sezioni specializzate in materia di impresa ai sensi dell’art. 3 del d.lgs. n. 168 del 2003 (sia nel testo anteriore che in quello risultante dalle modifiche apportate dall’art. 2 del d.l. n. 1 del 2012, conv., con modif., dalla l. n. 27 del 2012) va affermata anche nei casi di proposizione di domanda di accertamento di una ipotesi di concorrenza sleale, nella quale la lesione dei diritti riservati sotto forma di “know how”, ossia di informazioni aziendali e di processi ed esperienze tecnico-industriali e commerciali, sia, in tutto o in parte, direttamente o indirettamente, elemento costitutivo o relativo all’accertamento dell’illecito della lesione del diritto alla lealtà concorrenziale. (Cassazione civile sez. VI, 13/12/2016, n. 25535)

Edilizia e urbanistica

bilanciaLa fattispecie della lottizzazione abusiva è distinta da quella delle singole costruzioni prive di titolo abilitativo, con la conseguenza che, da una parte, non può essere applicata alla prima la disciplina sul condono edilizio e, dall’altra, non possono essere sanate le seconde, quando realizzate nell’ambito di una lottizzazione abusiva, se non previa valutazione globale dell’attività lottizzatoria secondo lo speciale meccanismo di cui agli articoli 29 e 35, comma 13, della Legge n. 47 del 1985, cioè previa adozione di una variante dello strumento urbanistico, così come, in ragione della differenza fra le due fattispecie, non è prevista per la prima la possibilità del ripristino da parte del privato come invece espressamente consentito al responsabile del singolo abuso ai sensi dell’art. 31, c. 3, del D.P.R. n. 380 del 2001, donde la legittimità dell’ordinanza di demolizione di opere abusive emessa non solo nei confronti del responsabile dell’abuso edilizio ma anche dell’attuale proprietà dell’immobile, in quanto tale abuso dà luogo ad un illecito avente carattere permanente, con la conseguenza che il provvedimento amministrativo che lo sanziona produce validi effetti anche sui successivi proprietari dell’immobile. (T.A.R. Bologna sez. I, 12/12/2016, n. 1019)

Edilizia e urbanistica

libroVa escluso che da una situazione di abusivismo edilizio e, tanto meno, da un’accertata lottizzazione abusiva, possa derivare, da una parte, in capo ai successivi acquirenti della res una situazione di affidamento circa la legittimità delle pregresse alienazioni della stessa e, dall’altra, anche che tale grave tipologia di abuso consenta di sanare i singoli interventi realizzati in ciascuna area oggetto di illecito frazionamento, giacché la lottizzazione abusiva va intesa come un illecito permanente e insanabile, poiché produce una deviazione dagli scopi stabiliti con la pianificazione urbanistica e lede perciò l’essenziale prerogativa comunale della programmazione in materia, alla cui protezione tende l’art. 30 del D.P.R. n. 380 del 2001: essa ha dunque una potenzialità lesiva più estesa di quella del singolo abuso edilizio poiché incide sull’interesse pubblico primario alla corretta urbanizzazione del territorio, condizionando indebitamente le scelte pianificatorie future della P.A. (T.A.R. Bologna sez. I, 12/12/2016, n.1019)

Sanzioni amministrative

Il contrasto presente da tempo nella giurisprudenza di legittimità tra i principi enunciati in tema della estensione all’obbligato solidale dell’effetto estintivo dell’obbligazione derivante dalla morte del trasgressore ex art. 14 legge n. 689 del 1981 ed i principi enunciati con riferimento al tema della estensione all’obbligato solidale dell’effetto estintivo dell’obbligazione derivante dalla omessa o tardiva contestazione dell’illecito porta ad emersione una distonia che investe i principi generali dell’illecito amministrativo e che rende necessario la rimessione degli atti alla Sezioni Unite. (Cassazione civile sez. II, 12/12/2016, n. 25354)

Edilizia e urbanistica

Alla regolarizzazione dell’illecito edilizio, che ha efficacia soltanto sul piano amministrativo e penale, restano estranei i diritti dei terzi, i quali possono sempre far valere la violazione delle norme sulle distanze legali e chiedere il risarcimento dei danni o la demolizione delle opere abusive. (Consiglio di Stato sez. IV, 12/12/2016, n. 5194)

Assicurazione

libroIn tema di sinistri automobilistici, il trasportato ha azione diretta nei confronti dell’Assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro, a prescindere dall’accertamento della responsabilità dei conducenti, salva l’ipotesi del “caso fortuito”. Il legislatore ha configurato la specifica azione a tutela della posizione del trasportato nell’art. 141 cod. ass.; trattasi di azione tipica, diretta a rafforzare la posizione del terzo trasportato che prescinde dalla specifica prova della responsabilità nella causazione del sinistro e subordina l’accoglimento della domanda risarcitoria alla mera prova dell’evento storico del sinistro e della presenza del trasportato sul veicolo coinvolto nell’incidente. Lo strumento processuale di cui all’art. 141 cod. ass. assuma un carattere non esclusivo, così da non precludere l’esperimento dell’ordinaria azione ex art. 144 cod. ass.. Il trasportato (danneggiato) ha oggi, nel nostro ordinamento, una serie di opzioni che possono essere scelte liberamente, potendo citare in giudizio il solo responsabile civile ex. art. 2054 c.c., coinvolgere anche la di lui compagnia assicuratrice mediante azione diretta ex. art. 144 cod. ass., ovvero, perseguendo un risarcimento più celere, invocare l’art. 141 cod. ass. e citare così solo l’assicuratore del vettore. (Tribunale Roma sez. XII, 09/12/2016, n. 22858)

Espropriazione per pubblico interesse

bilanciaL’obbligazione indennitaria di cui all’art. 46 della l. n. 2359 del 1865 sorge con l’esecuzione dell’opera produttiva del pregiudizio alla vicina proprietà e, in caso di concessione traslativa dell’opera pubblica, nasce in capo a chi sia concessionario alla relativa data, sicché la chiusura della concessione, successivamente disposta dall’amministrazione concedente, non comporta la perdita della titolarità di tale obbligazione da parte dell’ex concessionario, atteso che la suddetta chiusura non ha effetto retroattivo ed inoltre che la responsabilità del concessionario, prevista da norme imperative, non potrebbe essere esclusa da diversi accordi tra concedente e concessionario stesso o da diverse disposizioni della menzionata amministrazione. (Cassazione civile sez. un., 07/12/2016, n. 25038)

Corte dei Conti

libroLa domanda volta ad ottenere la condanna al pagamento dei canoni, accertati e non riscossi, per il consumo di acqua potabile e per lo smaltimento e depurazione di acque reflue, proposta da un comune nei confronti della società affidataria del relativo servizio, è compromettibile in arbitri, atteso che l’azione di risarcimento dei danni erariali e la possibilità per le amministrazioni interessate di promuovere le ordinarie azioni civilistiche di responsabilità restano, anche quando investano i medesimi fatti materiali, reciprocamente indipendenti, integrando le eventuali interferenze tra i giudizi una questione di proponibilità dell’azione di responsabilità innanzi al giudice contabile e non, invece, di giurisdizione. (Cassazione civile sez. un., 07/12/2016, n. 25040)

Corte dei Conti

bilanciaIn tema di responsabilità contabile, la norma dell’art. 17, comma 30-ter, del d.l. n. 78 del 2009, conv., con modif., dalla l. n. 102 del 2009 – che ha circoscritto la possibilità del P.M. presso il giudice contabile di agire per il risarcimento del danno all’immagine di enti pubblici (pena la nullità degli atti processuali computi) ai soli fatti costituenti delitti contro la P.A., accertati con sentenza passata in giudicato – introduce una condizione di mera proponibilità dell’azione di responsabilità davanti al giudice contabile (incidente, dunque, sui soli limiti interni della sua giurisdizione) e non una questione di giurisdizione, posto che ad incardinare la giurisdizione della Corte dei conti è necessaria e sufficiente l’allegazione di una fattispecie oggettivamente riconducibile allo schema del rapporto d’impiego o di servizio del suo preteso autore, mentre afferisce al merito ogni problema relativo alla sua effettiva esistenza. Ne consegue che, qualora il pubblico impiegato abbia patteggiato la pena ai sensi degli artt. 444 e ss. c.p.p. e la relativa sentenza sia stata resa successivamente all’entrata in vigore della l. n. 475 del 1999, che ha equiparato la detta pronuncia a quella di condanna, è inammissibile, non trattandosi di superamento dei limiti esterni della giurisdizione del giudice contabile, l’impugnazione davanti alle Sezioni Unite della Corte di cassazione, della sentenza non definitiva della Corte dei conti di condanna del detto pubblico dipendente al risarcimento del danno all’immagine e da disservizio subiti dalla P.A. (Cassazione civile sez. un., 07/12/2016, n. 25042)

Società di capitali

libroLo statuto di una s.r.l., costituita in epoca anteriore all’1 gennaio 2004, che preveda la facoltà del c.d.a. di delegare le proprie attribuzioni – ad eccezione di quelle riservate ex lege esclusivamente all’organo consiliare – ai singoli consiglieri delegati, con esercizio disgiuntivo dei poteri, non si pone in contrasto con norme imperative e precipuamente con l’art. 2475, comma 3, c.c. (nel testo riformato dal d.lg. n. 6 del 2003), non imponendo tale norma – fatte salve le previsioni dell’ultimo comma – l’applicazione inderogabile del principio di collegialità, attesa la natura suppletiva che rivestono le disposizioni in questione rispetto ad eventuali diverse disposizioni dettate in materia dall’atto costitutivo (commi 1, 3 e 4). Peraltro, la disposizione statutaria che autorizzi la delega non costituisce impedimento alla concorrente legittimazione del c.d.a. all’esercizio dei poteri di gestione dell’impresa, in considerazione dei poteri informativi, di intervento direttivo e di valutazione, nonché di avocazione e revoca – analoghi a quelli indicati nell’art. 2381 c.c. – allo stesso comunque spettanti in via preventiva, concomitante e successiva, rispetto alle attribuzioni delegate. La legittimazione processuale non può prescindere dal conferimento di una delega di poteri gestionali, ma non è sempre vero il contrario potendo l’atto costitutivo o lo statuto attribuire la legittimazione ad agire e resistere in giudizio, in nome della società, soltanto ad uno tra i soggetti dotati di poteri di rappresentanza negoziale con esercizio disgiunto dei poteri. (Cassazione civile sez. trib., 07/12/2016, n. 25085)

Società di capitali

bilanciaIn tema di società a responsabilità limitata costituita in data anteriore all’1 gennaio 2004, la previsione statutaria che consenta al consiglio di amministrazione, senza escluderne la concorrente legittimazione, la delega delle proprie attribuzioni ai singoli consiglieri, con esercizio disgiunto dei poteri, non contrasta con l’art. 2475, comma 3, c.c., che non impone – ad eccezione dell’ultimo comma – il principio di collegialità, considerato il carattere suppletivo delle disposizioni in questione rispetto all’atto costitutivo, sicché risulta legittima la delega generale ad un singolo consigliere dell’esercizio dei poteri gestionali, con conseguente attribuzione al medesimo del potere di rappresentanza negoziale e processuale della società. (Cassazione civile sez. trib., 07/12/2016, n. 25085)

Responsabilità civile

La struttura sanitaria è responsabile per i danni subiti dal paziente dopo un intervento chirurgico, per aver omesso al momento delle dimissioni di informare il paziente sulle opportune ed usuali prescrizioni inerenti allo stile di vita, norme igieniche e dietetiche a cui il paziente avrebbe dovuto attenersi nel periodo di convalescenza. (Tribunale Roma sez. XIII, 07/12/2016, n. 22781)

Espropriazione per pubblico interesse

libroIn tema di espropriazione, nell’ipotesi di cd. sconfinamento, che ricorre qualora la realizzazione dell’opera pubblica abbia interessato un terreno diverso o più esteso rispetto a quello considerato dai presupposti provvedimenti amministrativi di approvazione del progetto, la dichiarazione di pubblica utilità, pur emessa, è riferibile ad aree diverse da quelle di fatto trasformate, sicchè l’occupazione e/o trasformazione del terreno da parte della P.A. si configura come un comportamento di mero fatto, perpetrato in carenza assoluta di potere, che integra un illecito a carattere permanente, lesivo del diritto soggettivo (cd. occupazione usurpativa), onde l’azione risarcitoria del danno che ne è conseguito rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, a nulla rilevando l’art. 42-bis del d.P.R. n. 327 del 2001, introdotto dal d.l. n. 98 del 2011, conv., con modif., dalla l. n. 111 del 2011, sulla cd. acquisizione sanante: tale norma, infatti, disciplina i presupposti per l’adozione del relativo provvedimento e la misura dell’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale conseguente alla perdita definitiva dell’immobile, risultando, quindi, ininfluente in ordine ai criteri attributivi della giurisdizione sulle domande di risarcimento da occupazione “sine titulo”. (Cassazione civile sez. un., 07/12/2016, n. 25044)

Lavoro subordinato

bilanciaIl mobbing consiste in una condotta sistematica e protratta nel tempo, che concreta, per le sue caratteristiche vessatorie, una lesione dell’integrità fisica e la personalità morale del prestatore di lavoro, garantite dall’art. 2087 c.c.; tale illecito, che rappresenta una violazione dell’obbligo di sicurezza posto da questa norma generale a carico del datore di lavoro, si può realizzare con comportamenti materiali o provvedimenti del datore di lavoro indipendentemente dall’inadempimento di specifici obblighi contrattuali previsti dalla disciplina del rapporto di lavoro subordinato. (Tribunale Roma sez. lav., 07/12/2016, n. 10612)

Danni

Il danno non patrimoniale deve essere determinato tenendo conto di tutti i pregiudizi non patrimoniali sofferti connessi alla lesione della integrità psicofisica del soggetto vittima di un illecito (nel caso in esame integrante anche gli estremi del reato di lesioni colpose) – sulla scorta dell’apprezzamento delle sofferenze concrete, valutate anche dal punto di vista relazionale ed esistenziale (danno dinamico-relazionale), consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiane patite da parte attrice. (Tribunale Roma sez. XIII, 06/12/2016, n. 22698)

Comunione e condominio

Le ipotesi di nullità delle delibere assembleari vanno circoscritte ai soli casi di anomalie tali da rendere la delibera stessa mero simulacro (perché priva degli elementi essenziali, con oggetto impossibile o illecito o che esorbiti dalle competenze assembleari o che incida sui diritti o la proprietà individuale), dovendosi ogni altro caso ricondurre alla categoria della annullabilità. (Cassazione civile sez. II, 06/12/2016, n. 24948)

Notaio e archivi notarili

In tema di responsabilità disciplinare notarile, non sussiste violazione dell’art. 103 del r.d. n. 1326 del 1914, norma eccezionale e, quindi, suscettibile solo di stretta interpretazione, se alla delibera del Consiglio notarile, con la quale sia avanzata una richiesta di procedimento disciplinare, partecipi un notaio portatore di interessi professionali concorrenziali rispetto a quelli dell’incolpato. (Cassazione civile sez. II, 06/12/2016, n. 24962)

Notaio e archivi notarili

libroIn tema di responsabilità disciplinare notarile, è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 93-bis della legge notarile (nel testo, applicabile “ratione temporis”, antecedente alle modifiche apportate dall’art. 1, comma 139, lettera c), della l. n. 208 del 2015), con riferimento agli artt. 3, 76, e 97 Cost., in quanto le attività di indagine attribuite al Consiglio notarile distrettuale, che rappresentano un coerente sviluppo e completamento dei principi e criteri direttivi di cui all’art. 7, comma 1, lett. e), della legge delega n. 246 del 2005, sono strettamente funzionali all’eventuale esercizio del potere di instaurazione del procedimento disciplinare, non denotando lesione alcuna dei principi di imparzialità ed uguaglianza, giacché relegate nella fase amministrativa di esso, in ordine al quale il Consiglio può rivolgere la richiesta di apertura alla Commissione, che decide, come organismo terzo ed imparziale, sulla fondatezza dell’addebito. (Cassazione civile sez. II, 06/12/2016, n. 24962)

Strade

bilanciaIn tema di richiesta di risarcimento danni cagionati a causa di una buca presente sul marciapiede, si rientra nell’ipotesi di danno proveniente da cose inerti – ossia prive di un intrinseco dinamismo – che richiedono, per la causazione di un evento lesivo, un comportamento attivo da parte di terzi (ed in particolare, del danneggiato): perché possa configurarsi una responsabilità da custodia, è necessario che la cosa inerte (nel caso di specie la buca) sia connotata da una situazione di oggettivo pericolo in ragione delle sue caratteristiche, tale da rendere il danno molto probabile – se non inevitabile – e pertanto non superabile con una ordinaria diligenza. (Tribunale Roma sez. XII, 06/12/2016, n. 22716)

Brevetti per invenzioni industriali, modelli di utilità, modelli e disegni ornamentali

libroLe azioni concesse a tutela dei brevetti e quelle in materia di concorrenza sleale hanno natura e presupposti diversi ed autonomi: le prime, di carattere reale “erga omnes”, sono dirette alla protezione di diritti reali assoluti su beni immateriali ed alla rimozione degli effetti pregiudizievoli; le seconde, di carattere personale, sono volte all’accertamento dell’illecito concorrenziale nelle sue varie manifestazioni ed alla pronunzia sanzionatrice delle conseguenze dannose. Ne consegue che, pur potendo le due azioni essere cumulate nello stesso giudizio, non necessariamente l’una è condizionata o dipendente dall’altra, nel senso che, se è vero che la medesima condotta può costituire violazione sia della normativa a tutela del brevetto, sia di quella posta a contrasto della concorrenza sleale, ciò nondimeno, la ricorrenza di una fattispecie di concorrenza sleale non è automaticamente implicata dalla denuncia di contraffazione del brevetto, dovendo quest’ultimo comprovare, altresì, nei limiti in cui il relativo onere probatorio è a suo carico, la sussistenza di una condotta di concorrenza sleale individuata tra quelle previste dall’articolo 2598 c.c. (Cassazione civile sez. I, 2/12/2016, n. 24658)

Notaio e archivi notarili

bilanciaIn tema di sanzioni disciplinari a carico di notai, il divieto di stipula di cui all’art. 8 del d.lgs. n. 122 del 2005 non è applicabile agli atti di compravendita che abbiano ad oggetto un immobile già ultimato, in quanto il predetto articolo, che deve essere interpretato in necessaria correlazione con le altre norme del medesimo decreto, si inserisce tra le disposizioni volte alla tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di “immobili da costruire”, le quali presuppongono una condizione di particolare asimmetria giuridica ed economica tra il venditore e l’acquirente che giustifica la specialità della disciplina normativa . (Cassazione civile sez. II, 01/12/2016, n. 24535)

Responsabilità civile

libroSecondo un’applicazione del principio dettato in generale per le obbligazioni solidali dall’art. 1298, comma 1 c.c. secondo cui quando l’obbligazione sia stata contratta nell’interesse esclusivo di alcuno dei debitori, l’intero peso del debito sarà posto a suo carico nell’ipotesi di concorso tra responsabili senza colpa e responsabili colpevoli è pacificamente riconosciuto che il responsabile per fatto altrui (mediato o indiretto) ove abbia risarcito il danno potrà esercitare l’azione di regresso nei confronti dell’autore immediato dell’illecito per l’intera somma pagata, dovendo escludersi, in tal caso, la possibilità di ripartire tra i coobbligati l’onere del risarcimento in proporzione della rispettiva colpa e delle entità delle conseguenze che ne sono derivate. (Cassazione civile sez. lav., 01/12/2016, n. 24567)

Responsabilità civile

bilanciaIn tema di responsabilità per illecito extracontrattuale, ove il datore di lavoro, proprietario del veicolo, sia corresponsabile solidalmente nei confronti di un terzo, ex artt. 2054, comma 3, e 2049 c.c., per un incidente stradale causato dal lavoratore subordinato, conducente del mezzo, il principio in forza del quale nell’obbligazione solidale da fatto illecito l’onere di ciascun obbligato nei rapporti interni è proporzionale alla rispettiva colpa – sancito dall’art. 2055, comma 2, c.c. – comporta che il proprietario del veicolo, datore di lavoro, può esperire, nello stesso ma anche in separato giudizio, azione di rivalsa contro il conducente dipendente, autore del fatto dannoso, per l’intera somma pagata al terzo danneggiato. (Cassazione civile sez. lav., 01/12/2016, n. 24567)

Lavoro subordinato

libroIn tema di riposo settimanale, ove la sua fruizione oltre il settimo giorno sia legittima, in base alle previsioni normative di vario livello che disciplinano il rapporto e la specifica organizzazione del tempo di lavoro prevedendo deroghe consentite dalla legge e benefici economici compensativi, la maggiorazione del compenso per la peculiare gravosità del lavoro ha natura retributiva e la prescrizione è quinquennale; qualora, invece, la mancata fruizione del riposo dopo sei giorni di lavoro, in assenza di previsioni legittimanti la scelta datoriale, contrasti con gli artt. 36 Cost. e 2109 c.c. ed il lavoratore proponga una domanda di risarcimento del danno da usura psico-fisica, la sussistenza di tale danno deve presumersi ed il corrispondente diritto, che non ha natura retributiva, si prescrive in dieci anni. Se, poi, il lavoratore assuma di aver subito un ulteriore pregiudizio alla salute o danno biologico, che si concretizza in una “infermità” conseguente all’attività lavorativa continua non seguita dai riposi settimanali, un siffatto danno non può ritenersi presuntivamente esistente, ma ne vanno dimostrati la sussistenza ed il nesso eziologico, a prescindere dalla presunzione di colpa insita nella responsabilità nascente dall’illecito contrattuale. (Cassazione civile sez. lav., 01/12/2016, n. 24563)

Sanità pubblica

bilanciaIn tema di responsabilità della struttura sanitaria, il rapporto che si instaura tra paziente e casa di cura (o ente ospedaliero) ha la sua fonte in un atipico contratto a prestazioni corrispettive con effetti protettivi nei confronti del terzo, da cui, a fronte dell’obbligazione al pagamento del corrispettivo (che ben può essere adempiuta dal paziente, dall’assicuratore, dal S.s.n. o da altro ente), insorgono a carico della casa di cura (o dell’ente), accanto a quelli di tipo “latu sensu” alberghieri, obblighi di messa a disposizioni del personale medico ausiliario, del personale paramedico e dell’apprestamento di tutte le attrezzature necessarie, anche in vista di eventuali complicazioni od emergenze; ne deriva che la responsabilità della casa di cura (o dell’ente) nei confronti del paziente ha natura contrattuale e può conseguire, ai sensi dell’art. 1218 c.c., all’inadempimento delle obbligazioni direttamente a suo carico, nonché, in virtù dell’art. 1228 c.c., all’inadempimento della prestazione medico-professionale svolta direttamente dal sanitario, quale suo ausiliario necessario, pur in assenza di un rapporto di lavoro subordinato, comunque sussistendo un collegamento tra la prestazione da costui effettuata e la sua organizzazione aziendale, non rilevando in contrario al riguardo la circostanza che il sanitario risulti essere anche di fiducia dello stesso paziente, o comunque dal medesimo scelto. (Tribunale Roma sez. VIII, 01/12/2016, n. 22372)

Comuni e province

Nel caso non vi sia stato un totale trasferimento a terzi del potere di fatto sull’opera l’ente proprietario deve continuare a esercitare l’opportuna vigilanza ed i necessari controlli. (Tribunale Milano sez. X, 01/12/2016, n. 13293)

Responsabilità civile

Gli esborsi economici sostenuti per la partecipazione alla gara e della perdita di chance subita rientrano nella normale alea di partecipazione a gare ad evidenza pubblica, per loro natura caratterizzate dall’esito incerto, non solo riguardo all’aggiudicazione, ma anche alla possibilità di una eventuale revoca in corso di gara. (T.A.R. Trento sez. I, 30/11/2016, n. 404)

Responsabilità civile

bilanciaNon è configurabile una responsabilità precontrattuale della Stazione Appaltante anteriormente alla scelta del contraente, vale a dire prima della sua individuazione, allorché gli aspiranti alla posizione di contraenti sono solo partecipanti alla gara e possono solo vantare un interesse legittimo al corretto esercizio del potere pubblico. L’Amministrazione può ritenersi soggetta alle conseguenze derivanti dall’art. 1337 c.c. a condizione che la gara sia giunta ad uno stadio tale da avere ingenerato nel concorrente la ragionevole aspettativa di conseguire l’aggiudicazione e, quindi, la stipulazione del contratto; in altri termini, occorre che il concorrente veda frustrato un affidamento consolidato in ordine alla favorevole conclusione della procedura di gara. (T.A.R. Trento sez. I, 30/11/2016, n. 404)

Responsabilità civile

La domanda risarcitoria presuppone pur sempre l’ingiustizia dei danni subiti in ragione dell’illegittimità del provvedimento gravato (nella specie, provvedimento di revoca del provvedimento a contrarre per la realizzazione di un nuovo polo ospedaliero, ritenuto legittimo). (T.A.R. Trento sez. I, 30/11/2016, n. 404)

Responsabilità civile

libroLa responsabilità ex art. 2051 c.c. è configurabile qualora la cosa custodita sia dotata di un’energia o una dinamica interna alla sua struttura, che sia, da sola, idonea a provocare il danno, oppure nei casi in cui sia necessaria l’azione del danneggiato, perché magari la cosa è inerte o statica; il nesso causale viene provato soltanto dimostrando che lo stato dei luoghi presenti peculiarità tali da renderne potenzialmente dannosa la normale utilizzazione (nella specie, relativa alla caduta da una scalinata di ferro da parte di una donna, la Corte d’appello non ha escluso in toto la riconducibilità della caduta e del successivo decesso alla responsabilità per custodia in capo all’Ente gestore, ma aveva affermato che dalla istruttoria svolta non era emersa la prova del nesso di causalità tra la cosa e il danno). (Cassazione civile sez. VI, 30/11/2016, n. 24480)

Danni

In caso di responsabilità ex art. 2043 c.c. della Stazione Appaltante, spetta alla ricorrente il risarcimento del danno, anche per equivalente mediante aggiudicazione della gara, ove richiesto dalla ricorrente stessa. (T.A.R. Roma sez. III, 24/11/2016, n. 11759)

Edilizia e urbanistica

Constatata l’esistenza di un abuso edilizio, l’ordine di demolizione è atto vincolato, che non richiede alcuna specifica valutazione di ragioni d’interesse pubblico concrete e attuali alla demolizione, né comparazione con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, non essendo configurabile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione d’illecito permanente, che il tempo non può legittimare in via di fatto. (Consiglio di Stato sez. IV, 24/11/2016, n. 4943)

Inquinamenti

bilanciaLa prescrizione quinquennale dell’azione di risarcimento dei danni derivanti a diritti di soggetti che lamentino la lesione dei loro diritti di proprietà, di impresa (nella specie, agricola) e all’integrità psico-fisica cagionata dalla compromissione dell’ambiente provocata dall’esercizio dell’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti decorre dal momento in cui i danni derivanti dalla lesione si sono manifestati e sono divenuti percepibili, venendo in rilievo un illecito istantaneo a effetti permanenti; tale azione, infatti, si riferisce al danno (non patrimoniale) alla persona in conseguenza di inquinamento ambientale e non già al danno all’ambiente quale bene autonomamente inteso, non potendo pertanto trovare applicazione il principio della decorrenza del termine prescrizionale solo dal momento in cui le condizioni di danneggiamento siano cessate. (T.A.R. Latina sez. I, 23/11/2016, n. 741)

Procedimento tributario

libroIn tema di contenzioso tributario, nell’ipotesi di cancellazione della società di capitali dal registro delle imprese, l’Amministrazione finanziaria può agire in via sussidiaria nei confronti dei soci, nei limiti di cui all’art. 2495 c.c., sino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di liquidazione, ma è tenuta a dimostrare i presupposti della loro responsabilità e, cioè che, in concreto, vi sia stata distribuzione dell’attivo e che una quota di quest’ultimo sia stata riscossa, non potendo allegare per la prima volta in appello la circostanza, non dedotta in sede di accertamento, della distribuzione occulta di utili extracontabili. (Cassazione civile sez. VI, 23/11/2016, n. 23916)

Imposte in genere

bilanciaIn tema di sanzioni amministrative per violazioni di norme tributarie, l’incertezza normativa oggettiva, causa di esenzione del contribuente dalla responsabilità amministrativa tributaria, alla stregua dell’art. 10, comma 3, del d.lgs. n. 212 del 2000 e dell’art. 8 del d.lgs. n. 546 del 1992, postula una condizione di inevitabile incertezza su contenuto, oggetto e destinatari della norma tributaria, riferita non già ad un generico contribuente, né a quei contribuenti che, per loro perizia professionale, siano capaci di interpretazione normativa qualificata, né all’Ufficio finanziario, ma al giudice, unico soggetto dell’ordinamento cui è attribuito il potere – dovere di accertare la ragionevolezza di una determinata interpretazione. (In applicazione dell’enunciato principio, la S.C. ha ritenuto sussistere, in materia di plusvalenza da cessione di terreno edificabile, anteriormente all’adozione dell’art. 36 del d.l. n. 223 del 2006, convertito nella l. n. 248 del 2006, le condizioni di applicazione dell’esimente). (Cassazione civile sez. trib., 23/11/2016, n. 23845)

Inquinamenti

libroIl diniego di concessione dell’uso di un bene demaniale, ai sensi dell’art. 36, cod. nav., costituisce legittima espressione del potere ampiamente discrezionale spettante all’amministrazione in tutte le ipotesi in cui quest’ultima ravvisi la sussistenza di un interesse pubblico contrario al rilascio, purché la decisione negativa venga motivata adducendo elementi concreti ritenuti, all’esito di apposito accertamento istruttorio, ostativi all’invocato uso particolare del bene pubblico e l’esercizio di tale potere è sindacabile da parte del giudice amministrativo sotto il profilo della logicità e congruenza. (T.A.R. Latina sez. I, 23/11/2016, n. 740)

Notaio e archivi notarili

Il carattere strettamente personale della prestazione notarile non vale ad escludere l’attribuzione di una responsabilità congiunta a più notai, facenti parte di un’associazione di professionisti, per violazione di norme del codice deontologico quando in sede di giudizio di merito è stato accertato che ognuno di loro è l’indiscusso autore delle condotte addebitate. (Cassazione civile sez. II, 23/11/2016, n. 23886)

Mediazione

bilanciaIl mediatore, pur non essendo tenuto, in difetto di un incarico specifico, a svolgere, nell’adempimento della sua prestazione, particolari indagini di natura tecnico – giuridica (come l’accertamento della libertà dell’immobile oggetto del trasferimento, mediante le cosiddette visure catastali e ipotecarie), al fine di individuare fatti rilevanti ai fini della conclusione dell’affare, è pur tuttavia gravato, in positivo, dall’obbligo di comunicare le circostanze a lui note o comunque conoscibili con la comune diligenza che si richiede al mediatore, e, in negativo, dal divieto di fornire non solo informazioni non veritiere, ma anche informazioni su fatti dei quali non abbia consapevolezza e che non abbia controllato, poiché il dovere di correttezza e quello di diligenza gli imporrebbero in tal caso di astenersi dal darle. Ne consegue che, qualora il mediatore infranga tali regole di condotta, è legittimamente configurabile una sua responsabilità per i danni sofferti, per l’effetto, dal cliente. (Tribunale Massa, 23/11/2016, n. 1088)

Sicurezza pubblica

libroUn istituto di vigilanza notturna, che ha assunto l’impegno di controllare un determinato locale, mediante sopralluoghi scaglionati nel tempo secondo prefissati orari – come nel caso di specie – non può essere ritenuto responsabile dei danni verificatisi in detto locale per il solo fatto che non risulti provata l’effettuazione di uno di questi sopralluoghi, atteso che, in base ai principi generali che regolano la responsabilità contrattuale, occorre l’ulteriore requisito del nesso causale fra inadempimento e danno, il quale postula il riscontro della inidoneità del suddetto controllo a sventare l’azione delittuosa, in relazione ai tempi in cui essa è stata commessa. (Tribunale Massa, 23/11/2016, n. 1087)

Assicurazione

bilanciaNel caso di sinistro cagionato da veicolo non identificato, il danneggiato, esaurito lo spatium deliberandi previsto dalla legge, potrà agire nei confronti dell’impresa designata per conto del fondo di garanzia vittime della strada allegando e provando, oltre al fatto che il sinistro si è verificato per condotta dolosa o colposa del conducente di un altro veicolo, che quest’ultimo non era identificabile in forza di circostanze obiettive, non dipendenti da sua negligenza; la legittimazione passiva, processuale e sostanziale, dell’impresa designata rispetto a tale sinistro rimarrà stabilizzata per tutto il corso del giudizio, anche nel caso in cui si accerti successivamente l’identità del responsabile, nei cui confronti la stessa impresa designata, adempiuta la sentenza di condanna al risarcimento del danno, potrà agire in via di regresso. (Cassazione civile sez. III, 22/11/2016, n. 23710)

Giustizia amministrativa

Nel caso di procedimento repressivo di un abuso edilizio la posizione di controinteressato deve intendersi circoscritta al soggetto che dal provvedimento stesso riceva un vantaggio diretto ed immediato, ossia un positivo ampliamento e tanto meno da chi ne subisca conseguenze soltanto indirette riflesse, risultando a tal fine irrilevante anche il fatto che detti soggetti abbiano provveduto a segnalare all’Amministrazione pubblica un illecito edilizio oggetto di repressione. (T.A.R. Torino sez. I, 22/11/2016, n. 1435)

Edilizia e urbanistica

L’illecito edilizio ha carattere permanente, che si protrae e che conserva nel tempo la sua natura. Con la conseguenza che l’interesse del privato al mantenimento dell’opera abusiva è recessivo rispetto all’interesse pubblico all’osservanza della normativa urbanistico – edilizia e al corretto governo del territorio. (Consiglio di Stato sez. VI, 21/11/2016, n. 4855)

Pubblica amministrazione

libroPer principio consolidato, la configurabilità della responsabilità della pubblica amministrazione per i danni provocati dall’azione amministrativa può nascere, a seguito dell’adozione di un provvedimento illegittimo, dalla dimostrazione del dolo o della colpa dell’Autorità che ha emanato tale provvedimento. Non è, infatti, sufficiente il solo annullamento dell’atto lesivo e la prova che dalla condotta amministrativa sia derivato, nella sfera patrimoniale del presunto danneggiato, un pregiudizio economico direttamente riferibile all’esecuzione di tale determinazione illegittima. (Consiglio di Stato sez. VI, 21/11/2016, n. 4873)

Potestà dei genitori

Una volta che – come nella specie – il tribunale abbia dichiarato i genitori decaduti dalla responsabilità (riservandosi unicamente di monitorare la situazione dei minori e di stabilire eventualmente nuove condizioni per l’affido e/o il collocamento), il provvedimento assuma attitudine al giudicato rebus sic stantibus, non è revocabile o modificabile, salva la sopravvenienza di fatti nuovi, e – dopo che la corte d’appello lo ha confermato, revocato o modificato in sede di reclamo è anche impugnabile con ricorso per cassazione. (Cassazione civile sez. I, 21/11/2016, n. 23633)

Stalking

bilanciaIl porre in essere reiterati comportamenti molesti, quali l’invio di numerose e-mail, lettere e S.M.S, nonché ripetuti appostamenti e molestie verbali sul luogo di lavoro e nei posti pubblici, qualora siano oltre modo reiterati, non graditi e costringano la persona destinataria degli stessi a mutare le proprie abitudini di vita, integrano quel comportamento persecutorio che l’irrogazione della misura dell’ammonimento è diretta a fare cessare, specie tenuto conto degli effetti deterrenti dell’ammonimento previsti nei commi 3 e 4 dell’art. 8 del D.L. n. 11 del 2009, ove si stabilisce, rispettivamente, un inasprimento della pena per il soggetto, già ammonito, che è condannato per stalking ex art. 612 bis cod. pen. e la procedibilità d’ufficio per tale reato nei confronti del soggetto già destinatario di tale misura, con la conseguenza che, ai fini della emissione dell’ammonimento orale, non è richiesta la piena prova della responsabilità dell’ammonito per le ipotesi di reato perseguite dall’art. 612 bis c.p., potendo il provvedimento monitorio trovare sostegno in un quadro istruttorio da cui emergano, anche su un piano indiziario, eventi che introducono unvulnusalla riservatezza della vita di relazione o, su un piano anche solo potenziale, all’integrità della persona. (T.A.R. Bologna sez. I, 18/11/2016, n. 945)

Società di persone

L’illimitata responsabilità del socio accomandatario per le obbligazioni sociali, ai sensi dell’art. 2313 c.c., trae origine dalla sua qualità di socio e si configura pertanto come personale e diretta, anche se con carattere di sussidiarietà in relazione al preventivo obbligo di escussione del patrimonio sociale, in sede di esecuzione individuale, di cui all’art. 2304 c.c., richiamato dal successivo art. 2318 c.c. (Tribunale Palermo sez. II, 18/11/2016)

Nuova opera e danno temuto

libroNell’azione di danno temuto è legittimato passivo, non solo, il titolare del diritto reale, ma anche il possessore e colui che, in ogni caso, abbia la disponibilità del bene da cui si assume che derivi la situazione di pericolo di danno grave, in quanto l’obbligo di custodia e manutenzione sussiste in ragione dell’effettivo potere fisico sulla cosa. Il che, del resto, appare coerente con l’idea di ricollegare il dovere “erga omnes” di vigilanza sulla cosa alla responsabilità del custode, tale dovendosi intendere colui il quale, in virtù di un rapporto giuridico o di una situazione di fatto, eserciti sulla cosa, avendone l’autonoma disponibilità, un potere di governo. (Tribunale Palermo sez. II, 18/11/2016)

Codice del processo amministrativo

bilanciaIl giudizio di ottemperanza comporta una triplice operazione: a) l’interpretazione del giudicato (il cui preciso significato va ricavato dalla lettura congiunta del dispositivo e dalla motivazione della sentenza), al fine di individuare il comportamento doveroso per la P.A. in sede di ottemperanza; b) l’accertamento del comportamento in concreto tenuto dalla medesima Amministrazione; c) la valutazione della conformità del comportamento tenuto dall’Amministrazione a quello che avrebbe dovuto tenere; spetta alla sfera dell’autonomia e della responsabilità della P.A. la potestà di rivalutare i fatti sottoposti all’esame del Giudice della cognizione e tale potere non è certo senza limiti, pena la concreta elusione del giudicato stesso e l’indefinita dilazione dei tempi dell’esecuzione. (T.A.R. Cagliari sez. I, 18/11/2016, n. 896)

Borsa

libroLa responsabilità per danni verso terzi, ex art. 28 cost., dei commissari della Consob e dei loro dipendenti od esperti, in conseguenza di atti o comportamenti adottati nell’esercizio delle loro funzioni, può sussistere solo in presenza di dolo o colpa grave. L’avvenuto accertamento, nelle precedenti fasi del giudizio, del fatto materiale, relativo ad una falsità in prospetto e alla sua rilevabilità “icto oculi”, una volta cristallizzata e diventata giudicato interno, comporta che non sia più modificabile anche la valutazione della condotta dei funzionari, ferma restando, soltanto, la necessità di un autonomo apprezzamento dell’elemento soggettivo dell’illecito. (Cassazione civile sez. I, 17/11/2016, n. 23418)

Inquinamenti

In materia elettorale deve essere dichiarato inammissibile, in quanto finalizzato sostanzialmente a conseguire il risultato di un complessivo riesame del voto in sede contenziosa, il ricorso contenente motivi diretti a contestare la irregolarità del voto non sorretti da adeguati elementi di prova, quali potrebbero essere i verbali delle operazioni di voto in ciascuna delle sezioni menzionate in cui risultino annotate le contestazioni dei rappresentanti di lista. (T.A.R. Latina sez. I, 17/11/2016, n. 734)

Danni

Non è sindacabile in sede di legittimità, ne vìola il giudicato interno, l’accertamento, compiuto dal giudice di merito in sede di rinvio in coerenza con le indicazioni fornite dalla precedente decisione della Suprema corte, circa l’inidoneità a integrare il concorso di colpa degli investitori, che addebitavano le perdite subite all’illecito della Consob e dei suoi commissari ed esperti, di un solo articolo di stampa, i cui contenuti potevano segnalare la rischiosità dell’investimento, ma non la falsità del relativo prospetto. (Cassazione civile sez. I, 17/11/2016, n. 23418)

Comunione e condominio

bilanciaLa domanda volta al conseguimento dell’indennità ex art. 1127, comma 4, c.c. fonda su di un debito per responsabilità da atto lecito del proprietario dell’ultimo piano che, realizzando la sopraelevazione, abbia aumentato il proprio diritto sulle parti comuni dell’edificio e, pertanto, non include, neppure implicitamente, la richiesta risarcitoria derivante dalla compromissione statica o architettonica dell’edificio, ovvero dalla diminuzione di aria e luce ai piani sottostanti, azione che origina, al contrario, da fatto illecito di detto proprietario, ex art. 2043 c.c., e della quale la prima suppone, anzi, l’accertata inesistenza dei presupposti. (Cassazione civile sez. II, 15/11/2016, n. 23256)

Responsabilità civile

Quando un soggetto incapace di intendere e di volere, per minore età o per altra causa, subisca un evento di danno, in conseguenza del fatto illecito altrui in concorso causale con il proprio fatto colposo, l’indagine deve essere limitata all’esistenza della causa concorrente alla produzione dell’evento dannoso. (Cassazione civile sez. III, 15/11/2016, n. 23214)

Giurisdizione civile

libro La domanda con cui il lavoratore dipendente di un ente pubblico chieda la condanna di funzionari dell’ente stesso al risarcimento dei danni che deriverebbero da un loro comportamento illegittimo o illecito, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto fondata sulla deduzione di un fatto illecito extracontrattuale e proposta tra privati, non ostando a ciò la proposizione dell’istanza anche nei confronti dell’ente pubblico sotto il profilo della responsabilità solidale dello stesso, non essendo comunque ricollegabile il risarcimento richiesto alla violazione di obblighi specifici che trovino la loro ragion d’essere nel rapporto di pubblico impiego, quantomeno quale esito di un potenziale, benchè inconsueto e sotto forma di degenerazione od eccesso, sviluppo di sequenze di eventi connesse al loro ordinario espletamento, ed attenendo al merito l’effettiva riferibilità all’ente dei comportamenti dei funzionari. (Cassazione civile sez. un., 15/11/2016, n. 23228)

Strade

Va esclusa la responsabilità della p.a. per l’infortunio occorso ad un motociclista, scivolato a terra a causa del brecciolino presente sul fondo stradale, ove risulti che il brecciolino era collocato alla fine di una curva a gomito che se affrontata con la dovuta cautela avrebbe consentito al motociclista di avvedersi del brecciolino, evitando la caduta. (Tribunale Lecce, 15/11/2016, n. 4852)

Strade

bilanciaIn tema di danno da insidia stradale, la concreta possibilità per l’utente danneggiato di percepire o prevedere con l’ordinaria diligenza la situazione di pericolo occulto vale ad escludere la configurabilità dell’insidia e della conseguente responsabilità della p.a. per difetto di manutenzione della strada pubblica, dato che quanto più la situazione di pericolo è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l’adozione di normali cautele da parte del danneggiato, tanto più incidente deve considerarsi l’efficienza del comportamento imprudente del medesimo nel dinamismo causale del danno, sino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso (escluso, nella specie, il risarcimento in favore di un motociclista, atteso che, avuto riguardo alla generale situazione di degrado della strada, agevolmente percepibile dall’utente, una guida accorta, prudente e tecnicamente adeguata non avrebbe potuto condurre alla perdita del controllo del motoveicolo e alla sua successiva caduta). (Tribunale Lecce, 15/11/2016, n. 4852)

Giurisdizione civile

libroLa domanda con cui il lavoratore dipendente di un ente pubblico chieda la condanna di funzionari dell’ente stesso al risarcimento dei danni che deriverebbero da un loro comportamento illegittimo o illecito, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto fondata sulla deduzione di un fatto illecito extracontrattuale e proposta tra privati, non ostando a ciò la proposizione dell’istanza anche nei confronti dell’ente pubblico sotto il profilo della responsabilità solidale dello stesso, non essendo comunque ricollegabile il risarcimento richiesto alla violazione di obblighi specifici che trovino la loro ragion d’essere nel rapporto di pubblico impiego, quantomeno quale esito di un potenziale, benchè inconsueto e sotto forma di degenerazione od eccesso, sviluppo di sequenze di eventi connesse al loro ordinario espletamento, ed attenendo al merito l’effettiva riferibilità all’ente dei comportamenti dei funzionari. (Cassazione civile sez. un., 15/11/2016, n. 23228)

Responsabilità civile

bilanciaPerché possa ravvisarsi una responsabilità precontrattuale ex art. 1337 c.c. in capo all’Amministrazione, è necessario che la Stazione Appaltante abbia creato nella controparte un legittimo affidamento in ordine alla positiva conclusione; situazione che può configurarsi anche in caso di procedura di gara illegittima. Nondimeno, perché l’Amministrazione possa ritenersi soggetta alle conseguenze derivanti dal citato art. 1337 c.c., occorre che la gara sia giunta a uno stadio tale da aver ingenerato nel concorrente la ragionevole aspettativa di conseguire l’aggiudicazione e, quindi, la stipulazione del contratto. In altri termini, occorre che il concorrente veda frustrato un affidamento consolidato in ordine alla favorevole conclusione della procedura di gara. Solo con l’aggiudicazione definitiva si può dire sorto un affidamento meritevole di tutela e risarcibile a titolo di responsabilità precontrattuale, che si configura quando l’Amministrazione, dopo aver definitivamente aggiudicato la gara, decida di ritirarla in autotutela o, comunque, non addivenga alla stipula del contratto. (T.A.R. Trento sez. I, 15/11/2016, n. 388)

Spese giudiziali in materia civile

La responsabilità processuale aggravata ex art. 96, comma 2, c.p.c., con riferimento all’iscrizione dell’ipoteca giudiziale sussiste quando è inesistente il diritto per il quale l’iscrizione è avvenuta, avendo come presupposto l’ingiustizia dell’iscrizione e non la semplice sua illegittimità. Ne consegue che detta responsabilità si deve escludere quando il diritto sussista e ciò anche se il titolo in base al quale si è proceduto all’iscrizione sia stato formato illegittimamente. (Cassazione civile sez. I, 15/11/2016, n. 23271)

Proprietà

L’azione, di natura reale, esperita dal proprietario del fondo danneggiato per l’accertamento della illegittimità delle immissioni e l’eliminazione, mediante modifiche strutturali, delle cause originanti le stesse, va proposta nei confronti del proprietario del fondo dal quale tali immissioni provengono e può essere cumulata con la domanda, proponibile verso altro convenuto, per responsabilità aquiliana ex art. 2043 c.c., volta a conseguire il risarcimento del pregiudizio di natura personale da quelle cagionato. (Cassazione civile sez. II, 15/11/2016, n. 23245)

Previdenza ed assistenza

Ai fini della tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro, la cui applicabilità esclude la responsabilità del datore di lavoro, è necessario che ricorra, oltre al requisito soggettivo dell’iscrizione all’INAIL, anche un requisito oggettivo consistente nello svolgimento – da parte del lavoratore di una prestazione compresa tra le cd. attività protette. (Cassazione civile sez. lav., 14/11/2016, n. 23146)

Previdenza ed assistenza

libroIn tema di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ai fini dell’operatività della tutela assicurativa Inail, con conseguente esonero dalla responsabilità civile del datore di lavoro, è necessaria la ricorrenza dell’elemento soggettivo di cui all’art. 4 del d.P.R. n. 1124 del 1965, nonché del requisito oggettivo della prestazione, consistente nella natura protetta dell’attività resa dal lavoratore, ai sensi dell’art. 1 dello stesso d.P.R. (Nella specie, la S.C. ha escluso l’esonero del datore di lavoro in relazione al danno patito dal lavoratore che svolgeva attività di direttore generale in una società di intermediazione mobiliare). (Cassazione civile sez. lav., 14/11/2016, n. 23146)

Responsabilità civile

bilanciaNon è ravvisabile un fatto illecito, dal quale sia derivato un danno ingiusto risarcibile, nella condotta di un comune che abbia rilasciato concessioni edilizie illegittime e, perciò, disapplicate, sulla base di norme tecniche di attuazione del P.R.G. anch’esse illegittime, siccome adottate in contrasto con l’art. 9 del d.m. n. 1444 del 1968 in materia di distanze, non essendo configurabile un interesse pretensivo allo svolgimento di attività edilizia oggettivamente non consentita,né meritando tutela l’interesse al bene della vita correlato alle spese ed agli investimenti sostenuti in conseguenza dell’affidamento riposto nelle illegittime concessioni edilizie conseguite. (Cassazione civile sez. II, 14/11/2016, n. 23136)

Giustizia amministrativa

Per gli illeciti anteriori al d.lgs. n. 104/2010, la domanda di annullamento dell’atto amministrativo, pur non costituendo il necessario presupposto per conseguire il risarcimento dei danni, dimostra comunque la volontà della parte di reagire all’azione amministrativa reputata illegittima ed è quindi idonea a interrompere per tutta la durata del processo di annullamento il termine di prescrizione dell’azione risarcitoria. (T.A.R. Firenze sez. I, 11/11/2016, n. 1630)

Edilizia e urbanistica

libroAnche nel caso di abuso risalente nel tempo l’ordine di demolizione di opere edilizie abusive costituisce atto dovuto, non potendo il semplice trascorrere del tempo giustificare il legittimo affidamento del contravventore, poiché il potere di ripristino dello status quo non è soggetto ad alcun termine di prescrizione, né è tacitamente rinunciabile; in definitiva, il semplice trascorrere del tempo non può legittimare una situazione di illegittimità e tanto meno può imporre all’Amministrazione un obbligo di comparazione dell’interesse del privato alla conservazione dell’abuso con l’interesse pubblico alla repressione dell’illecito. (T.A.R. Aosta sez. I, 11/11/2016, n. 52)

Edilizia e urbanistica

L’ordinanza di demolizione di una costruzione abusiva può legittimamente essere emanata nei confronti del proprietario attuale, anche se non responsabile dell’abuso, in considerazione del fatto che l’abuso edilizio costituisce un illecito permanente e che l’adozione dell’ordinanza, di carattere ripristinatorio, non richiede l’accertamento del dolo o della colpa del soggetto interessato. (T.A.R. Lecce sez. III, 11/11/2016, n. 1708)

Lavoro subordinato

bilanciaIn tema di sanzioni disciplinari, il termine di trenta giorni per la contestazione dell’addebito, previsto dall’art. 61, comma 2, del c.c.n.l. per i lavoratori del settore ferroviario del 16 giugno 2003, non è perentorio, in considerazione della formulazione della disposizione, che ricorre all’inciso “di norma” ed impone la valutazione delle circostanze del caso concreto, nonché della mancanza di una comminatoria espressa di decadenza per il caso di suo superamento. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata che aveva ritenuto tempestivo il licenziamento intimato da TRENITALIA s.p.a., nonostante il superamento per tredici giorni del termine per la contestazione, in ragione della specifica natura dell’illecito disciplinare, costituito dal reato di favoreggiamento di un capo di una cosca mafiosa, e del tempo necessario per ottenere informazioni circa il luogo di detenzione del dipendente). (Cassazione civile sez. lav., 10/11/2016, n. 22930)

Unione Europea

libroLa direttiva 2002/47/Ce, relativa ai contratti di garanzia finanziaria, deve essere interpretata nel senso che conferisce al beneficiario di una garanzia finanziaria come quella di cui al procedimento principale, in base alla quale le somme depositate su un conto bancario fungono da garanzia pignoratizia per la banca e coprono integralmente i crediti della stessa nei confronti del titolare del conto, il diritto di escutere tale garanzia indipendentemente dall’avvio di una procedura di insolvenza nei confronti del datore della garanzia unicamente qualora, da un lato, le somme oggetto di tale garanzia siano state versate sul conto in questione prima dell’avvio di detta procedura o vi siano state versate alla data di avvio della medesima, avendo la banca dimostrato di non essere stata, né di aver potuto essere, a conoscenza della suddetta procedura, e qualora, dall’altro, per il titolare del conto di cui trattasi sia stato impossibile disporre di dette somme una volta versate sul conto stesso. La pregiudiziale è originata dalla richieste di delucidazioni sollevate dal giudice di rinvio in una lite tra una banca svedese, che invocava detta clausola di garanzia finanziaria, inserita in contratti stilati anche dopo la procedura d’insolvenza contro la ditta cliente ed il curatore fallimentare, che considerava illecito che la banca avesse inglobato, in forza di detta postilla, le somme detenute sul c/c della ditta per coprire i costi di gestione sino alla dichiarazione d’insolvenza. (Corte giustizia UE sez. IV, 10/11/2016, n. 156)

Danni

bilanciaIl danno non patrimoniale di cui all’art. 2059 c.c., si identifica con il danno determinato dalla lesione di interessi inerenti la persona non connotati da rilevanza economica. Il suo risarcimento postula la verifica della sussistenza degli elementi nei quali si articola l’illecito civile extracontrattuale definito dall’art. 2043 c.c. L’art. 2059 c.c. non delinea una distinta fattispecie di illecito produttiva di danno non patrimoniale, ma consente la riparazione anche dei danni non patrimoniali, nei casi de terminati dalla legge, nel presupposto della sussistenza di tutti gli elementi costitutivi della struttura dell’illecito civile, che si ricavano dall’art. 2043 c.c. (e da altre norme, quali quelle che prevedono ipotesi di responsabilità oggettiva), elementi che consistono nella condotta, nel nesso causale tra condotta ed evento di danno, connotato quest’ultimo dall’ingiustizia, determinata dalla lesione, non giustificata, di interessi meritevoli di tutela, e nel danno che ne consegue. (Tribunale Massa, 09/11/2016, n. 1030)

Circolazione stradale

Deve essere confermata la decisione dei giudici del merito che hanno ascritto al danneggiato parte della responsabilità per il sinistro causato dalla presenza di una lastra di ghiaccio, atteso che lo stesso danneggiato non aveva impiegato, su una strada che l’avrebbe richiesto, gomme termiche o catene. (Cassazione civile sez. VI, 09/11/2016, n. 22865)

Pubblica amministrazione

libroLa mancata sottoscrizione dell’offerta tecnica, che costituisce uno dei documenti integranti la domanda di partecipazione alla gara, non può essere considerata, in via di principio, un’irregolarità solo formale sanabile nel corso del procedimento, atteso che essa fa venire meno la certezza della provenienza e della piena assunzione di responsabilità in ordine ai contenuti della dichiarazione nel suo complesso posto che la sottoscrizione di un documento è lo strumento mediante il quale l’autore fa propria la dichiarazione anteposta contenuta nello stesso, consentendo così non solo di risalire alla paternità dell’atto, ma anche di rendere l’atto vincolante verso i terzi destinatari della manifestazione di volontà. (T.A.R. Roma sez. III, 09/11/2016, n. 11092)

Danni

La rilettura costituzionalmente orientata dell’art. 2059 c.c., come norma deputata alla tutela risarcitoria del danno non patrimoniale inteso nella sua più ampia accezione, riporta il sistema della responsabilità aquiliana nell’ambito della bipolarità prevista dal vigente codice civile tra danno patrimoniale (art. 2043 c.c.) e danno non patrimoniale. (Tribunale Massa, 09/11/2016, n. 1030)

Danni

bilanciaIl danno non patrimoniale di cui all’art. 2059 c.c., si identifica con il danno determinato dalla lesione di interessi inerenti la persona non connotati da rilevanza economica. Il suo risarcimento postula la verifica della sussistenza degli elementi nei quali si articola l’illecito civile extracontrattuale definito dall’art. 2043 c.c. L’art. 2059 c.c. non delinea una distinta fattispecie di illecito produttiva di danno non patrimoniale, ma consente la riparazione anche dei danni non patrimoniali, nei casi de terminati dalla legge, nel presupposto della sussistenza di tutti gli elementi costitutivi della struttura dell’illecito civile, che si ricavano dall’art. 2043 c.c. (e da altre norme, quali quelle che prevedono ipotesi di responsabilità oggettiva), elementi che consistono nella condotta, nel nesso causale tra condotta ed evento di danno, connotato quest’ultimo dall’ingiustizia, determinata dalla lesione, non giustificata, di interessi meritevoli di tutela, e nel danno che ne consegue. (Tribunale Massa, 09/11/2016, n. 1030)

Società di capitali

Nell’azione di responsabilità extracontrattuale ex art. 2476, comma 6, c.c., formulata sull’assunto della deliberata proposizione da parte degli amministratori di false informazioni sulle condizioni in cui si sarebbe trovata la società così da trarre in inganno i soci inducendoli alla sottoscrizione dell’aumento di capitale deliberato dalla assemblea, grava su questi la prova degli elementi costitutivi dell’illecito lamentato e cioè: falsità delle informazioni; dolo degli amministratori ed incidenza causale del lamentato falso sulle proprie decisioni di investimento. (Tribunale Milano, 08/11/2016, n. 12266)

Società in genere

È omologabile la delibera di trasformazione di una società a responsabilità limitata in società semplice avente ad oggetto la “gestione” del proprio patrimonio immobiliare sulla base del disposto di cui all’art. 29 l. 27 dicembre 1997 n. 449. (Tribunale Roma, 08/11/2016)

Avvocato

libroLa responsabilità professionale dell’avvocato presuppone la prova del danno e del nesso causale tra condotta del professionista e pregiudizio del cliente. L’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica, inoltre, una valutazione prognostica positiva circa il probabile esito favorevole dell’azione giudiziale che avrebbe dovuto essere proposta e diligentemente eseguita. Di talché non è sufficiente il solo fatto del non corretto adempimento dell’attività professionale, occorrendo, altresì, verificare se l’evento produttivo del pregiudizio lamentato dal cliente sia riconducibile alla condotta del primo, se un danno vi sia stato effettivamente e se, ove questi avesse tenuto il comportamento dovuto, il suo assistito, alla stregua di criteri probabilistici, avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni. (Cassazione civile sez. III, 08/11/2016, n. 22606)

Spese giudiziali in materia civile

In caso di richiesta di condanna per lite temeraria formulata dal convenuto, deve ritenersi che laddove vi sia evidenza, sin da principio, dell’inammissibilità della domanda formulata dall’attore, non si possa ipotizzare una condotta di mala fede da parte di quest’ultimo. (Tribunale Roma sez. XI, 08/11/2016, n. 20776)

Società di capitali

bilanciaIn tema di azione di responsabilità ex art. 2497, comma 2, c.c. nei confronti degli amministratori della società controllante ed esercente attività di direzione e coordinamento della società fallita, la norma in questione prevede un’ipotesi di responsabilità extracontrattuale riconducibile alla violazione dei principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale dell’attività di direzione e coordinamento della società controllata da parte della controllante, con il corollario, da un punto di vista processuale, dell’onere della prova a carico della curatela in merito all’esistenza dei requisiti del fatto illecito disciplinato dall’art. 2497 c.c., da ricondurre nello schema aquiliano di cui all’art. 2043 c.c.. (Tribunale Prato, 08/11/2016, n. 1136)

Responsabilità civile

libroL’aggiudicatario provvisorio, pur non essendo titolare di aspettativa qualificata all’aggiudicazione definitiva e al perfezionamento del contratto, vanta comunque un’aspettativa tutelata alla conclusione del procedimento e, più a monte, a non rimanere coinvolto in un procedimento che non si ha alcuna intenzione di portare al suo naturale compimento. La condotta colpevole della Stazione Appaltante va quindi individuata nei ritardi registrati durante la procedura di gara e nello strumentale slittamento dei termini di conclusione del procedimento, nonché nella pervicace volontà di azzerare l’intera gara anche a fronte di un parere della stessa Avvocatura dello Stato, alla quale la Stazione Appaltante si era volontariamente rivolta, che scongiurava l’adozione di un provvedimento di revoca della procedura. Si configura pertanto un’ipotesi di responsabilità da “contatto qualificato” ricadente nella fattispecie di cui all’art. 2043 c.c. che si concretizza in una cattiva gestione del procedimento di gara. (T.A.R. Roma sez. III, 07/11/2016, n. 11025)

Responsabilità civile

bilanciaL’ipotesi classica di responsabilità da lesione di interessi legittimi derivante da un provvedimento dichiarato illegittimo dal giudice amministrativo ricade nell’ambito della responsabilità extracontrattuale di cui all’art. 2043 c.c., di cui va verificata la sussistenza del danno ingiusto, del nesso di causalità e dell’elemento soggettivo (non trattandosi, nella fattispecie, di un’ipotesi di responsabilità oggettiva per diretta violazione della normativa in materia di appalti pubblici di cui alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza 30 settembre 2010 C – 314/09 che, secondo la giurisprudenza, non va applicata in modo estensivo ma limitatamente a quelle specifiche violazioni). (T.A.R. Roma sez. III, 07/11/2016, n. 11025)

Avvocato

libroIn tema di responsabilità disciplinare degli avvocati per un fatto costituente anche reato e per il quale sia stata intrapresa l’azione penale, il principio secondo cui il termine prescrizionale dell’iniziativa disciplinare, previsto dall’art. 51 del r.d.l. n. 1578 del 1933, comincia a decorrere dal momento in cui il diritto di punire può essere esercitato, e cioè dal passaggio in giudicato della sentenza penale che non sia di proscioglimento perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso, è inoperante laddove quel termine sia invece già interamente maturato al momento dell’esercizio dell’azione penale o in quello, anteriore, della formulazione di un’imputazione per il medesimo fatto, dovendosi, in tali ipotesi, avere riguardo, per la individuazione dell’inizio della sua decorrenza, alla data della commissione dell’illecito. (Cassazione civile sez. un., 07/11/2016, n. 22516)

Giustizia amministrativa

Nel sistema vigente l’occupazione appropriativa da parte della Pubblica amministrazione si realizza allorchè vi sia trasformazione irreversibile del fondo, con destinazione ad opera pubblica o ad uso pubblico, e ciò avviene in assenza di decreto di esproprio, con carattere di illecito, che si consuma alla scadenza del periodo di occupazione legittima, se nel frattempo l’opera pubblica è stata realizzata, ovvero al momento della trasformazione, nel caso in cui l’ingerenza nella proprietà privata abbia già carattere abusivo o se essa acquisti tale carattere perché la trasformazione medesima avviene dopo la scadenza del periodo di occupazione legittima; e ciò sempre che vi sia una dichiarazione di pubblica utilità che attesti la destinazione pubblicistica dell’opera essa comporta l’obbligo dell’amministrazione espropriante di risarcire il danno nei confronti del privato; l’occupazione usurpativa, invece, si ha invece nell’ipotesi in cui la dichiarazione di pubblica utilità manchi ovvero debba ritenersi giuridicamente inesistente o, ancora, sia divenuta inefficace, configurandosi in tal caso solo una mera occupazione – detenzione illegittima dell’immobile privato, inquadrabile nella responsabilità ex art. 2043 c.c., con le necessarie implicazioni sia in punto di prescrizione del diritto al risarcimento del danno derivante dalla permanenza della illecita occupazione, sia in punto di esperibilità delle azioni reipersecutorie a tutela della non perduta proprietà del bene, potendo tale tutela trovare ostacolo solo nella eccessiva onerosità della reintegrazione in forma specifica (art. 2058, comma 2, c.c.), nonché dal pregiudizio arrecato dalla distruzione dell’opera alla economia nazionale (art. 2933, comma 2, c.c.), con la conseguente possibilità per l’interessato di scegliere di abbandonare l’immobile danneggiato all’Amministrazione occupante ed ottenere in cambio l’integrale risarcimento del danno. (Consiglio di Stato sez. IV, 07/11/2016, n. 4636)

Pubblica Amministrazione

bilanciaIl proprietario incolpevole di abuso edilizio commesso da altri, che voglia sfuggire all’effetto sanzionatorio di cui all’art. 31, t.u. dell’edilizia della demolizione o dell’acquisizione come effetto della inottemperanza all’ordine di demolizione, deve provare di aver intrapreso iniziative che, oltre a rendere palese la sua estraneità all’abuso, siano però anche idonee a costringere il responsabile dell’attività illecita a ripristinare lo stato dei luoghi nei sensi e nei modi richiesti dall’Autorità amministrativa; perché vi siano misure concretanti le azioni idonee ad escludere l’esclusione di responsabilità o la partecipazione all’abuso effettuato da terzi, prescindendo dall’effettivo riacquisto della materiale disponibilità del bene, è necessario un comportamento attivo, da estrinsecarsi in diffide o in altre iniziative di carattere ultimativo nei confronti del conduttore al fine di evitare l’applicazione di una norma che, in caso di omessa demolizione dell’abuso, prevede che l’opera abusivamente costruita e la relativa area di sedime siano, di diritto, acquisite gratuitamente al patrimonio del Comune, non bastando invece a tal fine un comportamento meramente passivo di adesione alle iniziative comunali. (T.A.R. Lecce sez. III, 04/11/2016, n. 1653)

Pubblica amministrazione

libroLaddove la documentazione di cui è chiesta l’ostensione non è più esistente, la società destinataria dell’istanza di accesso agli atti – che si assumerà formalmente la responsabilità di quanto dichiarato, non essendo a ciò sufficiente una mera dichiarazione del difensore resa nel corso di un processo, ovvero un’affermazione contenuta in una memoria difensiva – ciò attesterà in un apposito atto, chiarendo dove essa possa essere reperita e/o in che occasione sia andata distrutta, mentre nell’ipotesi che essa fosse già stata trasmessa ad altra Amministrazione, provvederà a “girare”, ex art. 6 comma 2, d.P.R. n. 184 del 2006, la richiesta di accesso all’Amministrazione che la detiene. (T.A.R. Napoli sez. VI, 04/11/2016, n. 5073)

Pubblica amministrazione

bilanciaOve la documentazione di cui sia chiesta l’ostensione esista, la medesima va esibita e il concessionario deve quindi ricercarla ed esibirla. Se detta documentazione invece non sia più esistente, il concessionario – che si assumerà formalmente la responsabilità di quanto dichiarato, non essendo a ciò sufficiente una mera dichiarazione del difensore resa nel corso di un processo, ovvero un’affermazione contenuta in una memoria difensiva – ciò attesterà in un apposito atto, chiarendo dove essa possa essere reperita, e/o in che occasione sia andata distrutta, mentre nell’ipotesi che essa fosse stata già trasmessa ad altra Amministrazione, provvederà a girare ex art. 6 comma 2, d.P.R. n. 184 del 2006, la richiesta di accesso all’Amministrazione che la detiene. (T.A.R. Napoli sez. VI, 04/11/2016, n. 5076)

Concessioni amministrative

libroSussiste in capo all’ente pubblico concedente una vera e propria responsabilità “rinforzata” in ordine alla vigilanza dell’utilizzo delle risorse pubbliche, da parte di un altro soggetto (mandatario/concessionario) in modo coerente al sistema delineato in Convenzione. In considerazione della delicatezza degli interessi in gioco, la concedente era tenuta a compiere scrupolosamente l’attività di vigilanza e di controllo, con tutte le decisioni conseguenti che si rendevano necessarie (compresa quella di cessazione del rapporto convenzionale, come accaduto nel caso di specie). (T.A.R. Aosta sez. I, 04/11/2016, n. 48)

Sindaco del comune

L’ordinanza contingibile ed urgente non ha carattere sanzionatorio ma solo ripristinatorio, di tal che non è dipendente dall’individuazione della responsabilità aquiliana in capo a chi abbia causato la situazione di pericolo. Ne discende che la stessa è correttamente indirizzata a chi si trovi in rapporto tale con la fonte di pericolo da consentirgli di eliminare la riscontrata situazione, ancorché la stessa non possa essergli imputata. (T.A.R. Napoli sez. V, 04/11/2016, n. 5103)

Telecomunicazioni

bilanciaNon ricade sul social network un obbligo di verifica in via anticipata del contenuto e dei commenti immessi dagli utenti, e non è quindi configurabile a suo carico il dovere di inibire, in via generale, un caricamento sulla sua piattaforma di video, immagini, notizie o articoli riferiti alla persona della ricorrente. Tuttavia, pur in assenza di un generale obbligo di sorveglianza ovvero di un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite, deve ritenersi sussistente una responsabilità per le informazioni oggetto di memorizzazione durevole od hosting, qualora il provider sia effettivamente venuto a conoscenza del fatto che l’informazione è illecita (art. 16, comma 1, lett. b), d.lg. n. 70/2003) e non si sia attivato per impedire l’ulteriore diffusione della stessa. (Tribunale Napoli Nord sez. II, 04/11/2016)

Persona fisica e diritti della personalità

In caso di trattamento illecito di dati personali, il risarcimento del danno non patrimoniale non si sottrae ad un accertamento da parte del giudice – da compiersi con riferimento alla concretezza della vicenda sottoposta alla sua cognizione e non sindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato – destinato ad investire i profili della “gravità della lesione” inferta e della “serietà del danno” da essa derivante. (Tribunale Bari sez. V, 03/11/2016, n. 5368)

Responsabilità civile

libroIl risarcimento del danno da ritardo, oggi contemplato espressamente dall’art. 2-bis della Legge n. 241/1990, presuppone l’attribuzione del bene della vita all’esito del procedimento tardivamente concluso; ne consegue che colui che domanda il risarcimento per violazione del termine di conclusione del procedimento ha diritto al risarcimento del solo danno “ingiusto”, ossia quello che si verifica laddove il procedimento amministrativo si sia concluso in senso ampliativo della relativa sfera giuridica e, dunque, il doloso o colposo ritardo dell’Amministrazione pregiudichi un interesse sostanziale di effettiva pertinenza del privato. (T.A.R. Napoli sez. II, 02/11/2016, n. 5027)

Danneggiamento

bilanciaIl risarcimento del danno da ritardo, relativo ad un interesse legittimo pretensivo, non può essere avulso da una valutazione concernente la spettanza del bene della vita e deve, quindi, essere subordinato, tra l’altro, anche alla dimostrazione che l’aspirazione al provvedimento sia destinata ad esito favorevole e, quindi, alla dimostrazione della spettanza definitiva del bene sostanziale della vita collegato a un tale interesse; l’entrata in vigore dell’art. 2 bis, l. 7 agosto 1990, n. 241 non ha, infatti, elevato a bene della vita suscettibile di autonoma protezione, mediante il risarcimento del danno, l’interesse procedimentale al rispetto dei termini dell’azione amministrativa avulso da ogni riferimento alla spettanza dell’interesse sostanziale al cui conseguimento il procedimento stesso è finalizzato; inoltre, il riconoscimento della responsabilità della Pubblica amministrazione per il tardivo esercizio della funzione amministrativa richiede, oltre alla constatazione della violazione dei termini del procedimento, l’accertamento che l’inosservanza delle cadenze procedimentali è imputabile a colpa o dolo dell’Amministrazione medesima, che il danno lamentato è conseguenza diretta ed immediata del ritardo dell’Amministrazione, nonché la prova del danno lamentato. (Consiglio di Stato sez. IV, 02/11/2016, n. 4580)

Danni

libroIl risarcimento del danno da ritardo, relativo ad un interesse legittimo pretensivo, non può essere avulso da qualsivoglia valutazione concernente la spettanza del bene della vita e, quindi, deve essere subordinato, tra l’altro, anche alla dimostrazione che l’aspirazione al provvedimento sia destinata ad esito favorevole e, quindi, alla dimostrazione della spettanza definitiva del bene sostanziale della vita collegato a un tale interesse; inoltre, il riconoscimento della responsabilità della Pubblica amministrazione per il tardivo esercizio della funzione amministrativa richiede, oltre alla constatazione della violazione dei termini del procedimento, l’accertamento che l’inosservanza delle cadenze procedimentali sia imputabile a colpa o dolo dell’Amministrazione medesima, che il danno lamentato sia conseguenza diretta ed immediata del ritardo dell’Amministrazione, nonché la prova del danno lamentato; inoltre la domanda di risarcimento del danno da ritardo può essere accolta dal giudice solo se l’istante dimostri che il provvedimento favorevole avrebbe potuto o dovuto essergli rilasciato già ab origine e che sussistono tutti i requisiti costitutivi dell’illecito aquiliano, tra i quali elementi univoci indicativi della sussistenza della colpa in capo alla Pubblica amministrazione. (T.A.R. Lecce sez. I, 31/10/2016, n. 1638)

Impugnazioni civili

bilanciaIn caso di domanda risarcitoria, ai fini dell’operatività dell’art. 336, comma 2, c.p.c., l’effetto espansivo esterno della riforma della sentenza non definitiva sull'”an debeatur” presuppone che essa si trovi in rapporto di pregiudizialità logica – che faccia venire del tutto meno la statuizione su cui la sentenza definitiva di quantificazione del danno si fonda – rispetto alla sentenza definitiva, sicché l’effetto caducatorio non si produce nel caso in cui la riforma investa la mera distribuzione delle responsabilità tra i convenuti. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha rigettato il regolamento di competenza avverso ordinanza di litispendenza adottata dal tribunale, adito nuovamente dal lavoratore per la liquidazione del danno conseguente ad un infortunio sul lavoro, nelle more della definizione del giudizio sull'”an” a lui favorevole con condanna al risarcimento dei danni di uno solo dei due convenuti, in quanto la pronuncia in appello si era limitata a distribuire diversamente la responsabilità dell’infortunio, condannando l’altro convenuto a risarcire i danni). (Cassazione civile sez. VI, 31/10/2016, n. 22049)

Concorrenza

libroVa cassata la sentenza di merito che abbia applicato l’esimente del diritto di critica tanto all’illecito diffamatorio, conseguente alla pubblicazione del libro “Falce e carrello” di Bernardo Caprotti, quanto a quello relativo al rapporto concorrenziale fra imprese distributive cui si riferisce l’opera, senza verificare se le tre vicende descritte nel libro e specificamente contestate in causa fossero veritiere, nel qual caso la configurabilità dell’illecito da denigrazione, altrimenti esclusa, avrebbe richiesto il riscontro analitico di offese gratuite, invettive o contumelie nei confronti dell’imprenditore concorrente. (Cassazione civile sez. I, 31/10/2016, n. 22042)

Imposte in Genere

bilanciaIn tema di sanzioni per violazione di norme tributarie, l’art. 20 del d.lgs. n. 472 del 1996, come modificato, con effetto dal 1° aprile 1998, dal d.lgs. n. 203 del 1998 e successivamente dal d.lgs. n. 99 del 2000, stabilisce che la contestazione debba essere notificata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è avvenuta la violazione “o nel diverso termine previsto per l’accertamento dei singoli tributi”. Tale ultimo inciso, per il suo riferimento operato in termini generali, rende applicabili anche eventuali disposizioni di proroga dei termini medesimi, fra le quali quella di cui all’art. 10 della l. n. 289 del 2002, che prevede per i contribuenti che non si avvalgono delle norme di definizione agevolata, dettate dagli artt. 7 e 9 della medesima legge, la proroga di due anni dei termini per la notifica degli avvisi di accertamento, sia per le imposte sui redditi, che per l’imposta sul valore aggiunto. (Cassazione civile sez. trib., 28/10/2016, n. 21826)

Misure di prevenzione

Il disvalore sociale e la portata del danno ambientale connesso al traffico illecito di rifiuti costituiscono, di per se stessi, ragioni sufficienti a far valutare con attenzione i contesti imprenditoriali, nei quali sono rilevati, in quanto oggettivamente esposti al malaffare e, sempre più di frequente, al concreto pericolo di infiltrazioni delle associazioni criminali di stampo camorristico e mafioso. (Consiglio di Stato sez. III, 28/10/2016, n. 4556)

Lavoro subordinato

libroÈ illegittimo il licenziamento intimato nei confronti di un lavoratore del comparto sanità per superamento del periodo di comporto qualora le assenze per malattia siano riconducibili ai postumi traumatici sofferti dal dipendente a seguito di una rapina subita nei locali della struttura ospedaliera dove era tenuto a prestare sorveglianza. A precisarlo è la Cassazione per la quale, in caso di lavoratori esposti a rischio di azioni criminose da parte di terzi, come la rapina, l’articolo 2087 c.c. impone al datore di lavoro di adottare misure dirette a evitare l’esposizione del personale ad episodi di aggressione. Nel caso di specie, poi, la responsabilità del datore è ancor più evidente poiché la struttura in questione è stata esposta in passato ad altri episodi simili. (Cassazione civile sez. lav., 28/10/2016, n. 21901)

Società di capitali

bilanciaSussiste il diritto incondizionato del socio non amministratore di esercitare un penetrante sindacato sulla gestione sociale, funzionale alla salvaguardia degli interessi dell’ente rispetto alle condotte degli amministratori, per cui lo stesso ben può essere oggetto di tutela tramite azione di merito specifica o in via d’urgenza ex art. 700 c.p.c., in vista della instaurazione del giudizio a cognizione ordinaria ai fini dell’accertamento del diritto di consultare i libri ed i documenti sociali. (Tribunale Milano Sez. spec. Impresa, 28/10/2016)

Atto amministrativo

libroLo speciale procedimento giurisdizionale disciplinato dagli artt. 31 e 117 c.p.a. ha la finalità di conferire al privato un potere procedimentale, strumentalmente volto a rendere effettivo l’obbligo giuridico della P.A. di provvedere; ha quindi codificato un istituto giuridico di elaborazione giurisprudenziale, relativo all’esplicitazione di potestà pubblicistiche correlate alle sole ipotesi di mancato esercizio dell’attività amministrativa. Tale obbligo, tuttavia, va sempre necessariamente rapportato ai contenuti dell’istanza di parte, per l’ovvia e logica ragione che la sua ratio è quella di offrire risposta ad una precisa domanda di giustizia della parte, che è intimamente collegata all’art. 2, l. n. 241 del 1990 ma non solo. E’ evidente, infatti, che l’obbligo di provvedere impone all’Amministrazione di determinarsi in tempi ragionevoli e fissati per legge, con conseguenze che, anche in termini di responsabilità dei soggetti preposti all’emissione del provvedimento, sono stati sempre più espliciti e circoscritti dalla legge nel corso degli anni; il che è testimoniato dall’evoluzione che l’art. 2, l. n. 241 del 1990 ha subito nel corso degli anni. (T.A.R. Napoli sez. IV, 28/10/2016, n. 5005)

Pubblica amministrazione

Le ragioni di convenienza poste alla base della decisione di non trasformare l’aggiudicazione provvisoria in aggiudicazione definitiva devono essere precisate dalla stazione appaltante in modo da esplicitare l’interesse pubblico e gli elementi concreti e obiettivi giustificanti tale decisione. In difetto di siffatta motivazione, si realizzano i presupposti della responsabilità precontrattuale. (T.A.R. Firenze sez. I, 28/10/2016, n. 1556)

Responsabilità civile

Risponde del prodotto difettoso l’importatore che lo ha introdotto nell’Unione Europea anche qualora il produttore operi al di fuori dei Paesi dell’Unione, in quanto si ritiene compresa la figura dell’importatore nella nozione di produttore alla stregua della direttiva europea 99/34/Cee e dell’art. 116 del d.lg. 205/2006. (Tribunale Mantova, 28/10/2016)

Lavoro subordinato

bilanciaIn tema di infortuni e di sicurezza sul lavoro, l’esternalizzazione in tutto o in parte del processo produttivo non esclude che il datore di lavoro possa essere ritenuto responsabile dell’evento, ove egli non dia prova di avere – secondo le previsioni dell’art. 7 del d.lgs. n. 626 del 1994, ed anche indipendentemente dall’osservanza del dovere generale di protezione di cui all’art. 2087 c.c. – adeguatamente verificato l’idoneità tecnico-professionale del soggetto cui l’opera è affidata e di avere concorso alla prevenzione del rischio specifico implicato nella realizzazione della medesima, anche mediante un’idonea opera di informazione dei lavoratori addetti. (Cassazione civile sez. lav., 28/10/2016, n. 21894)

Concorrenza

In tema di concorrenza sleale, il luogo di commissione dell’illecito non è quello in cui l’attore che si affermi danneggiato ha la sua sede, bensì quello nel quale si siano materialmente verificati sia gli atti che si assumono lesivi della norma di cui all’art. 2598 c.c., sia i conseguenti effetti sul mercato dell’attività concorrenziale vietata. (Cassazione civile sez. VI, 27/10/2016, n. 21776)

Concorrenza

I procedimenti in materia di concorrenza sleale cd. pura (nei quali, cioè, l’accertamento della lesione del diritto alla lealtà concorrenziale non implica una valutazione incidentale della violazione del diritti di privativa, quale elemento costitutivo dell’illecito) appartengono alla competenza della sezione specializzata in materia d’impresa solo quando presentino elementi di connessione con le azioni in materia di proprietà industriale e sono, in tal caso, attratti alla speciale competenza per territorio stabilita dall’art. 120 del d.lgs. n. 30 del 2005. (Cassazione civile sez. VI, 27/10/2016, n. 21776)

Assicurazione

In materia di assicurazione obbligatoria derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, l’impresa designata dal Fondo di Garanzia intervenuta in grado di appello assume, quale successore a titolo particolare nel diritto controverso, la stessa posizione dell’impresa in liquidazione coatta amministrativa e può limitarsi a far propri i motivi di appello proposti dalla sua dante causa senza necessità di proporre un proprio appello incidentale. (Cassazione civile sez. III, 25/10/2016, n. 21454)

Obbligazione e Contratti

L’inadempimento delle prestazioni dovute dalla struttura sanitaria inserita nel S.s.n. implica la responsabilità diretta e autonoma della struttura medesima per i danni conseguenti ex art. 1218 c.c., al pari di ogni responsabilità che scaturisce dall’inadempimento di obbligazioni derivanti da “altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell’ordinamento” (art. 1173 c.c.). (Tribunale Rimini, 25/10/2016)

Lavoro Subordinato

libroIn tema di lavoro pubblico contrattualizzato, l’art. 24, comma 1 bis, del d.l. n. 341 del 2000, conv. con modif. nella l. n. 4 del 2001, inserito in un contesto di disposizioni urgenti per la funzionalità dell’amministrazione della giustizia, anche con riguardo al fabbisogno del personale dirigenziale, non deve essere inteso nel senso di avere imposto alla P.A. di procedere alla copertura della metà di tutti i posti vacanti, ma più semplicemente, nel senso di avere conferito all’amministrazione stessa un ampio potere discrezionale di provvedere alle assunzioni entro il limite massimo della metà dei posti vacanti, con portata derogatoria limitata alle sole modalità di reclutamento, per la parte in cui rende obbligatorio attingere alle graduatorie efficaci dei concorsi banditi nei due anni precedenti; ne consegue che, in assenza di un provvedimento di copertura dei posti vacanti, non sussiste il diritto dell’idoneo all’assunzione, né è configurabile una responsabilità dell’amministrazione. (Cassazione civile sez. lav., 24/10/2016, n. 21370)

Prefetto

bilanciaRisponde alla finalità di marcata anticipazione della tutela il disegno legislativo secondo il quale la c.d. interdittiva prefettizia antimafia, ora prevista dagli artt. 91 e ss., d.lg. 6 settembre 2011 n. 159, recante il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, rappresenta una misura preventiva volta a colpire l’azione della criminalità organizzata impedendole di avere rapporti contrattuali con la P.A., cosicché, proprio per il suo carattere preventivo, essa prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che, nell’esercizio di attività imprenditoriali, hanno rapporti con la P.A. e si fonda sugli accertamenti compiuti dai diversi organi di polizia e analizzati, per la loro rilevanza, dal Prefetto territorialmente competente, la cui valutazione costituisce espressione di ampia discrezionalità che può essere assoggettata al sindacato del g.a. solo sotto il profilo della sua logicità, in relazione alla rilevanza dei fatti accertati. Essa, inoltre, essendo il potere esercitato dal Prefetto espressione della logica di anticipazione della soglia di difesa sociale, finalizzata ad assicurare una tutela avanzata nel campo del contrasto alle attività della criminalità organizzata, non deve necessariamente collegarsi ad accertamenti in sede penale di carattere definitivo e certi sull’esistenza della continuità dell’impresa con organizzazioni malavitose e, quindi, del condizionamento in atto dell’attività di impresa, ma può essere sorretta da fattori sintomatici e indiziari da cui emergano sufficienti elementi del pericolo che possa verificarsi il tentativo di ingerenza nell’attività imprenditoriale della criminalità organizzata. Al provvedimento in questione va riconosciuta, infatti, la natura di tipica misura cautelare di polizia, preventiva e interdittiva, che si aggiunge alle misure di prevenzione antimafia di natura giurisdizionale e che prescinde dall’accertamento in sede penale di uno o più reati connessi all’associazione di tipo mafioso (nel caso di specie, i fatti sintomatici e indizianti che sostenevano la possibilità della sussistenza di un collegamento tra impresa e criminalità organizzata si incentravano nel carattere plurimo delle relazioni che sia il socio accomandatario che il socio accomandante della società ricorrente avevano con contesti e persone che non lasciavano propendere per la loro affidabilità). (T.A.R. Napoli sez. I, 24/10/2016, n. 4841)

Prefetto

libroLa valutazione che l’autorità prefettizia è chiamata a compiere, per determinarsi in ordine alla sussistenza o meno del pericolo di infiltrazione mafiosa dell’attività di impresa ai sensi del d.lg. n. 159 del 2011, deve svolgersi sul complesso degli elementi raccolti e non va condotta partitamente su ciascuno di essi e, a sua volta, il sindacato del giudice sulla valutazione compiuta dall’autorità prefettizia di sussistenza del pericolo mafioso deve incentrarsi sull’atto complessivamente considerato e non va parcellizzato nella disamina di ogni singolo elemento di fatto preso in considerazione dall’autorità come sintomatico del pericolo di infiltrazione mafiosa, non venendo in rilievo nel caso la necessità di accertare singole e individuate responsabilità come, invece, necessariamente avviene nel processo penale, ma piuttosto l’esigenza, prevalente rispetto ad altre pur connesse ad interessi a rilievo costituzionale (come la libertà di iniziativa economica e la libertà di impresa), di porre un argine significativamente preventivo al pernicioso fenomeno del condizionamento mafioso dell’attività economica del Paese. Gli elementi raccolti non vanno, dunque, riguardati in modo atomistico ma unitario, sì che la valutazione deve essere effettuata in relazione al complessivo quadro indiziario, nel quale ogni elemento acquista valenza nella sua connessione con gli altri; tutto ciò comporta l’attribuzione al Prefetto di un ampio margine di accertamento e di apprezzamento, sindacabile in sede giurisdizionale solo in caso di manifesti vizi di eccesso di potere per illogicità, irragionevolezza e travisamento dei fatti. (T.A.R. Napoli sez. I, 24/10/2016, n. 4841)

Responsabilità Civile

bilanciaLe considerazioni in ordine ai presupposti fondativi della responsabilità della P.A. da provvedimento illegittimo e al relativo regime allegatorio e probatorio possono essere estese e formulate, e le conseguenti conclusioni raggiunte, anche con riguardo all’azione di risarcimento dei danni connessi all’impossibilità o comunque alla mancata esecuzione in forma specifica, totale o parziale, del giudicato, contemplata dall’art. 112 comma 3, c.p.a. non ravvisandosi profili differenziali nei presupposti sostanziali di tale azione rispetto a quella generale di condanna ex art. 30 comma 3, c.p.a. (T.A.R. Napoli sez. III, 24/10/2016, n. 4866)

Responsabilità Civile

libroIl comportamento inerte, se non negligente, tenuto dal ricorrente nell’ambito della procedura concorsuale allora in fieri, integra, in definitiva, la causa di esclusione del risarcimento dei danni da lesione di interessi legittimi positivizzata, in recepimento dei principi sul c.d. concorso colposo del creditore di cui all’art. 1227 c.c., all’art. 30 comma 3, seconda parte, c.p.a.. L’ultima disposizione, infatti, ben può disciplinare il caso di un candidato escluso da un concorso pubblico ed ammesso con riserva alle prove dal giudice amministrativo mediante ordinanza cautelare pubblicata nella stessa data di celebrazione della prova con cui la stessa venga ammesso, qualora il candidato ricorrente, già anzitempo a conoscenza di tale data, non si sia attivato a chiedere al Presidente della Sezione l’anticipazione della Camera di Consiglio di trattazione della richiesta di sospensiva (ovvero la misura cautelare monocratica oggi contemplata dall’art. 56 c.p.a.), con ciò lasciando che la prova concorsuale si espletasse senza la sua partecipazione. Il g.a. successivamente adito – dopo il definitivo annullamento del provvedimento di esclusione dal concorso – per il risarcimento dei danni assertivamente cagionati dal provvedimento di esclusione, esclude, in ossequio all’art. 30 comma 3, ultimo periodo, c.p.a., il risarcimento stesso in quanto il ricorrente avrebbe potuto evitare i danni usando l’ordinaria diligenza, in particolare esperendo gli strumenti di tutela previsti ovverosia chiedendo tempestivamente l’anticipazione della tutela cautelare esitata nell’ammissione con riserva. (T.A.R. Napoli sez. III, 24/10/2016, n. 4866)

Responsabilità Civile

bilanciaAi fini dell’accoglimento della domanda risarcitoria del danno, oltre all’annullamento dell’atto lesivo e al danno subito, è necessaria la sussistenza dell’elemento soggettivo del dolo ovvero della colpa, potendo il giudice amministrativo affermare la responsabilità dell’Amministrazione per danni conseguenti a un atto illegittimo quando la violazione risulti grave e commessa in un contesto di circostanze di fatto e in un quadro di riferimento normativo e giuridico tale da palesare la negligenza e l’imperizia dell’organo. (T.A.R. Napoli sez. III, 24/10/2016, n. 4866)

Responsabilità Civile

libroNella valutazione della responsabilità del professionista incaricato della relazione estimativa finalizzata ad individuare il valore di un immobile, le incongruenze nella misurazione del cespite, l’omesso riscontro delle divergenze evidenti fra stato di fatto e situazione catastale dell’immobile, l’omesso riferimento all’assenza di requisiti minimi per l’utilizzo dell’immobile a fini abitativi, sono indici sintomatici di una condotta che ha disatteso anche il livello minimo di diligenza esigibile dal professionista di media preparazione ed attenzione. (Tribunale Napoli sez. I, 21/10/2016, n. 11522)

Intermediari finanziari

bilanciaIn tema di intermediazione finanziaria, accertata la responsabilità dell’intermediatore (che si era appropriato di una somma di denaro degli attori) che aveva agito in qualità di promotore della Banca, si rileva la corresponsabilità dell’istituto bancario giusto il combinato disposto degli art. 2049 c.c. e dell’art. 5 l. n. 1 del 1991. Infatti, qualora l’intermediatore agisca in qualità di promotore della banca, consegue una corresponsabilità solidale di quest’ultima, essendo irrilevante e tale da non escludere la corresponsabilità, la modalità di consegna concreta della somma di denaro al promotore. (Tribunale Lucca sez. I, 21/10/2016, n. 2127)

Società di capitali

libroNei rapporti tra i soci di una società in nome collettivo, laddove un socio eserciti un’azione nei confronti della società e pretenda di estenderla anche ad altro socio illimitatamente responsabile, “quest’ultimo risponde nei suoi confronti non illimitatamente, come avverrebbe laddove agisse un terzo estraneo alla società, ma solo nei limiti dei reciproci obblighi di contribuzione per gli oneri sociali”. Ad affermarlo è la Cassazione che ha accolto il ricorso di un socio di una società in nome collettivo contro un decreto ingiuntivo ottenuto dall’altro socio sia nei confronti della società, sia in suo danno, quale socio illimitatamente responsabile della stessa, per canoni di locazione relativi a un immobile di cui erano comproprietari al 50%. Per la Corte, “l’estensione agli altri soci dell’azione promossa dal socio creditore contro la società è configurabile solo qualora sussista un effettivo squilibrio tra i soci stessi nei reciproci obblighi di contribuzione per il pagamento dei debiti sociali”. Squilibrio che nel caso di specie non sussisteva essendo entrambi unici proprietari dell’immobile locato. (Cassazione civile sez. III, 19/10/2016, n. 21066)

Inquinamenti

Nei casi di abbandono dei rifiuti o di inquinamento ambientale è possibile (anche se a volte molto difficoltoso) accertare chi sia stato il soggetto responsabile dell’inquinamento o, in negativo, se l’attuale proprietario del terreno inquinato o adibito a discarica abusiva sia o meno identificabile come responsabile della condotta illecita. (T.A.R. Ancona sez. I, 19/10/2016, n. 571)

Sanità Pubblica

bilanciaLa responsabilità del medico per falso ideologico ricorre quando sia mancato il controllo diretto sulle condizioni di salute del paziente al quale sia rilasciato il certificato, oppure quando abbia falsamente attestato di avere effettuato una visita medica all’esito della quale risulta esistente una patologia che, invece, non lo era (il che non si verifica per il servizio S&T, essendo il personale infermieristico sempre in contatto in via telematica con il medico di Pronto Soccorso, con la conseguenza che la supervisione del medico è diretta, costante e contestuale all’intervento infermieristico). (T.A.R. Roma sez. III, 19/10/2016, n. 10411)

Sanità Pubblica

libroLa determinazione n. 384 del 20 marzo 2015, con cui l’ASL RM C ha disposto l’attivazione di ambulatori infermieristici sul modello See and Treat si inquadra nell’ambito del Piano strategico aziendale 2014 – 2016, adottato con delibera n. 354 del 2014, che, nell’istituzione della c.d. Casa della salute verso la quale va spostata l’assistenza sul territorio onde garantire livelli di cura più accurati, ha ritenuto l’opportunità di attivare una rete di Ambulatori Infermieristici caratterizzati dalla presenza di personale con tale qualifica munito di competenze certificate frutto di specifici percorsi formativi e di tutoraggio; Ambulatori sui quali far convergere le urgenze minori i cd. codici bianchi, allo scopo di deflazionare le presenze nei Pronto Soccorso cittadini, di diminuire i tempi di attesa, a volte molto lunghi e di fornire ai cittadini affetti da patologie minori quelle cure di cui necessitano nell’immediato, onde impedire pratiche di automedicazione e di autocura non sempre funzionali alla soluzione del problema del paziente. In detto modello, non si pongono problemi di responsabilità delle scelte di cura derivanti dal fatto che vi lavorano infermieri, atteso che il personale infermieristico si limita a classificare il paziente con un codice di priorità assistenziale, e laddove ravvisi uno dei casi esclusi dal loro ambito operativo, è tenuto ad inviarlo al più vicino Pronto soccorso. (T.A.R. Roma sez. III, 19/10/2016, n. 10411)

Trasporto

bilanciaÈ contraria al diritto dell’Unione la legge nazionale che autorizzi, a titolo di provvedimento cautelare, il fermo di un veicolo appartenente a un’impresa di trasporto, nel caso in cui, da un lato, il conducente di tale veicolo, dipendente di tale impresa abbia violato le norme sull’utilizzo dell’apparecchio di controllo nel settore dei trasporti su strada e, dall’altro, l’autorità nazionale competente non abbia fatto valere la responsabilità di tale impresa. In tal caso, secondo la Corte di giustizia dell’Unione europea il provvedimento cautelare non risponde ai requisiti del principio di proporzionalità. (Corte giustizia UE sez. V, 19/10/2016, n. 501)

Unione Europea

libroIl regolamento (CE) n. 561/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, relativo all’armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che modifica i regolamenti (CEE) n. 3821/85 e (CE) n. 2135/98 del Consiglio e abroga il regolamento (CEE) n. 3820/85 del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale la quale autorizzi, a titolo di provvedimento cautelare, il fermo di un veicolo appartenente a un’impresa di trasporto, nel caso in cui, da un lato, il conducente di tale veicolo, dipendente di tale impresa, ne fosse alla guida infrangendo le norme del regolamento (CEE) n. 3821/85 del Consiglio, del 20 dicembre 1985, relativo all’apparecchio di controllo nel settore dei trasporti su strada e, dall’altro, l’autorità nazionale competente non abbia fatto valere la responsabilità di tale impresa, giacché tale provvedimento cautelare non risponde ai requisiti del principio di proporzionalità. (Corte giustizia UE sez. V, 19/10/2016, n. 501)

Assicurazione

bilanciaNell’ampio concetto di circolazione stradale indicato dall’art. 2054 c.c., deve ritenersi compreso qualsiasi atto di movimentazione del veicolo o delle sue parti, con la conseguenza che, quando tali atti avvengono sulla pubblica via, essi danno luogo all’applicabilità della disciplina legislativa, con la conseguente operatività della garanzia assicurativa prestata per la responsabilità civile derivante dalla circolazione stradale (nella specie, la vittima veniva colpita da un cavetto d’acciaio -in precedenza teso dal convenuto tra due trattori trasversalmente alla strada – tranciato da una vettura di passaggio, rovinando così al suolo e perdendo la vita a seguito di un trauma cranico). (Cassazione civile sez. III, 19/10/2016, n. 21097)

Società di persone

Nelle società in nome collettivo, la responsabilità illimitata dovrà essere rapportata alla partecipazione sociale, dunque, il socio che agisce come creditore potrà invocare la responsabilità illimitata propria del socio di s.n.c., salvo subire azione di regresso per la parte eccedente la quota (art. 1229 c.c.). La responsabilità illimitata, nei rapporti interni, è pari alla quota di partecipazione, dunque, la parte eccedente, eventualmente anticipata da un socio, potrà essere recuperata in danno dell’altro socio. (Cassazione civile sez. III, 19/10/2016, n. 21066)

Previdenza ed assistenza

libroNell’ipotesi in cui l’Inps abbia fornito all’assicurato una erronea indicazione del numero dei contributi versati, il danno sofferto dall’interessato per la successiva interruzione del versamento dei contributi, alla quale abbia fatto seguito il rigetto della domanda di pensione di anzianità, è riconducibile non già a responsabilità extracontrattuale, ma contrattuale, e a tale responsabilità l’Inps può sottrarsi solo fornendo la dimostrazione che il fatto dannoso dipende da un evento allo stesso non imputabile, ovvero che l’evento dannoso è imputabile, in tutto o in parte, al mancato uso dell’ordinaria diligenza da parte dello stesso danneggiato. (Tribunale Teramo sez. lav., 18/10/2016, n. 649)

Avvocato

bilanciaIl professionista legale incaricato di presentare un’istanza di ammissione al passivo di un fallimento per il recupero di un credito è inadempiente nei confronti del cliente per incompleta informazione in ordine alle modalità ed ai termini per impugnare il provvedimento di rigetto dell’istanza, ma non è tenuto ai danni se l’attore danneggiato non dimostra il messo eziologico fra l’inadempimento al mandato difensivo e l’impossibilità di recuperare il suo credito. Se l’attività professionale prestata dal legale a favore del cliente è risultata priva di qualsiasi utilità, l’avvocato non ha diritto a riconoscimento economico alcuno per le proprie prestazioni. (Tribunale Verona sez. III, 18/10/2016, n. 2736)

Impiegati dello stato

libroI procedimenti disciplinari contemplati dall’art. 55 del d.lgs. n. 165 del 2001 non costituiscono procedimenti amministrativi essendo condotti dalle P.A. con i poteri propri del datore di lavoro privato, sicché, nel caso in cui la lettera di contestazione di un illecito, prevista dal comma 4 dell’art. 55 cit., sia firmata da un membro supplente dell’ufficio disciplinare, essa è soggetta alla generale disciplina privatistica in materia di rappresentanza senza potere, e quale negozio giuridico posto in essere in assenza del potere di rappresentanza, può essere ratificata, con effetto “ex tunc”, dal suddetto ufficio. (Cassazione civile sez. lav., 18/10/2016, n. 21032)

Impiegati dello stato

bilanciaAnche nel pubblico impiego contrattualizzato deve ritenersi, relativamente alle sanzioni disciplinari conservative (e non per le sole espulsive), che, in tutti i casi nei quali il comportamento sanzionatorio sia immediatamente percepibile dal lavoratore come illecito, perché contrario al cd. minimo etico o a norme di rilevanza penale, non sia necessario provvedere alla affissione del codice disciplinare prevista dall’art. 55 del d.lgs. n. 150 del 2009, in quanto il dipendente pubblico, come quello del settore privato, ben può rendersi conto, anche al di là di una analitica predeterminazione dei comportamenti vietati e delle relative sanzioni da parte del codice disciplinare, della illiceità della propria condotta. (Nella specie, consistente nell’aver attestato, nei rapporti con i terzi, il possesso della qualità di ufficiale di polizia giudiziaria, revocata dalla P.A. datrice di lavoro, e nell’avere utilizzato, per tale attestazione, un timbro non autorizzato). . (Cassazione civile sez. lav., 18/10/2016, n. 21032)

Danni

libroL’esercizio del potere discrezionale di liquidare il danno in via equitativa, conferito al giudice dagli art. 1226 e 2056 cod. civ. ed espressione del più generale potere di cui all’art. 115 cod. proc. civ., dà luogo non già a un giudizio di equità bensì a un giudizio di diritto caratterizzato dalla c.d. equità giudiziale integrativa, che, pertanto, presuppone che sia provata l’esistenza di danni risarcibili e che risulti obiettivamente impossibile o particolarmente difficile, per la parte interessata, provare il danno nel suo preciso ammontare; non è possibile, invece, in tal modo, surrogare il mancato accertamento della prova della responsabilità del debitore o la mancata individuazione della prova del danno nella sua esistenza. (Consiglio di Stato sez. VI, 14/10/2016, n. 4266)

Previdenza ed assistenza

bilanciaIn tema di liquidazione del danno biologico cd. differenziale, di cui il datore di lavoro è chiamato a rispondere nei casi in cui opera la copertura assicurativa INAIL in termini coerenti con la struttura bipolare del danno-conseguenza, va operato un computo per poste omogenee, sicché, dall’ammontare complessivo del danno biologico, va detratto non già il valore capitale dell’intera rendita costituita dall’INAIL, ma solo il valore capitale della quota di essa destinata a ristorare, in forza dell’art. 13 del d.lgs. n. 38 del 2000, il danno biologico stesso, con esclusione, invece, della quota rapportata alla retribuzione ed alla capacità lavorativa specifica dell’assicurato, volta all’indennizzo del danno patrimoniale. (Cassazione civile sez. lav., 14/10/2016, n. 20807)

Responsabilità civile

libroSe è vero che il risarcimento del danno a carico della pubblica amministrazione non è conseguenza automatica e costante dell’annullamento giurisdizionale dell’atto amministrativo, posto che si richiede invece a questo fine la verifica positiva, oltre che della lesione della situazione soggettiva di interesse tutelata dall’ordinamento, della sussistenza della colpa in capo all’Amministrazione e del nesso causale tra provvedimento illegittimo e danno sofferto, è vero anche che l’illegittimità del provvedimento è però un elemento dal quale deriva una presunzione di colpa in capo alla pubblica amministrazione e che l’onere probatorio gravante sul richiedente può ritenersi assolto con l’indicazione dell’illegittimità del provvedimento, potendo riconoscersi in capo all’Amministrazione l’onere di provare l’assenza di colpa attraverso l’errore scusabile. (Consiglio di Stato sez. VI, 14/10/2016, n. 4266)

Assicurazione

L’assicuratore contro i danni che in esecuzione del contratto abbia indennizzato il proprio assicurato, vittima d’un sinistro stradale, ha diritto di surrogarsi ex art. 1916 c.c. non solo nei confronti del responsabile, ma anche nei confronti dell’assicuratore della r.c.a. di quello. (Cassazione civile sez. III, 14/10/2016, n. 20740)

Responsabilità civile

bilanciaIn tema di responsabilità da fatto illecito, il carattere solidale dell’obbligazione risarcitoria, escludendo la configurabilità di un rapporto unico ed inscindibile tra i soggetti che abbiano concorso nella produzione del danno, comporta, sul piano processuale, l’autonomia delle domande cumulativamente proposte nei confronti degli stessi, la quale impedisce di ravvisare non solo un litisconsorzio necessario tra gli autori dell’illecito, ma anche un rapporto di dipendenza tra l’affermazione o l’esclusione della responsabilità di alcuni di essi e l’accertamento del contributo fornito dagli altri, a meno che la responsabilità dei primi non debba necessariamente essere ricollegata a quella di questi ultimi, per effetto dell’obiettiva interrelazione esistente, sul piano del diritto sostanziale, tra le rispettive posizioni. (Nella specie, la S.C., in conformità al principio esposto, ha cassato la sentenza di merito che ha rimesso la causa al giudice di primo grado, ai sensi dell’art. 345 c.p.c., ritenendo il comune solidalmente responsabile con la cooperativa edilizia, cui aveva attribuito un diritto di superficie ex art. 35 della l. n. 865 del 1971, per l’illegittima occupazione dalla stessa compiuta ai danni di un terzo). (Cassazione civile sez. I, 13/10/2016, n. 20692)

Fallimento

Lo scioglimento di una società di persone (nella specie, una società in accomandita semplice) non determina la cessazione della responsabilità illimitata dei soci illimitatamente responsabili, pur quando non siano nominati liquidatori, e non esclude, pertanto, che siano dichiarati personalmente falliti per effetto del fallimento della società. (Cassazione civile sez. VI, 13/10/2016, n. 20671)

Inquinamenti

libroDal vigente D.Lgs. 152/2006 (che ha abrogato il D.Lgs. 22/1997) si desume che: l’obbligo di bonifica è posto pertanto in capo al responsabile dell’inquinamento, che le Autorità amministrative hanno l’onere di ricercare ed individuare (cfr. gli artt. 242 e 244 D.Lgs. 152/2006), mentre il proprietario non responsabile dell’inquinamento o altri soggetti interessati hanno una mera “facoltà” di effettuare interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di messa in sicurezza (cfr. l’art. 245, comma 1° dello stesso decreto legislativo); nel caso di mancata individuazione del responsabile o di assenza di interventi volontari, le opere di bonifica saranno realizzate dalle Amministrazioni competenti (cfr. l’art. 250), salvo, a fronte delle spese da esse sostenute, l’esistenza di un privilegio speciale immobiliare sul fondo a tutela del credito per la bonifica e la qualificazione degli interventi relativi come onere reale sul fondo stesso, onere destinato pertanto a trasmettersi unitamente alla proprietà del terreno, secondo il modello civilistico dell’obbligazione propter rem o “ambulatoria” (cfr. l’art. 253); la figura del “responsabile dell’inquinamento” assume quindi carattere centrale nel sistema e rappresenta, anche per la dottrina, l’attuazione del principio comunitario “chi inquina paga”. (T.A.R. Milano sez. IV, 13/10/2016, n. 1860)

Matrimonio

bilanciaL’azione per l’annullamento del matrimonio proposta da un terzo successivamente al decesso di uno dei coniugi rientra nell’ambito di applicazione del regolamento Ce n. 2201/2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, ma a essa non si applicano le regole di competenza territoriale, legate alla residenza, previste solo nell’interesse dei coniugi. Ad affermarlo è la Corte di giustizia dell’Unione europea che ha così chiarito che la nozione di “attore” ai sensi del regolamento non comprende le persone diverse dai coniugi, cosicché i terzi non possono avvalersi dei criteri di competenza previsti dal regolamento. (Corte giustizia UE sez. II, 13/10/2016, n. 294)

Fallimento

libroIl fallimento di un socio accomandatario di una s.a.s., ai sensi dell’art. 147 l. fall., può essere dichiarata anche dopo un anno dall’annotazione sul Registro delle imprese della nomina del liquidatore della società. Infatti, la messa in liquidazione di una s.a.s. non fa venir meno la responsabilità dei soci accomandatari, dato che nessuna norma prevede una tale disciplina, né tale conseguenza può farsi derivare dall’attribuzione dei poteri di gestione a un liquidatore. Essi rispondono in quanto soci e non perché abbiano o meno ricoperto anche la carica di amministratori. (Cassazione civile sez. VI, 13/10/2016, n. 20671)

Responsabilità civile

Risponde di diffamazione, non potendo invocare il diritto di cronaca, colui che diffonde pubblicamente la notizia che taluno sia imputato per il reato di bancarotta fraudolenta quando dagli atti processuali risulta invece accusato di bancarotta preferenziale, essendo i due reati oggettivamente diversificati sia sotto il profilo delle condotte illecite considerate, sia nella prospettiva delle sanzioni irrogabili. (Cassazione civile sez. III, 13/10/2016, n. 20643)

Impiegati dello Stato

bilanciaAi sensi del comma 2 dell’art. 1 d.lg. n. 276 del 2003 non è applicabile alle pubbliche amministrazioni la responsabilità solidale prevista dal comma 2 dell’art. 29 del richiamato decreto. L’art. 9 d.l. n. 76 del 2013, nella parte in cui prevede l’inapplicabilità dell’art. 29 ai contratti di appalto stipulati dalla pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1 d.lg. n. 165 del 2001, non ha carattere di norma di interpretazione autentica, dotata di efficacia retroattiva, né ha innovato il quadro normativo pre vigente, avendo solo esplicitato un precetto già desumibile dal testo del richiamato art. 29 e dalle successive integrazioni. (Cassazione civile sez. lav., 11/10/2016, n. 20434)

Responsabilità civile

In tema di danno alla persona, conseguente a responsabilità medica, l’omissione della diagnosi di un processo morboso terminale, sul quale sia possibile intervenire soltanto con un intervento cd. palliativo, determinando un ritardo della possibilità di esecuzione dello stesso, cagiona al paziente un danno alla persona per il fatto che, nelle more, egli non ha potuto fruire di tale intervento e, quindi, ha dovuto sopportare le conseguenze del processo morboso e particolarmente il dolore, posto che la tempestiva esecuzione dell’intervento palliativo avrebbe potuto, sia pure senza la risoluzione del processo morboso, alleviare le sue sofferenze. (Tribunale Massa, 11/10/2016, n. 946)

Danni

L’accertata esistenza di alcuni concreti elementi di colpa a carico di uno o di entrambi i conducenti dei veicoli scontratisi, non impedisce il ricorso al criterio della responsabilità presunta di pari grado quando l’impossibilità di accertamento delle circostanze di maggior rilievo influenti sulla dinamica del sinistro non consenta di stabilire la misura dell’imputabilità di quest’ultimo rispetto ad uno o entrambi i conducenti. (Tribunale Bari, 11/10/2016, n. 5098)

Responsabilità Civile

libroLa Repubblica italiana, non avendo adottato tutte le misure necessarie al fine di garantire l’esistenza, nelle situazioni transfrontaliere, di un sistema di indennizzo delle vittime di tutti i reati intenzionali violenti commessi sul proprio territorio, è venuta meno all’obbligo ad essa incombente in forza dell’articolo 12, paragrafo 2, della direttiva 2004/80/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa all’indennizzo delle vittime di reato. Gli Stati membri devono garantire alle vittime non soltanto l’accesso a un indennizzo secondo il principio di non discriminazione, ma soprattutto un livello minimo di indennizzo per qualsiasi tipologia di reato violento. (Corte giustizia UE grande sezione, 11/10/2016, n. 601)

Danni

La sentenza di condanna generica postula, quale presupposto necessario e sufficiente a legittimarne l’adozione, solo l’accertamento di un fatto ritenuto, alla stregua di un giudizio di probabilità, potenzialmente produttivo di danni, mentre il riscontro dell’esistenza, in concreto, di questi ultimi, benché già ivi possibile, può anche essere differito alla fase della loro effettiva liquidazione, ed in tal caso, se una siffatta pronuncia non sia stata impugnata, il giudicato formatosi non investe la sussistenza dei danni stessi e del loro rapporto di causalità con il fatto illecito, né preclude la successiva dichiarazione di infondatezza della pretesa risarcitoria, ove si verifichi che i pregiudizi lamentati non si siano prodotti o non siano riconducibili al comportamento del responsabile. (Cassazione civile sez. I, 11/10/2016, n. 20444)

Prescrizione e decadenza in materia civile

In tema di prescrizione dell’azione di risarcimento dei danni da fatto illecito configurabile come reato ha chiarito che l’applicazione del più favorevole termine di prescrizione previsto per il reato, se non richiede una sentenza penale di condanna, postula almeno l’accertamento del fatto reato. Più specificamente, in relazione all’azione di rescissione per lesione, questa Corte ha ritenuto insufficiente, ai fini dell’applicazione dal disposto dall’art. 2947, comma 3, c.c. l’allegazione in sede civile di elementi di fatto penalmente rilevanti, ma strutturalmente estranei al binomio “petitum “causa petendi””, così come prospettato dalla parte attrice davanti al giudice. (Tribunale Arezzo, 11/10/2016, n. 1129)

Circolazione stradale

Il termine entro cui il proprietario dei veicolo è tenuto, ai sensi dell’art. 126 -bis, comma 2, d.lg. n. 285 del 1991 a comunicare all’organo di polizia che procede i dati relativi al conducente, non decorre dalla definizione del procedimento di opposizione avverso il verbale di accertamento dell’infrazione presupposta, ma dalla richiesta rivolta al proprietario dall’autorità, trattandosi di un’ipotesi di illecito istantaneo previsto a garanzia dell’interesse pubblicistico relativo alla tempestiva identificazione del responsabile, del tutto autonomo rispetto all’effettiva commissione di un precedente illecito. (Cassazione civile sez. VI, 11/10/2016, n. 20477)

Responsabilità civile

bilanciaL’ente proprietario di una strada aperta al pubblico transito si presume responsabile, ai sensi dell’art. 2051 c.c., dei sinistri riconducibili alle situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura o alle pertinenze della strada stessa, indipendentemente dalla sua estensione. In particolare, in tema di danni determinati dall’esistenza di un cantiere stradale, qualora l’area di cantiere risulti completamente enucleata, delimitata ed affidata all’esclusiva custodia dell’appaltatore, con conseguente assoluto divieto su di essa del traffico veicolare e pedonale, dei danni subiti all’interno di questa area risponde esclusivamente l’appaltatore, che ne è l’unico custode. Allorquando, invece, l’area su cui vengono eseguiti i lavori ed insiste il cantiere risulti, come nella specie, ancora adibita al traffico e, quindi, utilizzata a fini di circolazione, denotando questa situazione la conservazione della custodia da parte dell’ente titolare della strada, sia pure insieme all’appaltatore, consegue che la responsabilità ai sensi dell’art. 2051 c.c. sussiste sia a carico dell’appaltatore che dell’ente. Tale responsabilità è esclusa solo dal caso fortuito, che può consistere sia in una alterazione dello stato dei luoghi imprevista, imprevedibile e non tempestivamente eliminabile o segnalabile ai conducenti nemmeno con l’uso dell’ordinaria diligenza, sia nella condotta della stessa vittima, ricollegabile all’omissione delle normali cautele esigibili in situazioni analoghe. (Tribunale Arezzo, 10/10/2016, n. 1128)

Sentenza, ordinanza e decreto in materia civile

In un giudizio relativo ad immissioni acustiche, incorre nel vizio di extra-petizione il giudice che, provvedendo sulla connessa domanda di risarcimento del danno alla salute, proceda alla liquidazione del danno morale da reato, in ragione della ritenuta sussistenza della fattispecie di cui all’art. 659 c.p., senza che la parte abbia mai prospettato, a fondamento della domanda risarcitoria, un fatto illecito costituente reato. (Cassazione civile sez. III, 07/10/2016, n. 20198)

Lavoro subordinato

libroIn materia di obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c. gravano sul datore di lavoro specifici obblighi di informazione del lavoratore, al fine di evitare il rischio specifico della lavorazione, insuscettibili di essere assolti mediante indicazioni generiche (quali, nella specie, di “svuotare la carriola con il badile, per renderla più leggera” o di “non sollevarla quando completamente piena” rispetto ad un danno verificatosi a causa del sollevamento manuale del carico), in quanto in tal modo la misura precauzionale non risulta adottata dal datore di lavoro ma l’individuazione dei suoi contenuti è inammissibilmente demandata al lavoratore; né l’obbligo di controllo può ritenersi esaurito nell’accertamento della prassi seguita in azienda, esigendosi, viceversa, una verifica riferita ai singoli lavoratori, attraverso specifici preposti e con riferimento ad ogni fase lavorativa rischiosa. (Cassazione civile sez. lav., 06/10/2016, n. 20051)

Impiegati dello stato

bilanciaNelle controversie inerenti il personale di tali società, da considerarsi di pubblico impiego, il contratto a termine illegittimo non è suscettibile di conversione in rapporto a tempo indeterminato, stante il divieto posto dall’art. 36, d.lg. n. 165 del 2001, il cui disposto non è stato modificato dal d.lg. n. 368 del 2001, contenente la regolamentazione dell’intera disciplina del lavoro a tempo determinato. Pertanto, in caso di violazione di norme poste a tutela dei diritti del lavoratore dalla nullità dei contratti deriva, al di là della responsabilità erariale per i dirigenti, il diritto solamente al risarcimento dei danni subiti, da quantificarsi secondo le regole fissate dall’art. 32, comma 5, l. n. 183 del 2010 che prevede – per il caso della illegittima apposizione del termine al contratto a tempo determinato – la condanna del datore di lavoro ad una indennità omnicomprensiva nella misura compresa tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri di cui all’art. 8, l. 15 luglio 1966, n. 604. (Cassazione civile sez. lav., 06/10/2016, n. 20060)

Responsabilità civile

Deve escludersi in radice il nesso di causalità tra la caratteristica della strada e l’evento lesivo verificatosi a carico dell’odierna attrice, presupposto indispensabile per lo scrutinio di qualsivoglia ipotesi di responsabilità, sia ex art. 2043 c.c., sia ex art. 2051 c.c.; né sussistono i caratteri propri dell’insidia – la non visibilità e prevedibilità -, ma è piuttosto apprezzabile una violazione da parte del danneggiato dei comuni obblighi di diligenza e prudenza, scaturenti dal generale c.d. “principio di autoresponsabilità”. (Tribunale Bari sez. III, 06/10/2016, n. 5019)

Responsabilità civile

libroIn tema di danno causato da cose in custodia, costituisce circostanza idonea ad interrompere il nesso causale e, di conseguenza, ad escludere la responsabilità del custode di cui all’art. 2051 c.c., il fatto della vittima la quale, non prestando attenzione al proprio incedere inciampi in un ostacolo pienamente visibile, riconducendosi in tal caso la determinazione dell’evento dannoso ad una sua esclusiva condotta colposa configurante un idoneo caso fortuito escludente la suddetta responsabilità del custode. Ciò in quanto, in una simile evenienza, si verifica l’ipotesi del cd. fortuito incidentale, che si ha allorquando la cosa svolge solo il ruolo di occasione dell’evento e rappresenta un mero tramite del danno, in concreto provocato da una causa ad essa estranea, che ben può consistere, come già evidenziato, nella condotta del danneggiato, la quale abbia interrotto il nesso eziologico tra la cosa in custodia ed il danno. (Tribunale Bari, 06/10/2016, n. 5024)

Pubblica amministrazione

bilanciaOggettivi ed inequivocabili motivi di urgenza consentono l’immediato affidamento del servizio, sotto riserva di legge, anche dopo l’aggiudicazione provvisoria, ovvero nelle procedure in cui la normativa vigente non prevede la pubblicazione del bando di gara; peraltro, l’esecuzione anticipata ovvero la violazione della clausola di stand still, quand’anche illegittimamente disposta, non incide, in ogni caso, sulla legittimità dell’aggiudicazione definitiva, unico atto conclusivo del procedimento e definitivamente lesivo, potendo rilevare ai fini della valutazione della responsabilità, anche risarcitoria, solo nel caso in cui l’aggiudicazione sia illegittima per vizi propri. (T.A.R. Napoli sez. IV, 06/10/2016, n. 4619)

Responsabilità civile

libroNon è configurabile una responsabilità precontrattuale della P.A. ai sensi dell’art. 1337 c.c., in ragione dell’affidamento della ricorrente nel provvedimento di aggiudicazione, in quanto le spese sostenute dopo l’aggiudicazione dell’appalto e prima dell’annullamento dell’intera procedura di gara non possono essere etiologicamente ricollegate in via esclusiva alla Stazione Appaltante, ma debbono essere attribuite alla stessa ricorrente ( imputet sibi ), dovendosi ritenere che quest’ultima, utilizzando l’ordinaria diligenza, avrebbe dovuto rendersi conto che la propria offerta non poteva considerarsi conforme a quanto richiesto dal bando ai fini della partecipazione alla gara (in altre parole, rispetto al requisito del possesso di due centrali di sterilizzazione, la comunanza della fase ultimale dei relativi processi lavorativi, ossia quella del caricamento nelle autoclavi sia della teleria in cotone che dei tessuti tecnici riutilizzabili, non poteva essere reputata conforme alla lex specialis, attesa l’inapplicabilità alla procedura de qua, accertata in sede giurisdizionale, del principio di equivalenza di cui all’art. 68 comma 4, d.lg. n. 163 del 2006). (T.A.R. Napoli sez. V, 06/10/2016, n. 4585)

Assicurazione

bilanciaPremesso che la previsione dell’art. 1898 c.c. non considera qualsiasi mutamento delle circostanze, ma solo quei mutamenti che aggravano il rischio in modo tale che, se il nuovo stato di cose fosse esistito e fosse stato conosciuto dall’assicuratore al momento della conclusione del contratto, l’assicuratore non avrebbe consentito all’assicurazione o l’avrebbe consentita per un prezzo più elevato, deve ritenersi che l’esclusione dell’indennizzo (prevista dal comma 5 dell’art. 1898 c.c.) non possa operare in difetto del positivo accertamento — da compiere in concreto e in relazione alle specifiche circostanze del caso — circa il fatto che, conosciuto il nuovo stato delle cose, l’assicuratore non avrebbe concluso il contratto. (Cassazione civile sez. III, 06/10/2016, n. 20011)

Obbligazioni e contratti

libroSulla valutazione di affidabilità professionale dell’impresa, il dovere di clare loqui (quale declinazione del principio di buona fede e correttezza nelle trattative) è un obbligo dichiarativo, imposto all’impresa e funzionale alla necessità di consentire alla stazione appaltante una valutazione informata sull’affidabilità professionale dell’impresa che aspira alla stipula del contratto. Per tali ragioni l’impresa è tenuta a presentare una dichiarazione esauriente, portando l’Amministrazione a conoscenza di tutti gli avvenimenti rilevanti a tale scopo, ivi inclusi gli inadempimenti nei confronti di altri soggetti committenti, salva la possibilità per l’impresa stessa di impugnare l’eventuale esclusione che ritenga ingiustificata. (T.A.R. Bari sez. I, 06/10/2016, n. 1181)

Energia elettrica

bilanciaIn tema di disservizi nell’erogazione della fornitura elettrica, non sono attribuibili alla società erogatrice ENEL del servizio responsabilità ulteriori e diverse rispetto a quelle che già competono alla stessa in qualità di distributore di energia elettrica, nell’ambito del quadro normativo di riferimento. In particolare Enel non è responsabile per attività eseguita da società operanti nel settore elettrico autonome ed indipendenti dalla stessa: possono considerarsi ausiliari della Enel ai sensi dell’art. 1228 c.c. solo i soggetti che agiscono su incarico di Enel e il cui operato sia assoggettato ai suoi poteri direttivi e di controllo, a prescindere dalla natura giuridica del rapporto intercorrente tra gli stessi ed Enel, ovvero allorché sussista un collegamento tra l’attività del preteso ausiliario e l’Enel. (Tribunale Salerno sez. II, 05/10/2016, n. 4449)

Unione Europea

libroLa direttiva 2004/35/CE del 21 aprile 2004, del Parlamento europeo e del Consiglio, sulla responsabilità ambientale in tema di prevenzione e riparazione del danno ambientale, deve essere interpretata che non osta a una normativa nazionale la quale, nell’ipotesi in cui sia impossibile individuare il responsabile della contaminazione di un sito o ottenere da quest’ultimo le misure di riparazione, non consente all’autorità competente di imporre l’esecuzione delle misure di prevenzione e riparazione al proprietario di tale sito, non responsabile della contaminazione, il quale è tenuto soltanto al rimborso delle spese relative agli interventi effettuati dall’autorità competente nel limite del valore di mercato del sito, determinato dopo l’esecuzione degli interventi. (Consiglio di Stato sez. VI, 05/10/2016, n. 4119)

Ambiente

bilanciaAi sensi degli artt. 242, comma 1, e 244, comma 2, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (“Norme in materia ambientale”), una volta riscontrato un fenomeno di potenziale contaminazione di un sito, gli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza d’emergenza o definitiva, di bonifica e di ripristino ambientale possono essere imposti dalla pubblica amministrazione solamente ai soggetti responsabili dell’inquinamento, quindi ai soggetti che abbiano in tutto o in parte generato la contaminazione tramite un proprio comportamento commissivo od omissivo, legato all’inquinamento da un preciso nesso di causalità. È quindi necessario un rigoroso accertamento al fine di individuare il responsabile dell’inquinamento, nonché del nesso di causalità che lega il comportamento del responsabile all’effetto consistente nella contaminazione, accertamento che presuppone un’adeguata istruttoria non essendo configurabile una sorta di responsabilità oggettiva facente capo al proprietario o al possessore dell’immobile in ragione di tale sola qualità. (Consiglio di Stato sez. VI, 05/10/2016, n. 4119)

Inquinamenti

libroAi sensi degli art. 242, comma 1, e 244, comma 2, d.lg. n. 152 del 2006, una volta riscontrato un fenomeno di potenziale contaminazione di un sito, gli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza d’emergenza o definitiva, di bonifica e di ripristino ambientale possono essere imposti dalla Pa solo ai soggetti responsabili dell’inquinamento, quindi ai soggetti che abbiano in tutto o in parte generato la contaminazione con un comportamento commissivo od omissivo, legato all’inquinamento da un preciso nesso di causalità. In proposito, non essendo configurabile una sorta di responsabilità oggettiva facente capo al proprietario o al possessore dell’immobile in ragione di tale sola qualità, dal quadro normativo emergono le seguenti regole: 1) il proprietario, ai sensi dell’art. 245, comma 2, è tenuto soltanto ad adottare le misure di prevenzione; 2) gli interventi di riparazione, messa in sicurezza, bonifica e ripristino gravano solo sul responsabile della contaminazione, cioè sul soggetto al quale sia imputabile, almeno sotto il profilo oggettivo, l’inquinamento (articolo 244, comma 2); 3) se il responsabile non è individuabile o non provveda gli interventi necessari sono adottati dall’amministrazione competente (articolo 244, comma 4); 4) le spese sostenute per effettuare tali interventi possono essere recuperate agendo in rivalsa verso il proprietario, che risponde nei limiti del valore di mercato del sito dopo l’esecuzione degli interventi medesimi (art. 253, comma 4); 5) a garanzia di tale diritto di rivalsa, il sito è gravato da un onere reale e di un privilegio speciale immobiliare (art. 253, comma 2). (Consiglio di Stato sez. VI, 05/10/2016, n. 4099)

Lavoro subordinato, previdenza e infortunistica

In tema di infortuni sul lavoro, la responsabilità di colui che gestisca di fatto l’azienda concorre con quella del titolare formale. (Nel caso di specie, si trattava di una richiesta di archiviazione del p.m. per l’infortunio di un lavoratore che aveva indossato cinture di sicurezza inidonee per essere la società gestita di fatto da altro soggetto, mentre il g.i.p. disponeva la formulazione dell’imputazione coatta). (Ufficio Indagini preliminari La Spezia, 05/10/2016)

Forze armate

bilanciaAi sensi dell’art. 653 comma 1-bis, c.p.p. la sentenza penale irrevocabile di condanna del militare (nella specie, un carabiniere) ha efficacia di giudicato nel giudizio per responsabilità disciplinare davanti alle Pubbliche autorità quanto all’accertamento della sussistenza del fatto, della sua illiceità penale e all’affermazione che l’imputato lo ha commesso, in tal modo garantendosi non solo una sostanziale coerenza tra sentenza penale ed esito del procedimento amministrativo, ma soprattutto una linea di maggiore rigore per garantire il corretto svolgimento dell’azione amministrativa, nel senso di impedire che soggetti, la cui credibilità è minata dall’applicazione della pena, patteggiata o non, possano continuare a rivestire responsabilità nelle Amministrazioni pubbliche, evitando il disdoro per l’immagine pubblica. (T.A.R. Torino sez. I, 05/10/2016, n. 1206)

Inquinamenti

libroAi sensi degli artt. 242, comma 1, e 244, comma 2, del Testo Unico dell’ambiente, una volta riscontrato un fenomeno di potenziale contaminazione di un sito, gli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza d’emergenza o definitiva, di bonifica e di ripristino ambientale possono essere imposti dalla Pubblica Amministrazione solamente ai soggetti responsabili dell’inquinamento, quindi ai soggetti che abbiano in tutto o in parte generato la contaminazione tramite un proprio comportamento commissivo od omissivo, legato all’inquinamento da un preciso nesso di causalità; risulta, pertanto, necessario un rigoroso accertamento al fine di individuare il responsabile dell’inquinamento, nonché del nesso di causalità che lega il comportamento del responsabile all’effetto consistente nella contaminazione, accertamento che presuppone un’adeguata istruttoria non essendo configurabile una sorta di responsabilità oggettiva facente capo al proprietario o al possessore dell’immobile in ragione di tale sola qualità(nella specie, difetta il necessario e preventivo accertamento della qualità di soggetto responsabile dell’inquinamento in capo alla società appellata, con la conseguenza che gli obblighi imposti risultano derivare dalla mera qualifica di proprietario o possessore dell’area e, dunque, dal mero collegamento materiale con essa, a prescindere dalla preliminare e necessaria verifica della qualità del soggetto responsabile dell’inquinamento). (Consiglio di Stato sez. VI, 05/10/2016, n. 4099)

Energia elettrica

Le ipotesi di cui all’art. 11 comma 3, d.m. 5 settembre 2011, che presuppongono l’accertamento della responsabilità del gestore di servizi energetici (S.G.E.) e che attengono a difformità strutturali dell’impianto di produzione di energia, volutamente sottaciute, non si possono confondere con quelle di cui al comma 4, vale a dire con le ipotesi di avarie e malfunzionamenti dei misuratori, non prevedibili ed indipendenti dalla volontà del gestore. (Consiglio di Stato sez. IV, 05/10/2016, n. 4094)

Obbligazioni e contratti

bilanciaL’art. 1303 comma 1 c.c. stabilisce che Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di creditore e di debitore in solido, l’obbligazione degli altri debitori si estingue per la parte di quel condebitore. La particolare obbligazione solidale fra autore dell’illecito e assicurazione deve considerarsi, ai fini dell’art. 1298 c.c., contratta nell’interesse del solo danneggiante, nel senso che la compagnia ha assunto il rischio della responsabilità civile di quel veicolo nell’interesse del suo proprietario, così che nei rapporti interni fra assicuratore e assicurato/danneggiante, l’estinzione della obbligazione del secondo esaurisce tutta l’obbligazione risarcitoria, perché la parte di quel condebitore indicata dall’art. 1303 comma 1 c.c. si estende qui all’intera obbligazione. (Tribunale Arezzo, 04/10/2016, n. 1099)

Assicurazione

Nella fattispecie disciplinata dalla Legge n. 990 del 1969, artt. 19 e 21, l’impresa assicuratrice non è tenuta a dimostrare, in giudizio, l’esistenza del decreto ministeriale che abbia modificato i limiti del massimale. E’, quindi, illegittima, e va pertanto riformata, la sentenza di merito con cui, accertato il sinistro occorso ad una famiglia, venga rideterminato il danno in una somma che, invece, risulti superiore al limite del massimale ex lege. (Cassazione civile sez. III, 03/10/2016, n. 19658)

Responsabilità Civile

Deve escludersi la responsabilità del Comune per la caduta occorsa ad un motociclista, scivolato a terra a causa del brecciolino presente sul fondo stradale, atteso che il brecciolino era collocato alla fine di una curva a gomito che se affrontata con la dovuta cautela avrebbe consentito al motociclista di avvedersi del brecciolino, evitando la caduta. (Cassazione civile sez. III, 03/10/2016, n. 19638)

Edilizia e urbanistica

L’ordine di demolizione è un atto vincolato che non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico né una comparazione di quest’ultimo con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né tantomeno una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione, non essendo configurabile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di illecito permanente che il tempo non può legittimare in via di fatto. (T.A.R. Bari sez. III, 03/10/2016, n. 1173)

Responsabilità civile

libroIn tema di illecito aquiliano, in caso di furto in appartamento consumato avvalendosi dei ponteggi installati per lavori di ristrutturazione dello stabile, dev’essere affermata, a titolo extracontrattuale, la responsabilità dell’appaltatore che per tali lavori si sia avvalso di ponteggi custoditi, negligentemente, in modo inidoneo a impedirne l’uso anomalo anche ad opera di terzi, essendo irrilevante che dette impalcature siano state montate dalla stessa impresa o da altra da essa incaricata, bastandone, invece, la loro avvenuta installazione nell’ambito dell’appalto. (Cassazione civile sez. III, 30/09/2016, n. 19399)

Obbligazioni e contratti

bilanciaLa somma di denaro che, all’atto della conclusione di un contratto preliminare di compravendita, il promissario acquirente consegna al promittente venditore a titolo di caparra confirmatoria, assolve la funzione, in caso di successiva risoluzione del contratto per inadempimento, di preventiva liquidazione del danno per il mancato pagamento del prezzo, mentre il danno da illegittima occupazione dell’immobile, frattanto consegnato al promissario, discendendo da un distinto fatto illecito, costituito dal mancato rilascio del bene dopo il recesso dal contratto del promittente, legittima quest’ultimo a richiedere un autonomo risarcimento. Ne consegue che il promittente venditore ha diritto non solo a recedere dal contratto ed ad incamerare la caparra, ma anche ad ottenere dal promissario acquirente inadempiente il pagamento dell’indennità di occupazione dalla data di immissione dello stesso nella detenzione del bene sino al momento della restituzione, attesa l’efficacia retroattiva del recesso tra le parti. (Cassazione civile sez. III, 30/09/2016, n. 19403)

Opere pubbliche

Negli appalti pubblici, ove sussista l’inadempimento dell’amministrazione appaltante, in applicazione dei principi generali sulla responsabilità contrattuale, sulla somma corrispondente al risarcimento – soggetta a rivalutazione monetaria in quanto debito di valore – competono all’appaltatore anche gli interessi legali, gli uni e gli altri con decorrenza dalla domanda giudiziale (o da altro atto idoneo di costituzione in mora) non già dalla data dell’evento dannoso, come avviene per l’illecito extracontrattuale. (Cassazione civile sez. I, 30/09/2016, n. 19604)

Impresa e imprenditore

libroLa cancellazione dal registro, pur provocando l’estinzione dell’ente debitore, non determina la cancellazione tout court dei debiti insoddisfatti che la società aveva, ma la previsione di chiamata in responsabilità dei soci, operata dall’art. 2495 c.c., implica un fenomeno successorio. In definitiva sussiste legittimazione attiva in capo agli attori, costituiti ab origine nel presente giudizio in qualità di soci della sas, e successori a titolo universale, nelle more del giudizio, nei diritti della società estinta per intervenuta cancellazione della società dal registro delle imprese. (Tribunale Bari, 30/09/2016, n. 4875)

Comuni e Province

bilanciaLa revoca dell’incarico di assessore comunale è esente dalla previa comunicazione dell’avvio del procedimento in considerazione del fatto che, in un contesto normativo nel quale la valutazione degli interessi coinvolti è rimessa in modo esclusivo al vertice dell’Amministrazione, cui compete in via autonoma la scelta e la responsabilità della compagine di cui avvalersi nell’interesse della comunità locale, con sottoposizione del merito del relativo operato unicamente alla valutazione dell’organo consiliare, non c’è spazio logico, prima ancora che normativo, per dare ingresso all’applicazione dell’istituto partecipativo di cui all’art. 7, il cui scopo è quello di consentire l’apporto procedimentale da parte del destinatario dell’atto finale al fine di condizionarne il relativo contenuto. (T.A.R. Genova sez. II, 30/09/2016, n. 964)

Imposta reddito persone fisiche (I.R.P.E.F.)

libroIn tema d’imposte sui redditi, e con riferimento alla determinazione delle plusvalenze di cui all’art. 81 (ora 67), comma 1, lett. a) e b) del d.P.R. n. 917 del 1986, nel caso di cessione di terreni edificabili e con destinazione agricola, la rideterminazione del valore di acquisto sulla base di una perizia giurata di stima, a norma dell’art. 7 della l. n. 448 del 2001, non limita il potere di accertamento dell’Amministrazione finanziaria, come si evince dallo stesso art. 7, comma 6, ai sensi del quale tale rideterminazione costituisce valore normale minimo di riferimento ai fini delle imposte sui redditi, dell’imposta di registro e dell’imposta ipotecaria e catastale. (Principio enunciato in una fattispecie in cui il contribuente ha dichiarato nell’atto di vendita un prezzo inferiore a quello risultante dalla perizia di stima). (Cassazione civile sez. VI, 30/09/2016, n. 19465)

Responsabilità civile

bilanciaIn tema di danni da cose in custodia della p.a. – nel caso di specie Comune – anche laddove, come nei comuni di grande estensione, la manutenzione delle strade venga affidata in appalto ad una o più società private, l’obbligo di custodia permane in capo all’Ente proprietario della strada, giammai potendo il contratto trasferire il dovere di controllo e sorveglianza dal Comune in capo alle imprese appaltatrici le quali, anche a seguito della stipula dell’accordo, non acquistano il totale potere fisico sulla cosa ma divengono destinatarie di specifici compiti di cura e manutenzione. (Tribunale Roma sez. XII, 30/09/2016, n. 18062)

Danni

Non sussiste responsabilità dello Stato se si è omesso di sollevare, in precedenza, la questione di legittimità costituzionale delle norme statali incompatibili con le direttive europee (nella specie, un avvocato tedesco aveva citato in giudizio la presidenza del Consiglio per ottenere il risarcimento dei danni perché si era visto impedito dallo svolgere la professione forense in Italia e si era visto rifiutare l’iscrizione all’albo professionale in assenza di una prova attitudinale). (Cassazione civile sez. III, 30/09/2016, n. 19384)

Appalto

La responsabilità dell’appaltatore per i danni causati ai beni del committente nell’esecuzione dei lavori ordinatigli non può essere esclusa per il solo fatto che le operazioni fonte di danno fossero estranee all’oggetto dell’appalto, ed eseguite su ordine diretto d’un dipendente del committente. (Cassazione civile sez. III, 30/09/2016, n. 19378)

Società di capitali

libroLo stato di liquidazione della società non è, di per sé, ostativo all’esercizio dell’azione di cui all’art. 2409 c.c., in caso di irregolarità degli amministratori; tuttavia, nel caso in cui con la messa in liquidazione l’assemblea abbia nominato quali liquidatori soggetti diversi da quelli che avevano rivestito la carica di amministratori e le cui irregolarità sono state denunciate dai sindaci, ricorre l’ipotesi di cui al comma 3 dell’art. 2409 c.c. e il procedimento può essere sospeso, onde consentire ai liquidatore di intraprendere senza indugio le verifiche e le iniziative previste dal comma citato. (Tribunale Trento Sez. spec. Impresa, 29/09/2016)

Spese giudiziali in materia civile

bilanciaAi fini della condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c., costituisce abuso del diritto all’impugnazione, integrante “colpa grave”, la proposizione di un ricorso per cassazione basato su motivi manifestamente infondati, giacché ripetitivi di quanto già confutato dal giudice d’appello, ovvero perché assolutamente irrilevanti o generici, o, comunque, non rapportati all’effettivo contenuto della sentenza impugnata; in tali casi il ricorso per cassazione integra un ingiustificato aggravamento del sistema giurisdizionale, risultando piegato a fini dilatori e destinato, così, ad aumentare il volume del contenzioso e, conseguentemente, ad ostacolare la ragionevole durata dei processi pendenti, donde la necessità di sanzionare tale contegno ai sensi della norma suddetta (Corte cost. 152 del 2006). (Cassazione civile sez. III, 29/09/2016, n. 19285)

Intermediari finanziari (promotori finanziari)

In tema di responsabilità dell’intermediario finanziario nell’esecuzione del mandato ai sensi dell’art. 29 delib. Consob 1 luglio 1998 n. 11522, l’investimento in fondi è per definizione un investimento che garantisce un margine di diversificazione degli investimenti con riduzione dei rischi, poiché ogni singolo fondo investe in diversi titoli, con ciò automaticamente diversificando i singoli investimenti sui quali il fondo stesso opera. (Tribunale Verona sez. III, 29/09/2016, n. 2425)

Fallimento

libroL’azione di responsabilità esercitata dal curatore ex art. 146, comma 2, l.fall. cumula in sé le diverse azioni previste dagli artt. 2393 e 2394 c.c. a favore, rispettivamente, della società e dei creditori sociali, in relazione alle quali assume contenuto inscindibile e connotazione autonoma – quale strumento di reintegrazione del patrimonio sociale unitariamente considerato a garanzia sia degli stessi soci che dei creditori sociali – implicandone una modifica della legittimazione attiva, ma non dei presupposti, sicché, dipendendo da rapporti che si trovano già nel patrimonio dell’impresa al momento dell’apertura della procedura concorsuale a suo carico, e che si pongono con questa in relazione di mera occasionalità, non riguarda la formazione dello stato passivo e non è attratta alla competenza funzionale del tribunale fallimentare ex art. 24 l.fall., restando soggetta a quella del tribunale delle imprese, ex art. 3, comma 2, del d.lgs. n. 168 del 2003, propria di tutte le azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori, da chiunque promosse. (Cassazione civile sez. VI, 29/09/2016, n. 19340)

Spese giudiziali in materia civile

bilanciaCostituisce responsabilità aggravata per abuso del processo la condotta della parte che presenta un ricorso in Cassazione palesemente infondato ignorando le risposte fornite dai giudici d’appello. Inoltre, per aumentare l’effetto deterrente, è possibile che l’assistito si possa rivalere sul suo difensore per la temerarietà della lite, previo un accertamento della responsabilità delle scelte abusive. In tal modo, la condanna di cui all’art. 96, comma 3, c.p.c si configurerebbe come una sanzione in via indiretta a carico della parte tecnica, in linea con la ratio del legislatore, ovvero come logico completamento “del presidio posto dal legislatore a una corretta utilizzazione dello strumento processuale. Questo è quanto affermato dalla Cassazione che ha nella specie condannato il ricorrente a corrispondere alla parte vittoriosa la somma di 20 mila euro. (Cassazione civile sez. III, 29/09/2016, n. 19285)

Spese giudiziali in materia civile

La palese insostenibilità delle tesi giuridiche prospettate in giudizio ben può costituire fondamento d’una condanna ex art. 96 c.p.c.. (Cassazione civile sez. III, 29/09/2016, n. 19298)

Spese giudiziali in materia civile

libroLa responsabilità processuale aggravata si sostanzia in una forma di danno punitivo teso a scoraggiare l’abuso del processo e preservare la funzionalità del sistema giustizia con la censura di iniziative giudiziarie avventate o meramente dilatorie. Il presupposto per l’applicabilità della norma è la presenza, in capo al destinatario della condanna, della mala fede o della colpa grave previsti per la lite temeraria di cui al comma 1 dell’art. 96 c.p.c. (Cassazione civile sez. III, 29/09/2016, n. 19285)

Ambiente

bilanciaLa circostanza secondo cui il deposito dei rifiuti sarebbe ascrivibile al fatto illecito di terzi (« cittadini incivili ») non è di per sé una causa che rende non imputabile al proprietario l’evento (la trasformazione del suo terreno in discarica abusiva), né spezza il nesso di causalità con la sua condotta omissiva colposa (id est, caratterizzata dalla trascuratezza e dalla incuria), quando costituisce un fatto prevedibile e prevenibile. Peraltro, quando il proprietario dell’area non sia una persona fisica, ma una persona giuridica pubblica o privata, va esclusa una concezione ‘antropomorfica’ dell’elemento soggettivo, rilevando soprattutto il dato oggettivo della disfunzione della struttura organizzativa e il dato in sé — quando si tratti della gestione di un bene — della obiettiva trascuratezza ed incuria della gestione. (T.A.R. Venezia sez. III, 27/09/2016, n. 1074)

Ambiente

libroÈ legittima l’ordinanza che imputa, a titolo di colpa (e non di responsabilità oggettiva), la responsabilità ambientale per la grave situazione di inquinamento e di degrado venutasi a creare, evidenziando, in particolare, la possibilità di libero accesso al sedime « senza nessuna segnaletica di proprietà privata » e la mancata adozione delle « misure necessarie (muri di recinzione, cancelli, etc.) per impedire l’accesso e l’abbandono ed il deposito incontrollato di rifiuti di qualsiasi genere ». (T.A.R. Venezia sez. III, 27/09/2016, n. 1074)

Giustizia Amministrativa

bilanciaL’art. 114, comma 2, lett. c), c.p.a., che prescrive espressamente al giudice dell’ottemperanza delle sentenze che non sono ancora passate in giudicato di tener conto degli effetti concreti che derivano dai suoi provvedimenti, impone di cercare un – difficile – punto di equilibrio tra contrapposte esigenze: da un lato quella di assicurare tutela concreta ed effettiva alla parte alla quale, nel precedente giudizio cognitorio, sia stata riconosciuta ragione e, dall’altra, quella di preservare l’utilità dell’appello eventualmente promosso dal soccombente (che, però, ha la facoltà di chiedere al giudice d’appello misure cautelari e, se non lo fa, se ne assume la responsabilità), considerata l’ipotesi dell’immodificabilità degli effetti materiali dell’esecuzione di una decisione che è ancora priva della stabilità della cosa giudicata. (T.A.R. Napoli sez. II, 27/09/2016, n. 4446)

Intervento in causa e liticonsorzio

libroIn tema di litisconsorzio facoltativo (nella specie, sussistente tra più soggetti danneggiati a seguito di un unico fatto illecito), la possibilità di agire unitamente nel medesimo processo in ragione della connessione delle domande non può essere interpretata quale obbligo derivante dal principio di ragionevole durata del processo, secondo una logica di economia processuale, posto che la scelta della promozione autonoma dell’azione in distinti processi non integra un abuso ma il legittimo uso di una facoltà espressamente prevista dall’ordinamento. (Cassazione civile sez. III, 26/09/2016, n. 18782)

Responsabilità civile

bilanciaNel giudizio di risarcimento dei danni derivati ad un bene immobile da un illecito comportamento del convenuto, atteso che oggetto della pretesa azionata è, non già il diretto e rigoroso accertamento della proprietà del fondo, bensì l’individuazione del titolare del bene avente diritto al risarcimento, non è richiesta la prova rigorosa della proprietà (cd. “probatio diabolica”), potendo il convincimento del giudice in ordine alla legittimazione alla pretesa risarcitoria formarsi sulla base di qualsiasi elemento documentale e presuntivo sufficiente ad escludere un’erronea destinazione del pagamento dovuto. (Cassazione civile sez. I, 26/09/2016, n. 18841)

Responsabilità civile

libroL’entrata in vigore dell’art. 2-bis, l. 7 agosto 1990 n. 241 non ha elevato a bene della vita suscettibile di autonoma protezione, tramite risarcimento del danno, l’interesse procedimentale al rispetto dei termini dell’azione amministrativa avulso da ogni riferimento alla spettanza del « bene della vita », al cui conseguimento il procedimento è finalizzato: ed infatti, l’art. 2-bis cit. ammette al risarcimento il solo danno espressamente qualificato come ingiusto, ossia quello che si verifica ove l’inerzia o il ritardo pregiudichino un interesse sostanziale di effettiva pertinenza del privato. E tale opzione ermeneutica, chiaramente ricavabile dal dettato normativo, è avvalorata dalla previsione del successivo comma 1-bis dello stesso art. 2-bis, con cui il legislatore ha voluto, per casi determinati, prevedere non già il risarcimento del danno, ma il riconoscimento di un indennizzo in caso di mera inosservanza del termine di conclusione del procedimento. (T.A.R. Latina sez. I, 26/09/2016, n. 579)

Società di capitali

La legittimazione attiva del socio non amministratore, comproprietario delle quote, all’esercizio del diritto di informazione può essere affermata anche avendo riguardo alla ratio sottesa all’art. 2468 c.c.: in base a tale norma, la necessità della nomina di un rappresentante comune della quota in comproprietà presuppone un’alterità di posizioni nella compagine sociale (nel caso si specie, i soci erano in comunione sulla totalità del capitale sociale). (Tribunale Milano Sez. spec. Impresa, 26/09/2016)

Società di capitali

Il diritto del socio non amministratore alla consultazione dei libri contabili, ai sensi dell’art. 2476, comma 2, c.c., costituisce un diritto individuale del socio e anche quando sia esercitato da un socio, nell’ambito di una comproprietà delle partecipazioni sociali tra soci, non presuppone la nomina di un rappresentante comune, in quanto attiene ad un diritto che inerisce allo stesso status socii. (Tribunale Milano Sez. spec. Impresa, 26/09/2016)

Obbligazioni e contratti

bilanciaIn tema di risarcimento del danno da responsabilità contrattuale, il danno risarcibile coincide con la perdita o il mancato guadagno conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento, la cui delimitazione è determinata in base al giudizio ipotetico sulla differenza tra la situazione dannosa e quella che sarebbe stata se il fatto dannoso non si fosse verificato, sicché, ai fini dell’accertamento dell’estensione della responsabilità, acquisisce rilievo, quale eventuale fattore sopravvenuto, anche il successivo comportamento del contraente adempiente. (Cassazione civile sez. II, 26/09/2016, n. 18832)

Abuso del processo

libroNon sussiste l’ipotesi di abuso del processo nel caso in cui siano promosse dalla stessa persona fisica due azioni giudiziarie di risarcimento per danni derivanti da un unico fatto illecito se il promotore agisce in proprio, come soggetto danneggiato, e a nome della società proprietaria del veicolo, come amministratore e legale rappresentante della stessa. Inoltre, in tal caso, il mancato esercizio della possibilità di agire insieme nello stesso processo per effetto della connessone delle domande non costituisce abuso in quanto l’articolo 103 c.p.c delinea una semplice facoltà aggiuntiva attribuita dall’ordinamento. Questo è quanto affermato dalla Cassazione che smentisce sul punto le decisioni dei giudici di merito, che avevano riconosciuto nella fattispecie una ipotesi di abuso del processo con conseguente duplicazione di un giudizio e aggravamento della posizione del debitore per effetto dell’incremento delle spese processuali. Per i giudici di legittimità, invece, l’identità sostanziale nella figura di chi ha presentato le due richieste non rappresenta altro che la casuale coincidenza nella stesa persona di due distinti soggetti giuridici, “la quale, consistendo in un accidente meramente fattuale attinente al soggetto persona fisica e non alla soggettività giuridica, non assume alcun rilievo”. (Cassazione civile sez. III, 26/09/2016, n. 18782)

Espropriazione per pubblico interesse

bilanciaIn mancanza di una valida dichiarazione di pubblica utilità l’occupazione del bene è sine titulo, sicché la successiva costruzione di opera pubblica si connota come attività materiale lesiva del diritto dominicale, con i connotati dell’illecito permanente; ne consegue che il termine quinquennale di prescrizione, per il privato che intenda esercitare il diritto al risarcimento del danno per equivalente, in applicazione del principio “contra non valentem agere non currit praescriptio”, decorre dal passaggio in giudicato della sentenza del giudice amministrativo che abbia annullato l’approvazione della dichiarazione di pubblica utilità o dell’atto pianificatorio avente ex lege valore equivalente. (T.A.R. Cagliari sez. II, 26/09/2016, n. 729)

Procedimento civile

libroNell’ipotesi in cui soggetti giuridici diversi subiscano danni derivanti da un unico fatto illecito, lo strumento processuale attribuito dall’ordinamento giuridico alle parti, quale mera facoltà di agire insieme nello stesso processo in ragione delle domande proposte (art. 103 c.p.c.) non può essere interpretato come obbligo di agire contestualmente in un unico processo, alla luce dell’art. 111 Cost., atteso che il mancato esercizio di tale facoltà e, quindi, la scelta della via ordinaria di promozione autonoma dell’azione in distinti processi integra il legittimo esercizio di una facoltà espressamente prevista dall’ordinamento giuridico. (Cassazione civile sez. III, 26/09/2016, n. 18782)

Imposte in genere

bilanciaIn tema di violazioni di norme tributarie, ove l’Amministrazione provveda ad irrogare sanzioni con atto di contestazione ex art. 16 del d.lgs. n. 472 del 1997 per il superamento del limite massimo dei crediti d’imposta compensabili (comportamento equivalente al mancato o ritardato versamento di parte del tributo alle scadenze previste) è ammessa la definizione agevolata, con conseguente estinzione dell’illecito, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, non potendo trovare applicazione le preclusioni collegate a diverse modalità procedurali. (Cassazione civile sez. trib., 23/09/2016, n. 18682)

Giustizia amministrativa

libroIn materia di risarcimento dei danni derivanti dall’illegittima attività amministrativa, la prova di tutti gli elementi costitutivi dell’illecito deve essere fornita dalla parte. All’azione di risarcimento dei danni proposta dinanzi al giudice amministrativo si applica, ai sensi dell’art. 64 comma 1, c.p.a., il principio dell’onere della prova previsto dall’art. 2697 c.c., in virtù del quale spetta al danneggiato fornire in giudizio la prova di tutti gli elementi costitutivi della fattispecie risarcitoria e, quindi, del danno di cui si invoca il ristoro per equivalente monetario, con la conseguenza che, laddove la domanda di risarcimento danni non sia corredata dalla prova del danno da risarcire, la stessa deve essere respinta. (T.A.R. Roma sez. II, 22/09/2016, n. 9893)

Edilizia e urbanistica

Per i beni non soggetti a vincolo deve essere applicato il comma 26 dell’art. 32, d.l. n. 269 del 2003, che, in tali ipotesi, consente la sanatoria edilizia per tutte le tipologie di illecito di cui all’Allegato 1 del detto d.l., comprese, quelle di cui alla tipologia 1 (opere realizzate in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici). (T.A.R. Roma sez. II, 22/09/2016, n. 9893)

Prescrizione e decadenza in materia civile

libroIl termine di prescrizione del diritto al risarcimento del danno da responsabilità professionale inizia a decorrere non dal momento in cui la condotta del professionista determina l’evento dannoso, bensì da quello in cui la produzione del danno si manifesta all’esterno, divenendo oggettivamente percepibile e riconoscibile da parte del danneggiato. (Nella specie, relativa alla responsabilità di un notaio per aver erroneamente indicato il valore catastale degli immobili nel redigere una dichiarazione di successione, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che aveva ancorato il “dies a quo” di decorrenza della prescrizione alla data della denuncia di successione, anziché a quella della notifica al danneggiato dell’avviso di accertamento della maggiore imposta). (Cassazione civile sez. III, 22/09/2016, n. 18606)

Assicurazione

bilanciaLe clausole dei contratti di assicurazione della responsabilità civile per la circolazione di veicoli (o natanti) a motore che prevedano aggiornamenti del premio inizialmente pattuito in relazione al verificarsi, o meno, di sinistri in dato periodo di tempo (cosiddette clausole “bonus-malus”) operano con variazione “in pejus” soltanto in caso di provata responsabilità dell’assicurato per un danno risarcibile a terzi, sicché, intervenuta una transazione tra la compagnia assicuratrice ed il terzo asseritamente danneggiato dall’assicurato, allorché quest’ultimo abbia contestato tempestivamente la pretesa risarcitoria, grava sull’impresa assicuratrice, che ignori o consideri infondata quell’opposizione, fornire la dimostrazione della esistenza delle condizioni per la variazione in aumento del premio, in applicazione della clausola anzidetta, e cioè di aver agito con la diligenza del buon padre di famiglia nell’accertamento del danno e nella tutela degli interessi dell’assicurato. (Cassazione civile sez. III, 22/09/2016, n. 18603)

Responsabilità civile

libroSupera il controllo di proporzionalità richiesto dalla Corte Edu in tema di tutela del diritto fondamentale alla vita, e pertanto non è suscettibile di revocazione, la sentenza con cui la Cassazione, decidendo nel merito sulla domanda risarcitoria proposta dai prossimi congiunti di una persona annegata in mare, nonostante abbia ammesso la violazione di generali obblighi di precauzione da parte di pubbliche autorità, escluda la sussistenza di un obbligo risarcitorio in capo a queste ultime, per avere ricostruito in fatto quale unica causa della morte la condotta negligente della vittima, che aveva assunto consapevolmente e volontariamente un rischio grave per la vita (nella specie, il comune non aveva segnalato la pericolosità del tratto di mare antistante il litorale). (Cassazione civile sez. VI, 22/09/2016, n. 18619)

Responsabilità civile

bilanciaSupera il controllo di proporzionalità richiesto dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo in tema di tutela del diritto fondamentale alla vita, oggetto dell’art. 2 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali, la decisione di merito che, pure ammessa la violazione di generali obblighi di precauzione in capo a pubbliche autorità, escluda un obbligo risarcitorio in capo a queste ultime per avere ricostruito in fatto quale unica causa della morte di un individuo (nella specie, annegato per essere entrato in mare agitato in assenza delle prescritte segnalazioni di pericolo a carico del Comune) la sua condotta negligente di assunzione consapevole e volontaria di un rischio grave per la vita. (Cassazione civile sez. VI, 22/09/2016, n. 18619)

Responsabilità civile

È escluso l’obbligo risarcitorio delle pubbliche autorità che abbiano violato i generali obblighi di precauzione per avere ricostruito, in fatto, quale unica causa della morte di un individuo, la sua condotta negligente di assunzione colpevole e volontaria di un rischio grave per la vita. Tale contegno supera il controllo di proporzionalità richiesto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in tema di tutela del diritto fondamentale alla vita, oggetto dell’art. 2 Cedu. (Cassazione civile sez. VI, 22/09/2016, n. 18619)

Giurisdizione civile

libroLa domanda di risarcimento dei danni per lesione dell’integrità psico – fisica del lavoratore (danni da mobbing ) spetta, in sede esclusiva al giudice amministrativo, ove si tratti di pubblico impiego non privatizzato. In questi casi, infatti, la giurisdizione si estende anche alla cognizione delle azioni inerenti il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale derivante dal c.d. mobbing a condizione che l’azione proposta possa in concreto qualificarsi in termini di responsabilità contrattuale per violazione dell’obbligo di garanzia imposto dall’art. 2087 c.c.. (T.A.R. Roma sez. II, 22/09/2016, n. 9889)

Prescrizione e decadenza in materia civile

In caso di responsabilità contrattuale del professionista il termine di prescrizione inizia a decorre dal momento in cui il danno produce i suoi effetti all’esterno, divenendo oggettivamente percepibile e riconoscibile dal danneggiato, e non da quello in cui la condotta determina il verificarsi dell’evento dannoso. (Cassazione civile sez. III, 22/09/2016, n. 18606)

Prescrizione e decadenza in materia civile

Il termine di prescrizione dei diritto al risarcimento dei danno da responsabilità professionale inizia a decorrere non dal momento in cui la condotta del professionista determina l’evento dannoso, bensì da quello in cui la produzione dei danno si manifesta all’esterno, divenendo oggettivamente percepibile e riconoscibile da parte del danneggiato (fattispecie relativa alla responsabilità di un notaio nella predisposizione di une dichiarazione di successione). (Cassazione civile sez. III, 22/09/2016, n. 18606)

Responsabilità civile

Va ascritto alla responsabilità dell’Ente il sinistro occorso al conducente di un ciclomotore che , di notte aveva urtato una transenna, atteso che l’ostacolo non era stato ben segnalato. (Cassazione civile sez. III, 22/09/2016, n. 18599)

Fallimento

bilanciaIn tema di fallimento, il curatore è tenuto a presentare, oltre ad una relazione strettamente contabile sul proprio operato – in cui vengono inserite una serie di entrate ed uscite- una relazione che indichi gli eventi storici che hanno generato tali effetti, illustrando anche le motivazioni e le ragioni che hanno supportato il proprio “modus operandi”, soprattutto alla luce dell’impatto che gli atti di gestione e conservazione hanno avuto sugli interessi di tutti i creditori. Il curatore, pertanto, deve dettagliare tutta la propria attività, compresa quella di natura amministrativa. Infatti, essendo la procedura concorsuale protratta per molto tempo, il curatore non si limita solo a liquidare l’eventuale attivo disponibile, ma compie tutta una serie di atti, a ciò prodromici, di gestione e conservazione del patrimonio dell’imprenditore fallito. Quindi, l’oggetto del giudizio di rendiconto ai sensi dell’art. 116 l. Fall., è rappresentato, non solo dagli eventuali errori materiali, dalle omissioni e dai criteri di conteggio, ma anche dalla gestione del curatore e dall’accertamento delle sue responsabilità personali per atti che abbiano arrecato pregiudizio a tutti o a singoli creditori. (Tribunale Roma sez. fallimentare, 20/09/2016, n. 17223)

Ordinamento giudiziario

libroSussiste grave violazione di legge, produttiva di responsabilità disciplinare del giudice per le indagini preliminari e del pubblico ministero in caso di scarcerazione di un indagato oltre i termini di durata della custodia cautelare, non operando quali cause esimenti le difficoltà organizzative dell’ufficio, posto che solo circostanze esterne che impediscono in modo assoluto la scarcerazione possono giustificare il fondamentale diritto di libertà. Qualora la condotta del difensore abbia concorso a non allertare il PM, la stessa potrà incidere unicamente sulla determinazione della sanzione nella misura minima di legge della ‘censura’. (Cassazione civile sez. un., 20/09/2016, n. 18397)

Ordinamento giudiziario

bilanciaIn tema di responsabilità disciplinare a carico dei magistrati, il rappresentante del P.M. in udienza, benché non titolare del relativo fascicolo perché assegnato ad altro sostituto del medesimo ufficio, ha istituzionalmente l’obbligo – la cui inosservanza costituisce grave violazione di legge derivante da negligenza inescusabile, nonché violazione del dovere di diligenza nell’esercizio delle proprie funzioni – di verificare la persistenza delle condizioni, anche temporali, cui la legge subordina la privazione della libertà personale di chi è sottoposto ad indagine, al fine di formulare le consequenziali richieste. (Cassazione civile sez. un., 20/09/2016, n. 18397)

Responsabilità civile

Nel caso di investimento di un pedone, perché possa essere esclusa la responsabilità del conducente, è necessario che lo stesso si sia trovato, per motivi estranei ad ogni suo obbligo di diligenza, nella oggettiva impossibilità di avvistare il pedone e di osservarne tempestivamente i movimenti, attuati in modo rapido e inatteso; occorre, inoltre, che nessuna infrazione alle norme della circolazione stradale e a quelle di comune prudenza sia riscontrabile nella sua condotta di guida. (Tribunale Torre Annunziata sez. II, 19/09/2016, n. 2332)

Circolazione stradale

libroAvendo il terzo trasportato deciso di agire in giudizio unicamente nei confronti del veicolo antagonista a quello su cui viaggiava, mancando alcuna richiesta di verifica della graduazione delle colpe dei conducenti, la ricostruzione del sinistro impedirà l’accoglimento della domanda soltanto ove si dovesse escludere in radice la responsabilità del medesimo nella causazione del sinistro, gravando per intero l’obbligo risarcitorio in capo a quest’ultimo ed al proprio assicuratore anche in caso di concorso di colpa. (Tribunale Bari, 19/09/2016, n. 4664)

Appello civile

bilanciaCostituisce domanda nuova, non proponibile per la prima volta in appello ai sensi dell’art. 345 c.c., quella che alteri anche uno soltanto dei presupposti della domanda iniziale, introducendo un “petitum” diverso e più ampio, oppure una diversa “causa petendi”, fondata su situazioni giuridiche non prospettate in primo grado ed in particolare su un fatto giuridico costitutivo del diritto originariamente vantato, radicalmente diverso, sicché risulti inserito nel processo un nuovo tema d’indagine; ne consegue che la domanda di risarcimento di danni per responsabilità contrattuale non può essere proposta per la prima volta nel giudizio di appello per ampliare l’originaria domanda di risarcimento di danni per responsabilità extracontrattuale, dipendendo da elementi di fatto diversi da quest’ultima circa l’accertamento della responsabilità e la determinazione dei danni. (Cassazione civile sez. I, 19/09/2016, n. 18299)

Appalto

libroIl direttore dei lavori per conto del committente esercita i medesimi poteri di controllo sull’attuazione dell’appalto che questi ritiene di non poter svolgere di persona, sicché ha il dovere, attesa la connotazione tecnica della sua obbligazione, di vigilare affinché l’opera sia eseguita in maniera conforme al progetto, al capitolato e alle regole della buona tecnica, senza che da tale attività derivi la sua corresponsabilità con l’appaltatore per i difetti dell’opera derivanti da vizi progettuali, salvo egli sia stato espressamente incaricato dal committente di svolgere anche l’attività, aggiuntiva rispetto a quella oggetto della sua normale prestazione, di verificare la fattibilità e l’esattezza tecnica del progetto. (Cassazione civile sez. II, 19/09/2016, n. 18285)

Prescrizione e decadenza in materia civile

bilanciaIn difetto di una partecipazione della società attrice al procedimento relativo alla lottizzazione poi dichiarata abusiva, alcun obbligo specifico di comportamento era configurabile in capo alle Pubbliche Amministrazioni nei loro confronti, sicché la dedotta responsabilità di queste non può che essere ricondotta nell’alveo di quella extracontrattuale di cui all’art. 2043 c.c., con la conseguenza che l’eccezione di prescrizione va esaminata in relazione alla durata quinquennale del termine di prescrizione di cui all’art. 2947 c.c. e non a quella ordinaria decennale. (Tribunale Bari sez. II, 15/09/2016, n. 4631)

Fideiussione

libroAllorché il fideiussore dispensa l’azienda di credito dall’agire entro i termini previsti dall’art. 1957 c.c., siffatta clausola è valida, trattandosi di materia non sottratta alla disponibilità delle parti e non contrasta con l’art. 1229, primo comma, c.c. (che prevede la nullità di qualsiasi patto che esclude o limita preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave), atteso che essa aggrava, anziché limitare, la responsabilità del fideiussore, il quale assume la veste di debitore nel rapporto (unilaterale) di fideiussione. (Tribunale Bari sez. II, 15/09/2016, n. 4629)

Obbligazioni e contratti

Vi sono varie fasi delle trattative, che, da quella prodromica della mera puntuazione o predisposizione della minuta del successivo contratto da concludere, evolvono verso il preliminare c.d. aperto o preliminare di preliminare, non vincolante ai sensi dell’art. 2932 c.c. e foriero di sola responsabilità di tipo risarcitorio, fino alla conclusione di un contratto preliminare c.d. chiuso. (Tribunale Bari sez. III, 15/09/2016, n. 4626)

Responsabilità civile

bilanciaNon essendovi per l’ attrice alcuna concreta possibilità di percepire o prevedere con l’ ordinaria diligenza la situazione di pericolo occulto, vale a dire il danneggiamento della scala proprio all’attacco della staffa di ancoraggio cinghie di fine corsa, lasciata per la pubblica utilizzazione; né era esigibile dalla stessa che, prima del suo utilizzo, dovesse minuziosamente sincerarsi delle sue condizioni ed in particolare, dell’integrità delle sue staffe di ancoraggio, la situazione di pericolo pertanto non era suscettibile di essere prevista e superata attraverso l’ adozione di normali cautele. (Tribunale Bari sez. III, 15/09/2016, n. 4624)

Violenza sessuale, atti di libidine violenti e reati contro la libertà sessuale

libroDeve ritenersi sussistente la culpa in educando dei genitori, avuto riguardo sia alla reiterazione nel tempo di comportamenti gravemente abusivi della libertà sessuale e della dignità della danneggiata, sia alla modalità stesse di consumazione dei singoli episodi. È difficile ritenere che i comportamenti tenuti dal figlio siano stati frutto di una momentanea intemperanza, profilandosi invece come il frutto di una cosciente e volontaria violazione dell’altrui libertà personale, in specie quella di una bambina posta in condizioni di minorata difesa psichica: si tratta di condotte che attestano la carenza dell’attività educativa genitoriale. (Tribunale Bari sez. III, 15/09/2016, n. 4616)

Responsabilità civile

bilanciaNel caso di responsabilità precontrattuale, il danno risarcibile è commisurato non all’interesse positivo (ovvero alle utilità economiche che il privato avrebbe tratto dall’esecuzione del contratto) ma al c.d. interesse negativo, da intendersi come interesse a non essere coinvolto in trattative inutili o, comunque, a non investire inutilmente tempo e risorse economiche partecipando a trattative destinate a rivelarsi inutili a causa del comportamento scorretto della controparte. In tale prospettiva, non possono essere risarcite le voci di danno che fanno riferimento all’interesse positivo, in quanto esse attengono alle utilità e ai vantaggi che sarebbero derivati dall’esecuzione del contratto. L’interesse negativo include, poi, sia il danno emergente (per le spese sostenute ai fini della partecipazione alla gara e in previsione della stipulazione del contratto), sia il lucro cessante dovuto alla perdita di ulteriori occasioni contrattuali, sfumate a causa dell’impegno derivante dall’aggiudicazione, non sfociata nella stipulazione o, comunque, in ragione dell’affidamento nella positiva conclusione del procedimento. (T.A.R. Roma sez. II, 14/09/2016, n. 9704)

Responsabilità civile

Il danno dipendente da mancata sottoscrizione di un contratto configura una forma di responsabilità precontrattuale, ai sensi dell’art. 1337 c.c.. In particolare, nei procedimenti ad evidenza pubblica può ravvisarsi, accanto ad una responsabilità civile per lesione dell’interesse legittimo derivante dall’illegittimità degli atti o dei provvedimenti relativi al procedimento amministrativo di scelta del contraente, una responsabilità di tipo precontrattuale, per violazione di norme imperative che pongono regole di condotta, da osservarsi durante l’intero svolgimento della procedura. (T.A.R. Roma sez. II, 14/09/2016, n. 9704)

Spese giudiziali in materia civile

libroIn tema di spese giudiziali, va condannata ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c., aggiunto dalla legge n. 69 del 2009, la parte che non abbia adoperato la normale diligenza per acquisire la coscienza dell’infondatezza della propria posizione e comunque abbia agito senza aver compiuto alcun serio sforzo interpretativo, deduttivo, argomentativo, per mettere in discussione con criteri e metodo di scientificità la giurisprudenza consolidata ed avvedersi della totale carenza di fondamento del ricorso. (Nella specie, relativa a giudizio per omesso versamento dell’ICI in riferimento ad un’area destinata dal PRG a verde pubblico, anche attrezzato, in applicazione del suddetto principio, la parte è stata condannata al pagamento, in favore della controparte, delle spese del giudizio di legittimità in misura doppia). (Cassazione civile sez. trib., 14/09/2016, n. 18057)

Prescrizione e decadenza in materia civile

Gli atti interruttivi della prescrizione risultano circoscritti, sotto il profilo oggettivo, al diritto di cui si chiede il soddisfacimento, di talchè, essendo ontologicamente diverso il credito risarcitorio da illecito precontrattuale od extracontrattuale dal credito restitutorio da indebito oggettivo (anche se reclamabili nei confronti del medesimo soggetto passivo), la richiesta di pagamento del secondo, contenuta in atto di costituzione in mora, non può valere ad interrompere il termine prescrizionale in ordine al primo credito. (T.A.R. Roma sez. II, 14/09/2016, n. 9704)

Edilizia e urbanistica

bilanciaAnche quando decorre un lungo periodo di tempo tra la realizzazione dell’opera abusiva e il provvedimento sanzionatorio, tale circostanza non rileva ai fini della legittimità di quest’ultimo, sia in rapporto al preteso affidamento circa la legittimità dell”opera, che il protrarsi del comportamento inerte del Comune avrebbe ingenerato nel responsabile dell’abuso edilizio, sia in relazione ad un presunto ulteriore obbligo, per l’Amministrazione procedente, di motivare specificamente il provvedimento in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico attuale a far demolire il manufatto, poiché la lunga durata nel tempo dell’opera priva del necessario titolo edilizio ne rafforza il carattere abusivo (trattandosi di illecito permanente), il che preserva il potere – dovere dell’Amministrazione di intervenire nell’esercizio dei suoi poteri sanzionatori, tanto più che il provvedimento demolitorio non richiede una congrua motivazione in ordine all’attualità dell’interesse pubblico alla rimozione dell’abuso, che è in re ipsa. (T.A.R. Napoli sez. VI, 14/09/2016, n. 4279)

Espropriazione per pubblico interesse

L’art. 5, comma 3, l.p. Bolzano n. 10 del 1991, nella parte in cui consente di non indicare nel decreto contenente la dichiarazione di p.u. i termini di inizio ed ultimazione dei lavori qualora “si tratti di interventi di pubblica utilità senza esecuzione di lavori”, va riferito alla sola ipotesi in cui l’intervento pubblico non richieda, per il suo perseguimento, la modifica del bene e da esso non può inferirsi che il potere espropriativo possa essere utilizzato ex post, ossia ad opera di pubblica utilità già realizzata. (T.A.R. Bolzano sez. I, 13/09/2016 n. 261)

Espropriazione per pubblico interesse

Dal tenore dell’art. 42-bis t.u. espropriazioni (d.p.r. n. 327 del 2001) e dell’art. 32-bis, l.p. Bolzano n. 10 del 1991, entrambi recanti la disciplina applicabile in caso di utilizzazione senza titolo di un bene per scopi d’interesse pubblico, deriva che il potere espropriativo non può trovare legittimo impiego quando l’opera pubblica sia già stata realizzata in assenza di un valido ed efficace provvedimento ablatorio del bene immobile su cui essa insiste, non potendo detto potere essere esercitato per sanare pregresse situazioni illegittime. (T.A.R. Bolzano sez. I, 13/09/2016 n. 261)

Lavoro subordinato

libroNei casi di costituzione del rapporto di lavoro direttamente in capo all’utilizzatore, “gli atti di gestione del rapporto posti in essere dal somministratore producono nei confronti dell’utilizzatore tutti gli effetti negoziali anche modificativi del rapporto di lavoro, loro propri, ivi incluso il licenziamento, con conseguente onere del lavoratore di impugnare il licenziamento nei confronti di quest’ultimo ai sensi dell’art. 6 della legge 604/1966”. Pertanto, se un contratto di appalto viene riqualificato come somministrazione irregolare di manodopera, gli atti di gestione compiuti dall’appaltatore illecito devono intendersi riferiti al soggetto che in concreto ha utilizzato la prestazione lavorativa e, conseguentemente, in caso di licenziamento intimato dall’appaltatore, l’impugnazione stragiudiziale dell’atto di recesso deve essere proposta nei confronti del committente che agisce di fatto come datore di lavoro, e non verso il somministratore. Così la Cassazione ha precisato il meccanismo di impugnazione che deve essere applicato da parte di un lavoratore quando questi intende rivendicare la costituzione di un rapporto di lavoro verso un soggetto diverso dal datore apparente e, allo stesso tempo, vuole impugnare il licenziamento intimato nei suoi confronti dal datore di lavoro formale. (Cassazione civile sez. lav., 13/09/2016, n. 17969)

Responsabilità civile

bilanciaIn caso di violazione delle norme impositive dell’evidenza pubblica, la lesione dell’interesse alla partecipazione e all’aggiudicazione può produrre ex se un danno patrimoniale, rispetto al quale la chance opera non già come fattore delimitativo ai fini della determinazione dell’an, bensì come possibile criterio di determinazione del quantum. Sul piano probatorio, la sussistenza del danno da perdita di chance è, alternativamente, dimostrabile attraverso: a) il relativo riscontro concreto e diretto (ad es., in caso di contratto pubblico eseguito o in esecuzione che avrebbe dovuto essere certamente eseguito da un’impresa diversa da quella beneficiaria dell’aggiudicazione illegittima); b) un’articolazione di argomentazioni logiche, sviluppate alla stregua di un procedimento deduttivo rigorosamente sorvegliato; c) un’operazione deduttiva improntata al criterio del c.d. « più probabile che non » e cioè alla luce di una regola di giudizio che ben può essere integrata dai dati di comune esperienza, evincibili dall’osservazione dei fenomeni sociali. Ai fini della dimostrazione della perdita di chance, quindi, il ricorrente ha l’onere di allegare gli elementi idonei ad avvalorare, sia pure in via presuntiva e in base al calcolo delle probabilità, la concreta possibilità di ottenere il risultato sperato, atteso che la valutazione equitativa ex art. 1226 c.c. presuppone che risulti comprovata l’esistenza di un danno risarcibile. (T.A.R. Napoli sez. I, 13/09/2016, n. 4256)

Responsabilità civile

Il risarcimento del danno curricolare — ossia la deminutio di peso imprenditoriale e professionale per omesso affidamento dell’appalto — deve essere riconosciuto, in via equitativa, considerata la mancanza di adeguata prova al riguardo nella misura dell’1% dell’importo netto offerto in gara. (T.A.R. Napoli sez. I, 13/09/2016, n. 4256)

Responsabilità civile

libroAi fini della risarcibilità del danno per lesione dell’interesse legittimo, occorre provare che l’attività della P.A. sia stata posta in essere in violazione delle regole che presiedono all’esercizio del potere e, in particolare, della riconducibilità del supposto evento lesivo all’elemento soggettivo del dolo o della colpa (nel caso di specie, è stato escluso che il Comune avesse agito con colpa, anzi, è risultato che nella sua attività fosse mancante l’elemento della colpevolezza, poiché i provvedimenti di sospensione degli effetti della concessione e di decadenza non denotavano una grave violazione delle regole dell’agire amministrativo, tale da ingenerare la responsabilità risarcitoria). (T.A.R. Napoli sez. III, 12/09/2016, n. 4238)

Responsabilità civile

bilanciaLa circostanza che al dante causa del ricorrente sia stata assentita la facoltà di edificare su un lotto di terreno (e la stessa sia stata posta nel nulla, per effetto di un’attività amministrativa che si adduce illegittima) non implica che l’erede possa ritenersi portatore di una situazione giuridica ingiustamente lesa e, come tale, fonte di danno risarcibile. Infatti, esclusa una autonoma incisione dell’interesse legittimo del ricorrente, tale tesi postula che il diritto al risarcimento fosse entrato nel patrimonio del genitore e, alla morte di questo, trasferito per successione. Tuttavia, a differenza dei diritti soggettivi che ricevono dall’ordinamento una protezione assoluta, nonché dei diritti di credito, il carattere sostanziale dell’interesse legittimo non è inerente alla persona o al suo patrimonio, bensì alla pretesa all’ottenimento di un ben individuato beneficio, il cui soddisfacimento dipende dall’attività della p.a. In quanto attribuito all’individuo “agente” (che potrebbe anche non coltivarlo o trascurarlo), detto interesse materiale non reca alcun definitivo ampliamento della sua sfera giuridica ed è perciò intrasmissibile (costituendo, piuttosto, uno strumento di tutela ulteriore, rispetto a quello classico demolitorio — e/o conformativo), da utilizzare per rendere giustizia al cittadino nei confronti della p.a. (T.A.R. Napoli sez. III, 12/9/2016, n. 4238)

Ambiente

libroAi sensi dell’art. 245 comma 2, d.lg. 3 aprile 2006, n. 152 il proprietario non responsabile dell’inquinamento è tenuto soltanto ad adottare le misure di prevenzione di cui al precedente art. 240 comma 1 lett. 1), ovvero le iniziative per contrastare un evento, un atto o un’omissione che ha creato una minaccia imminente per la salute o per l’ambiente, intesa come rischio sufficientemente probabile che si verifichi un danno sotto il profilo sanitario o ambientale in un futuro prossimo, al fine di impedire o minimizzare il realizzarsi di tale minaccia; invece, ai sensi dell’art 242, cit. d.lg. n. 152 del 2006, il proprietario responsabile, al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, deve mettere in opera entro ventiquattro ore le misure necessarie di prevenzione; infine, ai sensi del successivo art. 244 comma 2, gli interventi di riparazione, di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino gravano esclusivamente sul responsabile della contaminazione, cioè sul soggetto al quale sia imputabile, almeno sotto il profilo oggettivo, l’inquinamento. (T.A.R. Torino sez. I, 12/09/2016, n. 1142)

Responsabilità civile

L’annullamento giurisdizionale del provvedimento amministrativo per vizi formali, in particolare per difetto di motivazione, non reca in sé alcun accertamento in ordine alla spettanza del bene della vita coinvolto dal provvedimento caducato e non può, pertanto, costituire il presupposto per l’accoglimento della domanda di risarcimento dei danni che si assumono patiti. (T.A.R. Napoli sez. II, 12/09/2016, n. 4230)

Obbligazioni e contratti

bilanciaLa clausola di un contratto di assicurazione che prevede l’intrasmissibilità del diritto all’indennizzo in caso l’assicurato muoia (per cause diverse dall’infortunio) prima della concreta liquidazione dell’indennità stessa non riguarda l’oggetto del contratto, né il rischio garantito ma rappresenta una “limitazione” della responsabilità dell’assicuratore. Una simile clausola è vessatoria e, quindi, ai sensi dell’art. 36, comma 1, cod. consumo (d.lg. n. 206/2005), è da dichiararsi nulla, anche se munita di “doppia sottoscrizione”, ferma restando la validità del contratto. (Tribunale Napoli sez. XII, 12/09/2016, n. 9816)

Potestà dei genitori

Per i procedimenti di cui agli artt. 330 e 333 c.c., la competenza è attribuita in via generale al Tribunale dei minorenni ma, quando sia pendente un giudizio di separazione, di divorzio o ex art. 316 c.c., e fino alla sua definitiva conclusione, le azioni dirette ad ottenere provvedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, proposte successivamente, spettano al giudice del conflitto familiare, individuabile nel Tribunale ordinario. (Cassazione civile sez. VI, 12/09/2016, n. 17931)

Impiegati dello stato

Per contestare un illecito disciplinare punito con una sanzione servono prove, che non possono essere ricondotte esclusivamente alla segnalazione di un sottoposto. (Consiglio di Stato sez. III, 12/09/2016, n. 3843)

Agenti e funzionari della Polizia di Stato

Mentre il mancato pagamento di debiti contratti nei confronti di creditori estranei all’amministrazione è esplicitamente previsto dal codice disciplinare della Polizia di Stato (d.P.R. n. 737 del 1981) come un illecito disciplinare punito con sanzione, non si può dire lo stesso con riguardo a comportamenti, qualificati come molesti ed invadenti (nella specie, il Consiglio ha dichiarato l’illegittimità del decreto emanato ai sensi dell’art. 7, n. 6, d.P.R. n. 737 del 1981 di destituzione dal servizio adottato dal capo della Polizia, in quanto lo stesso era da considerarsi illegittimo per manifesto difetto di adeguatezza e manifesta sproporzione e, comunque, per errore sui presupposti, difetto di istruttoria e di idonea motivazione sul punto). (Consiglio di Stato sez. III, 12/09/2016, n. 3844)

Danni

libroIn tema di nesso causale esistono due momenti diversi del giudizio civile: il primo è costituito dalla ricostruzione del fatto idoneo a fondare la responsabilità, per il quale la problematica causale è analoga a quella penale di cui agli artt. 40 e 41 c.p. e il danno rileva solo come evento lesivo; il secondo, al quale va riferita la regola di cui all’art. 1223 c.c., riguarda la determinazione dell’intero danno cagionato oggetto dell’obbligazione risarcitoria, attribuendosi rilievo, all’interno delle serie causali così individuate, a quelle che, nel momento in cui si produce l’evento, non appaiono del tutto inverosimili, come richiesto dalla cosiddetta teoria della causalità adeguata o della regolarità causale. (Cassazione civile sez. I, 08/09/2016, n. 17760)

Corte dei Conti

bilanciaL’Istituto di Previdenza e Assistenza per i dipendenti del Comune di Roma (I.P.A.) si connota come un’amministrazione autonoma collegata a Roma Capitale e deputata alla tutela di un interesse pubblicistico ad essa riferibile, sicché il suo patrimonio deve essere gestito, indipendentemente dalla provenienza delle sue singole componenti, con criteri rispondenti alla migliore realizzazione di quell’interesse, senza poter essere utilizzato per altre ragioni. Ne consegue che le persone fisiche che rivestano cariche nei suoi organi di gestione o che siano membri del suo collegio dei revisori sono tenute, rispettivamente, onde non incorrere in responsabilità per danno erariale, ad amministrare quel patrimonio uniformandosi ai doveri che ha un agente contabile e ad esercitare la vigilanza anche controllando che quei doveri vengano rispettati. (Cassazione civile sez. un., 08/09/2016, n. 17748)

Concorrenza

libroNell’ambito dei procedimenti antitrust, dove vengono in gioco leggi economiche e anche massime di esperienza, il criterio guida per prestare il consenso all’ipotesi ricostruttiva formulata dall’Autorità è quello della c.d. congruenza narrativa, in virtù del quale l’ipotesi sorretta da plurimi indizi concordanti può essere fatta propria nella decisione giudiziale quando sia l’unica a dare un senso accettabile alla storia che si propone per la ricostruzione dell’intesa illecita. Il tasso di equivocità del risultato (dipendente dal meccanismo a ritroso con cui si procede all’accertamento del fatto e dal carattere relativo della regola impiegata) viene colmato attraverso una duplice operazione, interna ed esterna: la corroboration, che consiste nell’acquisire informazioni coerenti con quella utilizzata nell’inferenza, e la cumulative redundancy, che consiste nella verifica di ipotesi alternative. La prima operazione fornisce un riscontro alla conclusione, la seconda ne aumenta la probabilità logica grazie alla falsificazione di interpretazioni divergenti degli elementi acquisiti. In tale quadro, i vari indizi costituiscono elementi del modello globale di ricostruzione del fatto coerenti rispetto all’ipotesi esplicativa, coincidente con la tesi accusatoria. Unitamente all’acquisizione di informazioni coerenti con le contestazioni mosse (riscontri), deve essere esclusa l’esistenza di valide ipotesi alternative alla tesi seguita dall’Autorità. L’ipotesi accusatoria potrà essere considerata vera quando risulti l’unica in grado di giustificare i vari elementi o sia comunque nettamente preferibile rispetto ad ogni ipotesi alternativa astrattamente esistente. (T.A.R. Roma sez. I, 06/09/2016, n. 9553)

Concorrenza

bilanciaNella fattispecie di intesa anticoncorrenziale, risulta superfluo, al fine dell’an della responsabilità, indagare se il singolo partecipante all’intesa abbia avuto un ruolo maggiore o minore, attivo o addirittura meramente passivo. In presenza di un illecito collusivo ripetuto da imprese diverse per un certo periodo di tempo, caratterizzato in parte da accordi e in parte da pratiche concertate, la caratterizzazione della violazione come una singola collusione comporta la considerevole conseguenza, rilevante in tema di partecipazioni assuntivamente minori o marginali alla concertazione anticompetitiva, che un partecipante sia ritenuto responsabile per tutte le azioni del cartello, anche se non abbia preso personalmente parte alla totalità di esse, una volta che abbia deciso di assentire alla concertazione medesima. Ciò, in quanto il cartello è una collusione dei suoi membri e, dunque, anche coloro la cui partecipazione sia stata limitata, per non aver preso parte a tutti gli aspetti dell’accordo anticompetitivo o per avervi svolto un ruolo minore, contribuiscono alla cospirazione complessiva. Pertanto, anche un partecipante in possesso di una quota minore nel mercato di riferimento può contribuire alla collusione. Il solo modo di evitare la responsabilità è quello di presentare una domanda di clemenza, confessando la presenza di un accordo e di dissociarsi pubblicamente da quanto è stato concordato. (T.A.R. Roma sez. I, 06/09/2016, n. 9553)

Sanità pubblica

La responsabilità dell’ente ospedaliero, gestore di un servizio pubblico sanitario, allorché consegua ad una non diligente esecuzione della prestazione medica, ha natura contrattuale. È da riconoscersi all’ente pubblico sanitario una responsabilità piena ed autonoma per i danni provocati dai propri dipendenti; responsabilità imputabile all’amministrazione indipendentemente dall’accertamento in concreto della responsabilità individuale dei singo1i agenti dipendenti della struttura. (Tribunale Napoli sez. IV, 05/09/2016, n. 9659)

Ferrovie, tramvie e filovie e autobus di linea

libroSolo in relazione ai sinistri ricadenti “ratione temporis” sotto il vigore del r.d.l. 11 ottobre 1934 n. 1948, art. 11 la responsabilità dell’amministrazione ferroviaria per danno alla persona del viaggiatore sussiste quando tale danno sia stato determinato, sotto il profilo eziologico, da una anormalità del servizio, ossia da un fatto che, ricollegabile a cause varie, costituisca nella sua obiettività una deviazione rispetto all’ordinato e regolare svolgimento del servizio stesso. Pertanto, mentre in eccezione alle regole sulla responsabilità contrattuale, grava sul viaggiatore la prova dell’anormalità del servizio, che dà origine ad una presunzione di responsabilità a carico dell’amministrazione, ricade, poi, su quest’ultima la dimostrazione liberatoria che il sinistro è avvenuto per caso fortuito o forza maggiore o per comportamento del sinistrato o di un terzo. Con riguardo ai sinistri successivi alla riforma del 1977, il viaggiatore non deve più provare l’anormalità del servizio, ma il solo nesso eziologico tra il servizio ferroviario ed il danno subito, dal quale fatto discende una presunzione di colpa a carico dell’amministrazione ferroviaria, salvo che questa provi che l’incidente è avvenuto per causa non ad essa imputabile. (Tribunale Latina sez. II, 05/09/2016)

Lavoro autonomo

bilanciaLa responsabilità ex art. 38 c.c. è inquadrabile tra le garanzie accessorie non sussidiarie “ex lege” assimilabili alla fideiussione, ed è come tale soggetta al termine decadenziale di cui all’art. 1957 c.c. ed in particolare richiede che il creditore faccia valere la pretesa, contro il debitore principale o il responsabile solidale, entro sei mesi dalla scadenza dell’obbligazione. Nei giudizi aventi ad oggetto l’accertamento di detta responsabilità, è riconosciuta l’autonoma soggettività giuridica delle associazioni tra professionisti, quantomeno nell’ambito estraneo al rapporto professionale col cliente ascrivendole ad associazioni non riconosciute, magari atipiche. (Tribunale Roma sez. III, 05/09/2016, n. 7301)

Responsabilità civile

libroIn forza della responsabilità precontrattuale della P.A., può prospettarsi un risarcimento limitato al solo rimborso delle spese inutilmente sostenute nel corso delle trattative svolte in vista della conclusione del contratto (danno emergente) e il ristoro della perdita di ulteriori occasioni di stipulazione con altri di contratti altrettanto o maggiormente vantaggiosi, impedite proprio dalle trattative indebitamente interrotte, mentre il ristoro dell’utile economico che sarebbe derivato dalla gestione del servizio messo in gara non può trovare titolo nell’annullamento della procedura, posto che non è certo che all’esito di una sua eventuale edizione in termini diversi da quelli oggetto di annullamento, parte ricorrente si sarebbe aggiudicato l’assegnazione dei posteggi di suo interesse. (T.A.R. Roma sez. II, 05/09/2016, n. 9543)

Pubblica amministrazione

La revoca di una procedura di gara anteriormente alla sua conclusione con la sottoscrizione del contratto (o assegnazione del posteggio, nel caso di specie), implica, di norma, una posizione di responsabilità riconducibile alle previsioni di cui all’art. 1337 c.c. (T.A.R. Roma sez. II, 05/09/2016, n. 9543)

Responsabilità civile

Il “ritiro” legittimo di una procedura di gara nel momento immediatamente antecedente alla sottoscrizione del relativo contratto implica, di norma, una posizione di responsabilità riconducibile alla previsione dell’art. 1337 c.c. e comporta, pertanto, il risarcimento del danno mediante rimborso delle spese inutilmente sopportate nel corso delle trattative e ristoro della perdita di ulteriori occasioni di stipulazione con altri di contratti, altrettanto o maggiormente vantaggiosi. (T.A.R. Roma sez. II, 05/09/2016, n. 9543)

Responsabilità civile

La pretesa risarcitoria può essere soddisfatta con l’obbligo di rinnovazione delle operazioni di gara, posto che anche l’eventuale subentro della ricorrente quale aggiudicataria del servizio si presenta subordinato ad ulteriori verifiche circa il possesso dei relativi requisiti di legge, da operare evidentemente a cura dell’ente appaltante. (T.A.R. Napoli sez. VIII, 05/09/2016, n. 4171)

Responsabilità civile

bilancia“Una volta accertata l’esistenza d’un nesso di causa tra la cosa in custodia ed il danno, è onere del custode – per sottrarsi alla responsabilità di cui all’art. 2051 c.c. – provare la colpa esclusiva o concorrente del danneggiato (che può desumersi anche dalla agevole evitabilità del pericolo), mentre deve escludersi che la vittima, una volta provato il nesso di causa, per ottenere la condanna del custode debba anche provare la pericolosità della cosa”. Questo principio è stato espresso dalla Cassazione in relazione a una controversia per risarcimento per infortunio dovuto al manto stradale sconnesso che ha visto i giudici di merito rigettare la domanda di ristoro perché la vittima non aveva provato che “lo stato dei luoghi presentava una obiettiva situazione di pericolosità”. Per la Corte, invece, una volta provato il nesso di causalità, “spettava al Comune dimostrare la propria assenza di colpa”. (Cassazione civile sez. VI, 05/09/2016, n. 17625)

Previdenza ed assistenza

In tema di erogazioni da parte dell’Inail di prestazioni di assistenza protesica agli invalidi di lavoro, nel caso in cui l’assistito si rechi presso le strutture dell’Inail o altre strutture per accertamenti, forniture e collaudo delle protesi, la diaria è un rimborso che spetta in aggiunta alle spese di viaggio e di soggiorno, per il solo fatto che il medesimo è costretto a soggiornare fuori dal luogo di residenza e non può, quindi, ritenersi comprensiva delle stesse. (Cassazione civile sez. lav., 05/09/2016, n. 17585)

Responsabilità civile

libroLa pericolosità della cosa inerte è indizio dal quale risalire, ex art. 2727 c.c., alla prova del nesso di causa. Se una cosa inerte non è pericolosa, ciò può bastare per affermare che manchi il nesso di causa tra la cosa e il danno. Ma quando il nesso di causa tra cosa e danno è positivamente accertato (come nella specie, relativa ad una caduta provocata dal manto stradale sconnesso), non è più necessario stabilire se la cosa stessa fosse pericolosa o meno. La non pericolosità d’una cosa inerte infatti può escludere il nesso di causam non la colpa del custode: sicché se quel nesso è dimostrato aliunde, la pericolosità della cosa diventa giuridicamente irrilevante. (Cassazione civile sez. VI, 05/09/2016, n. 17625)

Inquinamenti

In tema di abbandono di rifiuti, il proprietario dell’area interessata è tenuto a provvedere allo smaltimento solo a condizione che ne sia dimostrata almeno la corresponsabilità con gli autori dell’illecito; in tal caso la condotta vietata consiste nell’aver posto in essere un comportamento commissivo o anche solo omissivo, doloso o anche solo colposo. È quindi del tutto escluso che l’art. 192 del d.lg. 3 aprile 2006 n. 152 possa configurare un’ipotesi legale di responsabilità oggettiva (peraltro, per fatto altrui). (T.A.R. Palermo sez. II, 02/09/2016, n. 2108)

Espropriazione per pubblico interesse

Ai fini della quantificazione del ristoro per l’indebita occupazione di un’area privata da parte dell’Amministrazione, si deve tenere conto che l’illecito permanente deve essere risarcito per ogni anno di abusiva occupazione. (T.A.R. Napoli sez. V, 02/09/2016, n. 4152)

Espropriazione per pubblico interesse

bilanciaA seguito dell’espunzione dal nostro ordinamento giuridico dell’istituto dell’occupazione acquisitiva, di origine giurisprudenziale, anche se l’opera risulti ultimata, finché dura l’illegittima occupazione del bene senza che vi sia un eventuale titolo idoneo a determinare il trasferimento della proprietà in capo all’Amministrazione medesima, non decorre alcun termine di prescrizione ai fini dell’eventuale azione risarcitoria, data la palese natura permanente dell’illecito dell’Amministrazione. Ciò posto, i privati i cui beni siano stati illegittimamente occupati dall’Amministrazione non possono chiedere il risarcimento del danno collegato alla perdita della titolarità del bene, giacché tale perdita, sotto il profilo dominicale, non vi è stata, permanendo la proprietà degli stessi in capo ai privati medesimi; ne discende l’inammissibilità dell’eventuale domanda giudiziale mirante ad ottenere il risarcimento dei danni subiti per la perdita dei beni, pari al valore venale degli stessi, sia pure per equivalente; diversamente opinando, si darebbe luogo ad una indebita locupletazione. Segue da ciò che il risarcimento del danno deve coprire il solo valore d’uso del bene, dal momento della sua illegittima occupazione fino alla giuridica regolarizzazione della fattispecie, cioè al momento in cui la P.A. acquisterà legittimamente la proprietà dell’area, vuoi con il consenso della controparte mediante contratto, vuoi mediante l’adozione del provvedimento autoritativo di acquisizione sanante ex art. 42 bis, d.P.R. 8 giugno 2001 n. 327. (T.A.R. Napoli sez. V, 02/09/2016, n. 4152)

Responsabilità civile

libroVa escluso che l’annullamento legittimo di un precedente provvedimento favorevole all’interessato, comportando pregiudizi in danno del destinatario, determini, di per sé, il diritto, di quest’ultimo, di essere indennizzato. Può trovare, invece, applicazione l’art. 1337 c.c., dato che non può escludersi la possibile coesistenza tra attività provvedimentale legittima e comportamento illecito della P.A.; appare, infatti, configurabile una responsabilità precontrattuale in capo alla P.A,. la quale dapprima aggiudichi in via definitiva la gara a un’impresa, comunichi alla stessa l’avvenuta aggiudicazione, chieda – ed acquisisca – dall’aggiudicataria documentazione al fine di procedere al perfezionamento del contratto, stipuli il contratto di appalto e, alla fine, decida di annullare in via di autotutela l’aggiudicazione e di disporre la caducazione automatica, con effetto ex tunc del contratto già sottoscritto. Il danno, in questo caso, va risarcito nei limiti del c.d. interesse contrattuale negativo, consistente nel pregiudizio subito per avere ragionevolmente, ma inutilmente, confidato nella conclusione del contratto (nel caso di specie, la domanda risarcitoria dei danni è stata dichiarata inammissibile, per mancata prova dell’effettivo ammontare del danno subito, del nesso di causalità e dell’elemento soggettivo). (T.A.R. Roma sez. III, 02/09/2016, n. 9490)

Trasporto

Sono legittime le sanzioni della diffida e della sospensione per dieci giorni dal servizio inflitte da un Comune a un titolare di licenza taxi, che si era rifiutato di prestare il servizio richiestole da persona disabile, come segnalato da tre titolari di licenze che avevano subito denunciato al superiore il fatto illecito al quale avevano assistito, che comportava anche la violazione dell’ordine di fila per l’accoglimento della clientela durante la sosta. (Consiglio di Stato sez. V, 02/09/2016, n. 3798)

Giurisdizione civile

Quando una misura ripristinatoria imposta dall’Amministrazione, che per definizione tende a realizzare direttamente l’interesse pubblico leso dall’atto illecito, resta comunque al centro dell’azione amministrativa sanzionatoria descritta dal provvedimento impugnato, la relativa controversia soggiace alla giurisdizione del giudice amministrativo. (T.A.R. Perugia sez. I, 02/09/2016, n. 580)

Responsabilità Civile

In tema di responsabilità extracontrattuale, in caso di più responsabili per lo stesso fatto illecito, la condanna va emessa nei loro confronti in solido, in quanto compartecipanti all’evento dannoso (art. 2055 c.c.). (Tribunale Monza, 01/09/2016, n. 2363)

Giustizia amministrativa

Per compulsare i poteri istruttori del giudice amministrativo in sede di domanda risarcitoria, la parte interessata deve fornire almeno un principio di prova di quanto richiesto, pena l’inammissibilità della relativa domanda, come avviene nel caso di specie, dove essa è affidata al mero rilievo del comportamento illegittimo, illecito ed arbitrario delle parti intimate; elementi questi tutti che sono stati trovati del tutto privi di fondamento dal giudicante. (T.A.R. Roma sez. III, 01/09/2016, n. 9474)

Responsabilità civile

bilanciaIn caso di sinistro, per mancata corretta custodia dei luoghi (nel caso di specie, un campeggio), sussiste il concorso di colpa dell’attrice qualora la stessa conosca bene il posto frequentandolo da anni., atteso che la stessa avrebbe potuto agevolmente rilevare l’anomalia dello stato dei luoghi e comunque, nel caso di specie, prestare attenzione nello spostarsi in percorsi non destinati al passaggio pedonale. Tale condotta omissiva, se non è sufficiente di per sé a interrompere il nesso causale tra lo stato dei luoghi e il sinistro – e dunque a escludere la responsabilità del custode -, rileva invece sul diverso piano del concorso colposo del danneggiato ai sensi dell’art. 1227, comma 1, c.c. con conseguente diminuzione proporzionale della responsabilità del danneggiante. (Tribunale Monza, 01/09/2016, n. 2361)

Società di capitali

Dopo la riforma delle società di cui al d.lg. n. 6 del 2003, non è esperibile la denuncia al Tribunale ai sensi della previsione di cui all’art. 2409 c.c. neppure nell’ipotesi di società a responsabilità limitata con collegio sindacale obbligatorio. Tale divieto è desumibile da una lettura coordinata degli artt. 92 disp att. c.c., 2477 comma 5, c.c., interpretati alla luce delle finalità proprie della riforma societaria che ha esaltato la natura personalistica delle società a responsabilità limitata avendo le disposizioni di cui agli artt. 2545 – quinquies c.c. e di cui all’art. 13, l. n. 91 del 1981 portata del tutto eccezionale. (T.A.R. Roma sez. III, 01/09/2016, n. 9474)

Giustizia amministrativa

La tutela dei diritti soggettivi non può essere differenziata a seconda del plesso giurisdizionale avanti al quale la si deve far valere. Sicchè, anche avanti al giudice amministrativo la domanda di risarcimento del danno è assoggettata ai diversi termini di prescrizione stabiliti dal codice civile per le diverse ipotesi di responsabilità. (T.A.R. Roma sez. III, 01/09/2016, n. 9474)

Edilizia e urbanistica

libroNella disciplina statale non par dubbio che il proprietario sia coinvolto nel procedimento successivo all’accertamento dell’inottemperanza all’ordine di demolizione (in particolare, nel sub – procedimento relativo all’acquisizione al patrimonio comunale del bene e dell’area di sedime), a prescindere da una sua diretta responsabilità nell’illecito edilizio. Tale sistema non presenta profili di criticità sul piano del rispetto dei principi costituzionali (in tali ricomprendendo anche quelli desumibili dalle disposizioni sovranazionali che trovano applicazione nel nostro ordinamento, quali norme interposte, in base al novellato art. 117 Cost); e tanto per la dirimente ragione che si parla di sanzioni in senso improprio, non aventi carattere personale, ma reale, essendo adottate in funzione di accrescere la deterrenza rispetto all’inerzia conseguente all’ordine demolitorio e di assicurare ad un tempo l’effettività del provvedimento di ripristino dello stato dei luoghi e la soddisfazione del prevalente interesse pubblico all’ordinato assetto del territorio. (T.A.R. Napoli sez. VIII, 01/09/2016, n. 4141)

Appalto

In tema di appalto, il “difetto di costruzione” che, a norma dell’art. 1669 c.c., legittima il committente all’azione di responsabilità extracontrattuale nei confronti dell’appaltatore può consistere in una qualsiasi alterazione, conseguente ad una insoddisfacente realizzazione dell’opera, che, pur non riguardando parti essenziali della stessa (e perciò non determinandone la “rovina” o il “pericolo di rovina”), bensì quegli elementi (accessori o secondari) che ne consentono l’impiego duraturo cui è destinata, incide negativamente e in modo considerevole sul godimento dell’immobile medesimo. (Tribunale Monza sez. II, 01/09/2016, n. 2364)

Appalto

bilanciaIn tema di appalto ed in ipotesi di responsabilità ex art. 1669 c.c. per rovina o difetti dell’opera, la natura extracontrattuale di tale responsabilità trova applicazione anche a carico di coloro che abbiano collaborato nella costruzione, sia nella fase di progettazione o dei calcoli relativi alla statica dell’edificio, che in quella di direzione dell’esecuzione dell’opera, qualora detta rovina o detti difetti siano ricollegabili a fatto loro imputabile. Ne consegue che la chiamata in causa del progettista e/o direttore dei lavori da parte dell’appaltatore, convenuto in giudizio per rispondere, ai sensi dell’art. 1669 c.c., dell’esistenza di gravi difetti dell’opera, e la successiva chiamata in causa di chi ha effettuato i calcoli relativi alla struttura e statica dell’immobile da parte del progettista e/o direttore dei lavori, effettuata non solo a fini di garanzia ma anche per rispondere della pretesa dell’attore, comporta, in virtù di quest’ultimo aspetto, che la domanda originaria, anche in mancanza di espressa istanza, si intende automaticamente estesa al terzo, trattandosi di individuare il responsabile nel quadro di un rapporto oggettivamente unico. (Tribunale Monza sez. II, 01/09/2016, n. 2364)

Società di capitali

libroGli amministratori di società di capitali (i quali non abbiano operato) rispondono delle conseguenze dannose della condotta di altri amministratori, che hanno operato, soltanto qualora siano a conoscenza di necessari dati di fatto tali da sollecitare il loro intervento, ovvero abbiano omesso di attivarsi per procurarsi gli elementi necessari ad agire informati. Ne deriva che gli amministratori non operativi rispondono per non aver impedito fatti pregiudizievoli dei quali abbiano acquisito in positivo conoscenza ovvero dei quali debbano acquisire conoscenza, di propria iniziativa, ai sensi dell’obbligo posto dall’ultimo comma dell’articolo 2831 c.c.. (Cassazione civile sez. I, 31/08/2016, n. 17441)